FEMMINILE DEI NOMI DI PROFESSIONE
Alcuni nomi di professione formano il femminile attraverso la desinenza -a, come avviene comunemente per i sostantivi
il maestro ▶ la maestra
il cuoco ▶ la cuoca
il sarto ▶ la sarta
l’infermiere ▶ l’infermiera
Con i nomi di professione che appartengono alla categoria dei nomi di ➔genere comune, si utilizza il nome maschile di professione invariato
il cantante ▶ la cantante
il regista ▶ la regista
il farmacista ▶ la farmacista
Altri nomi, invece, formano il femminile aggiungendo il suffisso -essa al nome maschile
dottore ▶ dottoressa
presidente ▶ presidentessa
vigile ▶ vigilessa
La maggior parte dei nomi che al maschile singolare terminano in -tore formano il plurale in -trice
pittore ▶ pittrice
scrittore ▶ scrittrice
senatore ▶ senatrice
In alcuni casi, si può aggiungere al maschile il determinante donna
la donna poliziotto (anche, più comune, poliziotta)
la donna magistrato (anche, meno comune, magistrata).
In certi casi è difficile indicare il femminile di nomi che riguardano cariche o professioni. Alcune forme femminili dei nomi di professione possono avere infatti una connotazione ironica e dispregiativa
Gelmini: una ministressa inventiva (www.officinavolturno.com)
L’auspicio – ha sottolineato l’assessora regionale all’Ambiente Sabrina Freda – è che anche i Comuni più piccoli adottino queste misure («La Repubblica»)
Il suffisso -essa, in particolare, è quello che più di tutti può assumere tali connotazioni e che ormai, nella lingua comune, è il meno utilizzato nella formazione del femminile
filosofessa, generalessa, gigantessa, giudicessa.
Negli ultimi decenni il mutare delle condizioni sociali femminili, che ha portato all’affermazione delle donne in molte professioni e cariche che prima erano loro precluse, ha avuto ripercussioni sui nomi delle professioni. Basti pensare ai nomi legati all’esercito e alle forze dell’ordine, istituzioni alle quali le donne hanno avuto accesso solo in tempi relativamente recenti: qual è il femminile corretto e politicamente corretto di soldato, di generale, di pontiere?
In questi e molti altri casi le soluzioni sono ancora aperte e nella scelta si scontrano sensibilità diverse, al punto che non è facile prevedere quale sarà la versione che prevarrà nell’uso. Basti pensare a come molte soluzioni proposte decenni addietro da gruppi femministi appaiano oggi anacronistiche (come dottora e professora al posto di dottoressa e professoressa).
VEDI ANCHE politicamente corretto; femminile dei nomi; propri, nomi