PROKOPOVIČ, Feofan
Teologo ucraino, nato nel 1681 a Kiev, morto nel 1736. Fu un celebre predicatore e scrittore ecclesiastico del regno di Pietro il Grande. Convertitosi al cattolicismo romano, nel 1698 entrò nel Collegio Greco di S. Anastasio in Roma, ove Greci e Slavi venivano preparati per l'opera di Propaganda. Fuggito nel 1701 e ritornato a Kiev, divenne di nuovo ortodosso. Come abate del monastero di Kiev era rettore dell'Accademia di Kiev; nel 1708 fu fatto vescovo di Pskov. Nel 1716 Pietro il Grande lo chiamò a Pietroburgo; nel 1720 fu creato arcivescovo di Novgorod. Seguace del principio statale della collegialità nell'ordinamento della Chiesa, fu il braccio destro di Pietro il Grande nella sostituzione del patriarcato (dal 1589) con il santo sinodo (fino al 1918), organo sottoposto al sovrano temporale e spirituale (Duchovnyj reglament). Come secondo e poi primo vicepresidente del sinodo, il P. combatté il Raskol e si adoperò in favore della riforma dell'lstruzione (fondazione dell'Accademia ecclesiastica di Pietroburgo). Mentre il suo concorrente, Stefano Javorskij, sotto l'influenza cattolico-scolastica della scuola di Kiev non riusciva a svincolarsi dalla tutela greca e a vincere la sterilità della teologia russa nel dominio del pensiero sistematico, il P., basandosi su fonti greche, cattoliche, conciliatoriste, ortodosso-protestanti e riformate, riusciva a costituire un proprio sistema, che, in molti rispetti, dimostra l'influenza protestante. Allorché Pietro il Grande dichiarò nel 1722 la facoltà di ogni sovrano di scegliersi il proprio successore il P. diede in un trattato ufficiale-legale le basi giuridiche alla costituzione e amministrazione petriane. La sua concezione dell'assolutismo monarchico deriva dai trattati fondamentali del diritto naturale (Hugo Grotius, Thomas Hobbes, Samuel Pufendorf) e dalle dissertazioni giuridiche del teologo protestante J. F. Buddeus.
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