BAUR, Ferdinand Christian
Illustre storico tedesco del cristianesimo, fondatore della scuola di Tubinga. Nacque a Schmiden (Württemberg) il 21 giugno 1792, studiò a Tubinga, nel 1817 entrò professore nel seminario di Blauenheuren e vi restò per nove anni. La sua prima grande opera, Symbolik und Mythologie (1825), gli fece ottenere la cattedra di teologia a Tubinga, ove insegnò ininterrottamente fino alla morte, avvenuta il 2 dicembre 1860. L'attività sua fu gigantesca. Si può dire che quasi nessun aspetto dclla storia cristiana sia sfuggito al suo sguardo. Si occupò dello gnosticismo, del manicheismo (e per primo riconobbe che la religione manichea è una religione indipendente dal cristianesimo), del dogma della Trinità e dell'Incarnazione, poi di tutta la storia del dogma, di tutta la storia della Chiesa, dei rapporti fra la civiltà ellenica e il cristianesimo, e all'apice della sua attività stanno quegli studî sul Nuovo Testamento che produssero il suo capolavoro: l'opera sull'apostolo Paolo. Intorno a lui, nonostante l'opposizione accanita della teologia conservatrice, si raccolse una numerosa scuola storica, nota sotto il nome di scuola di Tubinga.
Già nella sua prima opera sulla simbolica e la mitologia appare disegnata, sotto l'influsso della dogmatica dello Schleiermacher, l'ispirazione prima della sua visione storica. Il B. giunge a una concezione che ricorda vagamente quella del Vico. Nella mitologia egli crede di potersi avvicinare all'idea dell'unità del sapere, autore d'ogni concetto scientifico: la mitologia non è un casuale aggregato, ma un processo, un organismo. Essa è, secondo il B., una parte della storia della rivelazione: rivelazione nella natura, che precede il cristianesimo, rivelazione della religione dello spirito. Per intendere perciò la storia il B. non teme di ricorrere alla filosofia: ohne Philosophie bleibt mir die Geschichte ewig todt und stumm. Questa audacia di calare la mitologia nella storia della rivelazione ha il suo seguito nella storia cristiana, a cui il B. si applicò appena chiamato alla cattedra di Tubinga. Contro la concezione dell'intervento soprannaturale e la concezione illuministica egli tese con tutte le forze ad un concetto organico, puramente naturalistico, della storia cristiana nello sviluppo dello spirito. La storia cristiana attua un momento essenziale della vita dello spirito, sia nello svolgimento ecclesiastico sia in quello dogmatico. Ma per ciò stesso, come aveva aperto alla radice il concetto di rivelazione, assorbendovi la mitologia, il B. alla conclusione della storia ecclesiastica dilata, contro ogni esclusivismo, il concetto della Chiesa a ideale comunione di spiriti, sì da potervi accogliere anche la spiritualità di un Goethe o di uno Schiller. Il cristianesimo sarebbe, così, il patrimonio naturale e universale oltre ogni confessionalismo.
Questa concezione organica della storia spinse il B. a passare dal sistema dello Schleiermacher a quello del Hegel, più idoneo a una concezione di sviluppo storico. Tale trapasso si compì fra il 1829 e il 1836, e tutta l'opera bauriaria può considerarsi uno dei maggiori monumenti dello storicismo hegeliano. L'apice di questo dialetticismo storico consiste nella sua applicazione alla storia apostolica, con l'opera su Paolo apostolo di Gesù Cristo. L'ideale armonia dell'età apostolica viene spezzata. Il B. aveva ritenuto fin dal 1831, in un suo saggio sui partiti nella chiesa di Corinto, che tutta la storia apostolica fosse originata dal contrasto fra Paolo e la comunità di Gerusalemme. Tale contrasto viene quindi da lui elevato a criterio fondamentale per l'apprezzamento dei documenti e per la ricostruzione storica. Le lettere paoline, in cui il contrasto fra universalismo paolino e particolarismo giudaizzante non emerge, vengono scartate come inautentiche; le lettere autentiche per il B. sono le quattro grandi lettere: la lettera ai Galati, le due ai Corinzî, quella ai Romani. La storia dell'età apostolica è nell'urto dialettico fra il cristianesimo giudaizzante, che fa prevalere sul contenuto puramente etico dell'insegnamento di Gesù la buccia messianico-giudaica, e il cristianesimo paolino, che nella dottrina della grazia giunge alla concezione d'un appello universale a tutte le genti per la salute, e al concetto della libertà cristiana. La reciproca compenetrazione e attenuazione dei due indirizzi, specialmente di fronte al delinearsi di un nuovo pericolo, lo gnosticismo, portano al cattolicesimo. In funzione di quest'urto di parti il B. interpreta e classifica i documenti protocristiani, mirando a conseguire, attraverso la dialettica, una piena umanificazione della storia apostolica.
Una tempesta di difficoltà e di obbiezioni accolse questa interpretazione, difesa dal B. e dalla sua scuola, in una vicenda di discussioni protrattesi fin quasi al declinare del secolo scorso.
Opere: Oltre ad articoli e saggi contenuti quasi tutti nella Zeitschrift für Theologie, e nei Theol. Jarhbücher iniziati nel 1852 dallo Zeller, le opere principali del Baur sono le seguenti: Symbolik und Mythologie, Stoccarda 1824-25; Das Manichäische Religionsystem, Tubinga 1831; Die christliche Gnosis, Tubinga 1835: Der Gegensatz des Katholicismus und Protestantismus, 2a ed., Tubinga 1836; Das christ. Platonismus oder Sokrates und Christus, Tubinga 1837; Apollonius von Thyana, Tubinga 1832; Die christ. Lehre der Versöhnung, Tubinga 1835; Ursprung des Episkopats in der christ. Kirche, Tubinga 1838; Die christ. Lehre der Dreieinigkeit und Menschenwerdung Gottes, Tubinga 1838; Paulus der Apostel Jesu Christi, Stoccarda 1845, Lipsia 1866-67 (2ª ed. postuma curata da E. Zeller in 2 voll.); Lehrbuch der christ. Dogmengeschichte, Tubinga 1847 (3a ed. 1867); Kritische Untersuchungen über die kanon. Evangelien, Tubinga 1847; Die Ignatianischen Briefe und ihr neuester Kritiker, Tubinga 1848; Das Markusevangelium, Tubinga 1851; Die Epochen der Kirchengeschichtsschreibung, Tubinga 1852-55; Vorlesungen über Neutest. Theologie, Tubinga, 2a ed. 1867; Vorlesungen über die christ. Dogmengeschichte, 4 voll., Lipsia 1865-67; Geschichte der christl. Kirche, Tubinga 1863-77, voll. 5.
Bibl.: Per la vastissima bibliografia sul Baur, in gran parte polemica o commemorativa, cfr. la Realencyclopädie für prot. Theol., 3ª ed., II, pagg. 467-483, XXIII, pag. 167. Particolarmente Mackay, The Tubingen School and its antecedents, Londra 1863; S. Berger, Baur et les origines de l'école de Tubingue et ses principes, Strasburgo 1867; E. Zeller (genero del Baur), Die Tübinger hist. Schule, in [Sybels] Histor. Zeitschrift, 1860, pagg. 90-173 (ripetuto in Vorträge und Abhandlungen, 1865), alla quale apologia rispose il Ritschl, in Jahrb. für deutsche Theol., 1861, pagg. 429-459, suscitando uno scambio di scritti che si dilungò per qualche tempo (cfr. la stessa Histor. Zeitschr., 1862, pp. 85-116, 356-373).