Uomo politico filippino (Sarrat, Luzon, 1917 - Honolulu 1989); avvocato, deputato liberale (1949-59), poi presidente del partito (1961-64), fu senatore (1959-65) e presidente del Senato (1963-65). Uscito dal partito liberale nel 1964, fu eletto presidente della Repubblica come candidato del partito nazionalista (nov. 1965). Rieletto nel 1969, nel 1972 proclamò la legge marziale, sciolse il parlamento e abolì i partiti politici facendosi quindi conferire pieni poteri (1973). Nuovamente eletto nel 1981, ma contrastato da un'ampia opposizione, nel 1983 fu indicato dall'opinione pubblica quale mandante dell'assassinio di Benigno Aquino, leader dell'opposizione liberale. Da allora dovette affrontare una rafforzata pressione delle opposizioni che ne richiedevano le dimissioni; una rivolta scoppiata dopo le contestate elezioni presidenziali del febbraio 1986 lo costrinse alla fuga nelle Hawaii. Perseguì una politica estera di stretti legami con gli Stati Uniti. Veniva incriminato (1988), insieme alla moglie Imelda, da tribunali statunitensi e filippini per appropriazione indebita di capitali statali, ma la morte (1989) interrompeva i processi in corso. Grazie a un’abile strategia comunicativa che ha offuscato la memoria degli abusi commessi dal regime autoritario instaurato dal padre, il figlio secondogenito dell'uomo politico, F. Marcos Jr., è stato eletto nel maggio 2022 alla presidenza del Paese.