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RAIMUND, Ferdinand

di Giovanni A. AIfero - Enciclopedia Italiana (1935)
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RAIMUND, Ferdinand

Giovanni A. AIfero

Attore e poeta drammatico, nato a Vienna il 1° giugno 1790, morto a Pottenstein il 5 settembre 1836. Di povera famiglia, fu messo a garzone da un confettiere; ma la seduzione del teatro non tardò ad avvincerlo così violenta, ch'egli abbandonò il posto, cercando e trovando, non senza difficoltà, la sua via sulle scene popolari, ove interpretò soprattutto parti comiche, meno spesso parti serie, festeggiatissimo dal pubblico, specialmente del Leopoldstätter-Theater di Vienna, in cui agì dal 1813 al 1830. La necessità di adattare e completare per la rappresentazione un copione frammentario, lo portò a scrivere egli stesso, e ne scaturì la sua prima commedia fiabesca, Der Barometermacher auf der Zauberinsel (1823), con cui subito si affermò, e a cui tennero dietro, a breve distanza, altre fiabe sceniche: Der. Diamant des Geisterkönigs (1824), Der Bauer als Millionär (1826), Moisasurs Zauberfluch (1827), Die gefesselte Phantasie (1828), Der Alpenkönig und der Menschenfeind (1828), Die unheilbringende Krone (1829) e Der Verschwender (1833). In esse il R. si riallaccia alla Zauberposse viennese, commedia popolare, in cui hanno gran parte il meraviglioso e la fiaba, e la solleva a dignità d'arte.

Venuto dal popolo e intimamente con questo congiunto, egli ne conserva la freschezza, l'ingenuità, la sanità: fantasia e realismo si fondono in lui in una nota schiettamente umana: le sue fate, i suoi dei si avvicinano alla terra, prendono parte alla nostra vita, agitati a loro volta dalle nostre stesse passioni; il dualismo di bene e male, che costituisce la vicenda terrena, li divide in potenze buone e potenze cattive, opposte fra loro; e la propria lotta essi portano fra gli uomini; ma se anche nello sfondo sono essi a guidare l'azione, gli uomini ci si mostrano tuttavia nella loro realtà e sembrano intessere con le proprie passioni la propria vita. E il bene si afferma pur sempre sul male: le debolezze umane sono punite, si emendano; soprattutto è celebrata la semplicità, la modestia contenta del poco, la naturalezza e sanità della vita operosa, contro l'ambizione, l'avidità, la sete di potere e di gloria. Felice nella rappresentazione del popolo, specie dei contadini, originale nella pittura di figure allegoriche, fecondo di trovate, spesso intrica troppo i fili (le sue opere migliori sono le più semplici e più umane, Der Menschenfeind, Der Verschwender), né riesce così schietto, ove tenta la nota tragica, nella seduzione di un'arte più elevata.

Un che di tragico non mancò invece alla sua vita: bisognoso di amore, fino alla dedizione, ebbe negata dal padre la fanciulla amata, Toni Wagner, e si legò, in un'infelicissima unione, con un'attrice; né, scioltosi da questa e tornato alla sua Toni, gli fu più possibile stringerla a sé legalmente, sicché la loro unione, che durò tutta la vita, non gli poté dare appagamento, mescolandosi di tormento ogni sua dolcezza. Né pieno appagamento gli diede l'arte, desideroso di più alti orizzonti che non poteva attingere, e deluso infine dalla volubilità del pubblico, dai facili successi di J. N. Nestroy. Roso dalla malinconia, solitario, scontento, pose fine egli stesso ai suoi giorni, nella trepidazione angosciosa che l'invase per il morso d'un cane, ritenuto idrofobo.

Ediz.: La prima edizione delle opere, Gesammelte Werke, curata da J. N. Vogl, Vienna 1847, voll. 4, come le edizioni successive curate da H. Glossy e A. Sauer, Vienna 1880-81, da E. Castle, Lipsia 1903 e da R. Fürst, Lipsia, s. a. sono ormai superate dall'edizione critica curata da Fr. Bruckner e E. Castle, F. R. Sämtliche Werke. Histor. krit. Säkularausgabe, Vienna 1924 segg., voll. 7. Epistolarî: Briefe von F. R. an Toni Wagner, in Jahrbuch d. Grillparzer-Gesell., IV (1894); F. R.s Liebesbriefe, ed. da Fr. Bruckner, Vienna 1914.

Bibl.: A. Farinelli, Grillparzer und R., Lipsia 1897; id., Aufsätze, Reden u. Charakteristiken, Bonn 1925; E. Schmidt, Charakteristiken, 2ª ed., Berlino 1902; Fr. Bruckner, F. R. in der Dichtung seiner Zeitgenossen, Vienna 1905; K. Fuhrmann, R.s Kunst u. Charakter, Berlino 1912; J. Reboul,Un grand précurseur des romantiques, R., Nizza 1912; A. Möller, F. R., Bilder von seinem Lebenseg, Graz 1923; G. Merck, R.s Verschwender. Wesen u. Werk eines Romantikers, Marburgo 1927.

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