BALLO, Ferdinando
Nato ad Orvieto il 14 nov. 1906, si trasferì a Milano nel 1924, dedicandosi ad una intensa attività concertistica sia come pianista sia come direttore d'orchestra. Animato da grande entusiasmo ed interesse per la produzione musicale d'avanguardia, trascurò ben presto la carriera attiva di musicista e si diede con scrupoloso impegno e profonda serietà alla ricerca di opere rappresentative da diffondere nell'ambiente musicale italiano. Spirito attivo e coraggioso, partecipò a vari movimenti d'avanguardia, tra cui quello della "Libra", sorto nel 1926. Iniziò da quel momento la sua collaborazione per la parte musicale a molte pubblicazioni allora assai diffuse nell'ambiente culturale milanese. Ricorderemo, tra gli altri, i saggi apparsi su Leonardo, La Rassegna musicale, Pan, L'Italia letteraria e Cronache latine. Inaugurò la cronaca musicale del quotidiano L'Ambrosiano e quando nel 1933 fu costretto a interrompere la collaborazione per ragioni politiche, si dedicò dapprima alla fotografia, poi all'antiquariato musicale, divenendo uno specialista assai apprezzato, e infine si interessò anche alla nuova architettura con E. Persico, partecipando alla fondazione e alla collaborazione delle riviste Domus e Casabella. Riprese in seguito la sua attività con la pubblicazione di alcuni saggi su Letteratura e La Musica dell'editore Sansoni (Firenze). Spinto dall'interesse per la musica contemporanea, fu direttore di una collezione di guide musicali di opere contemporanee per l'edizione "La Lampada" di Milano. Ideò inoltre Scuola libera,periodico di cultura contemporanea, e nel 1944, insieme con Achille Rosa, diede vita all'impresa editoriale "Rosa & Ballo", specializzata nella traduzione di opere moderne allora sconosciute in Italia, che pubblicò un centinaio di volumi di teatro, critica e narrativa. Dal 1945 al 1948 fu critico musicale del giornale Avanti! di Milano e collaborò a varie riviste tra cui Il Mondo e Mondo Europeo di Firenze, Società nuova, Omnibus e Sipario di Milano. Subito dopo la seconda guerra mondiale si distinse tra le figure più coraggiose e rappresentative della ricostruzione della vita musicale italiana. Nel 1945 insieme con Remigio Paone fu il fondatore (e direttore artistico fino al 1950) dei "Pomeriggi musicali" di Milano al Teatro Nuovo, una istituzione di concerti di musica da camera di alto livello artistico che, è ancor oggi in attività, ha il merito di aver fatto conoscere molti musicisti contemporanei di grande interesse. Nel 1947 organizzò il risorto Festival internazionale di musica contemporanea di Venezia, di cui fu nominato poi membro del comitato direttivo fino al 1952. Il 10 sett. 1951 diresse la prima esecuzione mondiale di The Rake's progress di Igor Stravinskij e allestì poi Lulù di A. Berg, Cardillac di P. Hindemith, Mahagonny di Kurt Weill e Lady Macbeth di D. Šostakovič. Fu tra i primi in Italia a individuare la personalità di G. Petrassi, L. Dallapiccola e G. Salviucci e con E. Persico fu strenuo difensore delle posizioni più avanzate della musica italiana. Studiò profondamente Hindemith e Weill, destando interesse per A. Schönberg e la sua scuola. Nel 1949 entrò a far parte della Radio italiana (RAI) divenendo vice-direttore del centro di produzione di Milano e capo del complesso artistico televisivo; ricoperse anche numerose cariche nella Società italiana di musica contemporanea (SIMC) e, appassionato di cinematografo, fu il più valido animatore della Cineteca milanese.
Critico intelligente e originale, dotato di una eccezionale capacità di sintesi arricchita da una naturale tendenza all'osservazione profonda e arguta, interrotta da immagini a largo respiro, ha lasciato numerosi saggi e pubblicazioni. Tra i più significativi sono il saggio sul Fidelio di Beethoven; La crisi del melodramma e il problema dei teatri di Stato,in Società nuova,I(1945), 2-3, pp. 25-32; Arrigo Boito (Torino s. d., ma 1938);Il capitolo, Mezzi meccanici di riproduzione e di trasmissione,ne IlLibro della musica (Firenze 1940); le guide musicali "Icapricci di Callot" di Malipiero; "Arlecchino" di F. Busoni; "Volo di notte" di L. Dallapiccola; "Coro di morti" di G. Petrassi (Milano 1942); Grosz e l'arte rivoluzionaria (Milano 1945). Collaborò anche a periodici stranieri, tra cui Revue musicale (Parigi) e Tempo (Londra).
Morì prematuramente a Milano il 13 ott. 1959. In segno di riconoscimento all'opera da lui svolta, l'ente "Pomeriggi musicali" di Milano ha istituito una fondazione intitolata al suo nome con l'assegnazione annuale di un premio per un'opera sinfonica di chiara ispirazione moderna.
Bibl.: Necrologia, in Oggi, 15 ott. 1959, p. 63; L. Rognoni, Ricordo di F. B., in Radiocorriere,11-17 ott. 1959, n. 41, p. 6; M. Bonfantini, F. B., uomo di cultura, in L'Approdo musicale,II,7-8 (1959), pp. 200-203; Encicl. d. Spettacolo,I,col. 1391; Diz. Ricordi della Musica e dei Musicisti,Milano 1959, p. 97.