BIDERI, Ferdinando
Nacque a Napoli il 27 nov. 1850. Insofferente dell'educazione familiare, fuggì di casa e, diciassettenne, fu con i reparti garibaldini a Mentana. La sua formazione culturale disordinata non gli impedì di rivelare una personalità estrosa e brillante. Dedicatosi all'editoria "d'arte", divenne nell'ultimo decennio del secolo il più raffinato stampatore di Napoli: gli eleganti caratteri, le caratteristiche iniziali in rosso o in azzurro lo fecero imporre rapidamente all'attenzione dei lettori e dei bibliofili. Ma il B. non fu soltanto un editore di cose napoletane; attento alle mode della cultura fin de siècle, non trascurò i prodotti più tipici e significativi della letteratura, della musica e dell'arte contemporanea.
Nel 1891 pubblicò, tra l'altro, 'O funneco verde, 'O munasterio e la Cronaca del Teatro San Carlino di S. Di Giacomo, quest'ultima in quarto grande, preziosamente illustrata col gusto floreale dell'epoca, in una tiratura per amatori. Nello stesso anno pubblicò, sempre del Di Giacomo, le Canzoni napolitane, illustrate da E. Rossi, e Gli amori di Mario Giobbe. Il "romanzo proibito" di Gabriele D'Annunzio, l'Innocente, rifiutato dall'editore milanese Treves per scrupoli moralistici, vide la luce nel 1892 per i tipi del Bideri. L'opera ebbe due tirature, in sedicesimo grande e in quarto grande; il testo, con ampi margini, era inquadrato da tre righe rosse, due verticali e una orizzontale: oggi è una rarità bibliografica. Nel 1893 videro la luce Pipa e boccale del Di Giacomo e, con disegni di F. P. Michetti, l'edizione definitiva dell'Intermezzo del D'Annunzio. Il B. tuttavia credeva anche nella necessità di dilatare l'impegno culturale della sua casa editrice e a lui spetta il merito di alcune traduzioni di opere di Oscar Wilde, del Tolstoj e del Dostoevskij.
Dal 1891 alla vigilia della prima guerra mondiale il B. divenne l'editore del settimanale letterario-musicale illustrato La tavola rotonda: vicollaborarono, tra gli altri, D'Annunzio, Di Giacomo, Capuana, Bracco, E. Scarfoglio, la Serao, F. Russo. La rivista aveva un supplemento periodico,Biblioteca varia de La tavola rotonda: in essa vennero pubblicati Nell'assenza di Lanciotto del D'Annunzio,Il mio romanzo di R. de Zerbi,Suor Filomena dei fratelli Goncourt (tradotta dal Di Giacomo). Una concessione al gusto popolaresco furono talune pubblicazioni "brillanti" e manualistiche: ricordiamo solamente Il segretario per tutti,Il Re dei cuochi e le "cartoline" con canzoni e brevi sketch tratti dal repertorio dei notissimi ed esilaranti "macchiettisti" napoletani Nicola Maldacea e Pasquale Villani.
Il trionfo della musica leggera napoletana trovò, naturalmente, nel B. un convinto fautore; egli volle, infatti, promuovere ad un livello internazionale quelle canzoni che, fino allora, avevano avuto diffusione e successo locali. Riunì pertanto intorno alla sua casa i migliori poeti, "parolieri" e compositori, e ne diffuse le composizioni in edizioni economiche: foglietti volanti con versi, libretti con canzoni e parti di mandolino, numeri unici in occasione dei festeggiamenti di Piedigrotta, ecc. Ne fece anche edizioni di lusso per l'estero e soprattutto per gli Stati Uniti e l'America meridionale.
Tra le più famose canzoni pubblicate dal B.: Carmela di G. B. De Curtis (1892), 'O marenariello di G. Ottaviano e S. Gambardella (1893), 'O sole mio di G. Capurro e E. Di Capua (1898),Torna maggio di V. Russo e Di Capua (1900),Io te vurria vasà di Russo e Di Capua (1900),Torna a Surriento di G. B. e E. De Curtis (1904),Voce 'e notte di E. Nicolardi e E. De Curtis (1904),Carmela mia di A. Califano e E. Cannio (1915).
Tra le traduzioni apparse nei primi anni del nuovo secolo ricordiamo Madame Bovary del Flaubert (1903),I vagabondi del Gor'kij (1905),Quo vadis? del Sienkiewicz (1918).
La guerra rallentò l'attività del B., segnandone definitivamente intorno al 1920 il tramonto. Non vi era posto ormai, nel mutato clima culturale e nell'accelerato processo di trasformazione del costume e dei gusti, per un'editoria così legata a un'epoca precisamente tipicizzata. Con l'avvento del fascismo il B. si allineò al nuovo regime e divenne consigliere direttivo dell'Unione industriale fascista. Morì a Portici il 14 luglio 1930.
Fonti e Bibl.: Necrologi: A. Macchia, in Roma, Napoli, 15 luglio 1930; Il Mattino, Napoli 16 luglio 1930; L'Illustraz. ital., 20 luglio 1930, p. 110; L'Italia che scrive, XIII(1930), n. 9, p. 307; S. Gaetani,L'eredità dell'Ottocento, Napoli 1933, p. 147; V. Paliotti,Storia della canzone napoletana, Milano 1958, p. 42 e passim; G. Doria,Campania, in Storia dell'editoria ital., I, Roma 1960, p. 318.