BRUSOTTI, Ferdinando
Nacque a Rosasco, in Lomellina, il 5 nov. 1839 da Luigi e da Carolina Villa. Compiuti gli studi classici presso i padri somaschi a Casale, la famiglia lo convinse a iscriversi alla facoltà di ingegneria di Torino, vincendo le resistenze del B. che avrebbe preferito dedicarsi allo studio della fisica. Laureatosi in ingegneria nel 1864 con una tesi su L'impiego del gas luce come forza motrice applicabile alla piccola industria colla macchina Lenoir o meglio con quella Barsanti e Matteucci, nel 1865 fu chiamato all'insegnamento di disegno di ornato e architettonico all'università di Pavia che impartì ininterrottamente fino al 1895, salvo una breve interruzione nel 1871, quando fu comandato per l'insegnamento della fisica tecnica presso l'università di Roma. Dal 1872 il B. tenne anche l'insegnamento di fisica presso il locale istituto tecnico. Morì a Pavia il 29 dic. 1899.
L'attività del B. ebbe indirizzi sia teorici sia pratici. Le ricerche teoriche, pur non essendo prive di pregio, non ebbero larga risonanza, e si rivolsero principalmente sia alla teoria cinetica della materia che all'elettrostatica realizzando miglioramenti in certi tipi di macchine elettrostatiche. Più larga fama il B. acquisì per le sue realizzazioni pratiche, alcune delle quali ebbero risonanza internazionale: fra queste l'ideazione di una lampadina elettrica contemporaneamente a Edison.
È subito da sottolineare il fatto che la lampadina brusottiana e quella edisoniana erano basate su principi totalmente diversi. È infatti noto che la lampada di Edison (costruita per la prima volta nel 1877) era basata sull'incandescenza di un filamento di carbone (sostituito nel 1879 da un filamento di cotone carbonizzato); la lampadina ideata dal B. (coperta da privativa industriale concessa con decreto 30 nov. 1877 e con decorrenza dal 31 dic. 1877) era invece costituita da una campana di vetro (entro la quale si faceva il vuoto) che conteneva una spirale di platino avvolta intorno a un cilindretto di calce. La spirale di platino era percorsa da corrente ad essa addotta mediante due opportuni morsetti in comunicazione con l'esterno. L'apparecchio era provvisto di un semplice dispositivo di sicurezza atto a interrompere la corrente quando si raggiungevano condizioni tali da minacciare la fusione del filo di platino; tale dispositivo (anch'esso ideato dal B.) era costituito essenzialmente da una lamina bimetallica che si fletteva per effetto dell'aumento della temperatura, determinando, oltre certi valori di freccia, la derivazione di una parte della corrente elettrica su un circuito derivato.
In seguito il B. apportò miglioramenti alla sua lampadina, sostituendo al filamento di platino un filamento di carbone, e alla campana un globo di vetro munito di collo, attraverso il quale uscivano i due capi del filo. Tali erano le lampade che furono presentate alla Società di incoraggiamento di Milano il 25 febbr. 1879.
Gli esperimenti continuarono finché il B. non fu informato dei risultati ottenuti da Edison con filamenti di cotone carbonizzato; giudicando di non poter competere con l'inventore americano (dati anche gli scarsi mezzi fornitigli dalla Società di incoraggiamento), egli non rinnovò il suo brevetto, che giunse così a scadenza il 31 dicembre 1880. Di tale decisione ebbe più tardi a pentirsi quando, il 1º maggio 1882, non poté soddisfare le richieste dell'industriale americano H. Orth, che gli chiedeva la cessione o la concessione del brevetto.
Tra le altre applicazioni pratiche del B. sono da ricordare, oltre ai già citati perfezionamenti a macchine elettrostatiche. l'ideazione di un indicatore elettrico del livello dell'acqua nei fiumi, il perfezionamento dell'anemometrografo Parnisetti (l'apparecchio fu premiato con medaglia d'oro all'esposizione di Alessandria del 1870), un nuovo tipo di igrometro. Degne di menzione sono inoltre le esperienze di comunicazioni telefoniche eseguite nel 1874 dal B. con apparecchi da lui stesso costruiti e condotte servendosi della linea telegrafica ferroviaria Pavia-Lomello. Tale comunicazione telefonica (km 36,5) era per quel tempo un risultato notevole; si ricorda, infatti, che la domanda di brevetto di Meucci è del 1871, e che A. G. Bell ed E. Gray depositarono le loro domande (per brevetti sostanzialmente identici) il 14 febbr. 1876. Tali sistemi consentivano comunicazioni telefoniche a brevissima distanza e solo nel 1877, negli U.S.A., si riuscì ad effettuare una comunicazione telefonica su una distanza di 22 chilometri.
Bibl.: R. Serini, Il precursore di Edison. L'invenzione di F. B. …, in IlPopolo di Pavia, 18 marzo 1934; A. Mariani, Gli Italiani e la lampadina elettrica. Un altro precursore, in L'Italia (Milano), 28 ott. 1941; A. Corradi, Memorie e documenti per la storia dell'Univ. di Pavia, I, Pavia 1878, p. 244.