CONSTABILE (Costabili), Ferdinando (in religione Paolo)
Di nobile famiglia ferrarese, il C. nacque a Ferrara il 23 luglio 1520 da Biagio, medico di Isabella del Balzo l'esiliata regina di Napoli, e da Isabella dei marchesi Guerini; fu tenuto a battesimo dal principe Cesare e dall'infanta Giulia, figli di Isabella. Di famiglia molto devota (la madre era terziaria della Penitenza di s. Domenico, e dei suoi sei figli ben tre abbracciarono la vita religiosa), entrò verso i quattordici anni nel monastero di S. Maria degli Angeli a Ferrara, dove prese l'abito domenicano, mutando il suo nome da Ferdinando in Paolo. Studiò filosofia e teologia a Bologna, e fu poi inviato come lettore a Rimini, Murano, Modena, Mantova, ed infine per dieci anni a Genova, nei due conventi domenicani della città.
Durante il suo soggiorno genovese, il C. fu coinvolto nella fuga dal carcere di un eretico, tra le cui carte era stata trovata una lettera a lui rivolta; arrestato e tradotto di fronte all'Inquisizione, fu però riconosciuto completamente innocente.
Fu successivamente maestro dello Studio di Bologna, priore a S. Caterina di Formello a Napoli e poi al convento di S. Maria degli Angeli a Ferrara. Nel 1570 fu creato da Pio V inquisitore a Reggio e Ferrara, carica che mantenne fino al 1573, infierendo con severità contro eretici ed ebrei, al punto che "fu in diverse con giunture assai prossimo a perdere la vita" (Casan. 5551, f. 21v). Nel 1573 fu creato inquisitore a Milano, dove diede prova della sua rigida ortodossia. Nello stesso anno, Gregorio XIII lo chiamava a succedere a Tommaso Manriquez nella carica di maestro del Sacro Palazzo. In questa veste, ebbe una parte essenziale nella pubblicazione del Decretum Gratiani emendatum et notationibus illustratum... Gregorii XIII iussu editum (Romae 1582).
Il 21 maggio 1580, il capitolo generale dell'Ordine, riunito a Roma, lo eleggeva maestro generale: tale elezione, inaspettata, fu dovuta al fatto che il candidato più probabile, il vicario generale Sisto Fabbri, era inviso al cardinale Michele Bonelli, nipote del defunto papa Pio V e uomo assai potente in Curia. Di fronte a tale opposizione, Gregorio XIII presentò agli elettori una scelta di quattro candidati: il primo era appunto il C., che fu così imposto dall'alto all'Ordine.
Il generalato dei C., durato appena due anni, fu caratterizzato dall'appoggio dato a diverse riiorme e da una prima organizzazione delle missioni domenicane in Oriente. Dopo essersi scelto qome compagni frate Paolo da Mirandola e frate Girolamo Giovannini da Capugnano, poi autore di una Vita di fra P. C., maestro generale dell'Ordine de' predicatori (Venezia 1586), il C. lasciò Roma nel settembre del 1580, nominando vicario generale il frate portoghese Antonio da Souza, per intraprendere la visita delle province meridionali dell'Ordine, quelle di Napoli e di Trinacria, spinto anche dalla necessità di consolidare la riforma della Congregazione degli Abruzzi, approvata dal capitolo generale dello stesso 1580. Il 10 settembre promulgava a Napoli le ordinanze per la riforma della provincia; si recò poi in Sicilia, dove si fermò fino alla primavera del 1581: il 2 aprile venivano pubblicate a Palermo le ordinanze relative alla sua visita. Rientrato a Roma nel novembre, il C. riprendeva nella primavera del 1582 le sue visite, dirigendosi verso la provincia di Lombardia.
A Bologna fu raggiunto da frate Giovanni Crisostomo d'Aracena, un religioso spagnolo che veniva dalle Filippine a sollecitare dal generale dell'Ordine l'organizzazione delle missioni domenicane in Cina e nelle Filippine. Con una lettera del 14 luglio dello stesso anno, il C. nominava Giovanni d'Aracena vicario generale per le Filippine, con la facoltà di raggrupparvi quaranta frati tratti dalle province di Spagna, due dalla provincia americana di San Vincente de Chiapa e otto dalla provincia dei Messico: la Congregazione avrebbe goduto dei privilegi concessi alla provincia del Messico. Due bolle successive di Gregorio XIII, del 14 settembre e del 20 ottobre, confermavano le decisioni del Constabile. Anche la Congregazione delle Indie Orientali, che comprendeva tutte le missioni portoghesi, era stata riorganizzata dal C., con ordinanze emesse nel 1580, nel capitolo stesso della sua elezione.
Durante il suo generaiato il C. si occupò, inoltre, di promuovere la canonizzazione del catalano Raimondo di Peñafort, maestro generale dell'Ordine, canonizzato nel 1601.
Dopo esser passato da Milano, il C. giunse a Venezia il 3 ag. 1587, per portare a termine la visita della provincia di Lombardia. Ammalatosi, morì a Venezia il 17 settembre dello stesso 1582, nel convento di S. Domenico. Fu sepolto nel chiostro di questo convento, dove il confratello Paolo da Mirandola gli fece erigere una statua, opera dello scultore Alessandro Vittoria.
Era morto in odore di santità, e il popolo lo fece a pezzi per prenderne reliquie: "fu difficile alle guardie che assistevano il suo cadavere di salvarlo dagli insultidella moltitudine che si affollava per provvedersi delle sue Reliquie, parte strappandogli e tagliandogli le sacre vesti e parte ancora li Capelli e li pezzi di carne finché levato a forza dagl'occhi e dalla violenza di quella divota importunità, fu colla debita distinzione depositato separatamente nella Sepoltura di quel Convento" (Casan. 5551, ff. 33r-33v).
Fonti e Bibl.: Roma, Bibl. Casanatense, Casan. 5551:C. Costabili, Vita del mirabile servo di Dio fra' P. Costabili;P. Ridolfi, Oratio in fu nere Magistri Pauli Constabilis..., Venetiis 1582; L. Groto Cieco d'Hadria, Oratione recitata..., nelle seconde esequie del reverendissimo... P. Paolo Costa bili..., in Le orat. voligari, Venezia 1586, pp. 127 ss.; Bullar. Ordinis fratrum praedic., V, Roma 1733, pp. 400 ss.; Acta capitul. gener. Ord. praed., V (1558-1600), a cura di B. M. Reichert, in Monum. Ordinis Fr. praed. historica, X, Romae 1901, pp. 180, 188, 190-192, 198, 227, 249, 253, 261; G. M. Piò, Delle vite degli huomini illustri di S. Dome nico..., II, Pavia 1613, cc. 286-291; A. Superbi, Apparato de gli huomini illustri della città di Ferrara, Ferrara 1620, p. 29; V. M. Fontana, Sacrum theatrum dominicanum, Romae 1666, pp. 448, 608; J. Quétif-J. Echard, Scriptores Ordinis Praedicatorum, II, Lutetiae Parisiorum 1721, p. 255; G. Catatano, De magistro Sacri Palatii apostolici..., Romae 1751, pp. 132 s.; F. M. Reusch, Der Index der verbotenen Bücher, I, Bonn 1883, p. 441; R. P. Mortier, Histoire des maîtres généraux de l'Ordre des frères prêcheurs, V (1487-1589), Paris 1911, pp. 589-606; A. Walz, Compendium historiae Ordinis praedicatorum, Roma 1948, ad Indicem;H. Hurter, Nomenelator literarius..., III, coll. 329-330; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., XIII, col. 525.