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CRIVELLI, Ferdinando

di Gian Luca Kannès - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 31 (1985)
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CRIVELLI, Ferdinando

Gian Luca Kannès

Figlio di Antonio, nacque a Bergamo il 16 giugno 1810, in una famiglia di modeste condizioni. Secondo il necrologio steso dal Ponzoni (1855), frequentò a Milano le scuole elementari maggiori mostrando precoce predisposizione per il disegno. Nel 1823, a tredici anni, si iscrisse ai corsi di architettura tenuti da G. Bianconi presso l'Accademia Carrara di Bergamo, dove una sua esercitazione (rilievo di pianta e facciata del Partenone in Atene), ottenne nel 1826 l'accessit al concorso di seconda classe per l'architettura (Bergamo, Arch. d. Accademia Carrara, VI, Fascicolo personale F. Crivelli; Ibid., Verbali della Commissione esami e premi 1811-1845).

Trasferitosi a Brera, conseguì nel 1832 il premio di invenzione al concorso di seconda classe per l'architettura e vinse nel 1835 il concorso di prima classe con il progetto di un fabbricato per le poste "per una città capitale" (Attidella I. R. Accademia di belle arti di Milano, XVI[1832], pp. 39, 47; XIX [1835], pp. 38 ss.; il C. era presente all'esposizione del 1832 in Brera anche con un rilievo dei Propilei di. Atene). Il Ponzoni, che fu suo amico personale, segnala che il C. frequentò in questo periodo gli studi di due tra i più affermati architetti lombardi del momento, G. Tazzini (successore del Canonica nella carica di ispettore dei palazzi reali) e G. Cusi, che era allora ingegnere capo delle province di Como e Brescia. Svolto un primo tirocinio pratico presso l'ingegner Pegoretti, necessario al conseguimento della patente di architetto, il C. fu assistente del Cusi nell'erezione della barriera delle Grazie a Bergamo (Pelandi, 1963, p. 11) e diresse con apprezzati risultati tecnici la progettazione del ponte a una sola arcata sul Brembo a Ponte San Pietro, inaugurato il 16 ag. 1837. Nel frattempo proseguiva in privato gli studi di algebra e geometria, impostati sotto la guida dell'ingegner Pagani, mentre ancora frequentava Brera e continuati poi con l'aiuto dell'ingegner Robotti, suo collega e coetaneo. Iscrittosi all'università di Pavia, vi conseguì il 7 nov. 1841 la laurea fisico-matematica, completando l'iter per l'ottenimento della patente di ingegnere agrimensore attraverso un ulteriore apprendistato a Bergamo presso P. A. Pagnoncelli.

La ripresa degli studi corrispondeva a precise necessità di carriera, data la crescente situazione di svantaggio in cui gli architetti diplomatisi a Brera si trovavano rispetto ai colleghi provenienti dalla laurea scientifica. Il C., acquisendo già trentenne il titolo di ingegnere accanto a quello di architetto che gli spettava dal 1835, intendeva garantirsi il definitivo avvio di un'attività professionale autonoma.

Degli anni successivi sono le sue opere più impegnative: il C. risultò secondo nella competizione vinta da G. Berlendis (1841) per la costruzione della chiesa di S. Anna in borgo Palazzo a Bergamo (Pelandi, 1966, p. 48); si assicurò tuttavia due fra le principali commissioni bergamasche del momento: la continuazione dei lavori per la chiesa di S. Andrea nella città alta e la ristrutturazione del liceo cittadino ospitato negli stabili dell'ex convento di Rosate, incarichi che la prevista posizione di questi edifici a dominio del panorama di Bergamo rendeva particolarmente delicati.

I lavori per la chiesa di S. Andrea erano stati impostati tra il 1828 e il 1840 su progetto di G. Romili; il C., succedendo a quest'ultimo nel 1841, affrontò con più convincenti risultati sul piano estetico i difficili problemi posti dalle irregolarità e dai dislivelli del terreno di fondazione, ed accentuò i riferimenti ai modelli del Quarenghi, tenendo specificatamente presente la chiesa dei cavalieri di Malta a Pietroburgo.

La chiesa di S. Andrea, consacrata nel 1847, rimase priva della facciata, che il C. prevedeva di completare con un pronao esastilo. Disegni autografi sono conservati presso la Biblioteca civica A. Mai di Bergamo, in un album rilegato dal titolo Crivelli -progetto di S. Andrea in Bergamo e disegni di altri architetti bergamaschi, fondo Bergamo illustrata, f. 7 (v. inoltre Fornoni, Storia ..., XV, pp. 35 s., che informa di proposte alternative per la facciata presentate da A. Preda e A. Piccinelli).

Il progetto per il liceo di Bergamo (attuale liceo ginnasio Paolo Sarpi) fu steso nel 1840ed approvato dal viceré nel 1844con modifiche imposte da P. Pestagalli, che come aggiunto alla direzione generale delle Pubbliche Costruzioni aveva in un primo tempo bocciato i disegni. L'edificio, che conserva solo in parte i locali dell'antico convento, veniva compiuto nel 1849fra pressioni dell'amministrazione municipale per una conduzione economica dei lavori e fra condizionamenti di cui lo stesso C. ebbe occasione di lamentarsi. Documenti sulla commissione sono presso l'Archivio storico civico di Bergamo (Sez. Ottocento, Proprietà comunali, cartt. 285-288)e da essi risulta che il C. aveva preso ad occuparsi della questione già nel 1836, redigendo, in collaborazione con l'ingegner Pagnoncelli, un'ipotesi, poi scartata, per il parziale trasferimento dell'istituzione nel palazzo Vailetti di Medolago.

Il Ponzoni (1855) segnala l'insoddisfazione e l'amarezza con cui il C. negli ultimi anni di vita ripensava alla propria carriera ed accenna all'accoglienza non sempre soddisfacente che le sue fabbriche avevano incontrato negli ambienti cittadini. Il C. era comunque tra i più stimati professionisti locali: nel 1846 fu eletto socio dell'Ateneo di Bergamo; nel 1851-1853 gli fu affidato il rifacimento della cupola della cattedrale nella città alta (Pagnoni, 1974, p. 3) a sostituzione della precedente calotta centinata. del Cusi e sulla scorta del modello seicentesco del Fontana. Ulteriori opere note sono: l'altar maggiore della parrocchiale di Villasola (progetto rielaborato nel 184 1 da G. Cattò; un disegno preparatorio, non firmato, si conserva nel citato album Crivelli... della Biblioteca civica di Bergamo); l'altar maggiore della parrocchiale di Adrara San Martino (1843); le proposte, non eseguite, per l'ospedale di Romano di Lombardia; la nuova armatura del tetto e delle volte del teatro Riccardi di Bergamo (oggi trasformato nel teatro Donizetti). Sempre a Bergamo sono attribuiti al C. il restauro della casa di Bartolomeo Suardi e il completamento di palazzo Serassi poi Daina e Stampa a correzione del progetto di un precedente architetto. Secondo il Fornoni (Architetti ..., I, p. 119), che cita la maggior parte di questi interventi, i lavori del C. per palazzo Serassi si limiterebbero al solo portico.

Il C. morì a Bergamo all'età di 44 anni, il 5 apr. 1855, dopo lunga malattia.

Fonti e Bibl.: Necrol. di A. Ponzoni, in Giorn. di Bergamo, 24 apr. 1855, pp. 1 s.; Bergamo, Bibl. civica Angelo Mai, ms. Υ sopra I n. 7/9: C. Bravi, Cenni necrologici letti nell'Ateneo di Bergamo (appunti preparatori per il necrol. dei C. letto nella seduta 28 febbr. 1856 e rimasto inedito); ms. Υ sopra I n. 9/15 bis: Id., Miscellanea di notizie patrie, s. v.; Bergamo, Arch. d. Ufficio di arte sacra presso la curia vescovile, E. Fornoni, Architetti, scultori, I, p. 119; Ibid., Id., Storia di Bergamo, XV, pp. 3-57; XVI, p. 152; Bergamo, o sia Notizie patrie, XXVII (1841), p. 46; XXXIV (1848), p. 111; XXXVII (1851), p. 63; XLIII (1856), pp. 132 s.; XLIV (1858), p. 60; XLVII (1861), p. 112; P. Locatelli, Illustri bergamaschi, III, Bergamo 1879, p. 376; A. Mazzi, V. E.Gasdia: Bergamo a Napoli, cenno bibliografico, in Boll. della Civica Biblioteca di Bergamo, XV(1921), 4, p. 59; L. Volpi, Tre secoli di cultura bergamasca, Bergamo 1952, pp. 144, 160, 197; B. Belotti, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, V, Bergamo 1959, pp. 237 fig., 465, 470, 487 fig. 571; Edifici di valore stor. artist. del territorio del consorzio urbanistico intercomunale di Bergamo, a cura di A. Fumagalli-V. Zanella, Bergamo 1960, p. 96; L. Pelandi, Attraverso le vie di Bergamo scomparsa. II, La strada Ferdinandea, Bergamo 1963, pp. 11, 225 ss.; V, Il Borgo Palazzo, Bergamo 1966, pp. 48, 195; L. Pagnoni, Le Chiese parrocchiali della diocesi di Bergamo, Gorle 1974, I, pp. 35, 63, 87; II, p. 1005; Id., Chiese parrocchiali bergamasche, Bergamo 1979, pp. 7, 37 s., 46, 409.

Vedi anche
portico Ambiente al pianoterra, del quale almeno un lato è costituito da una teoria di colonne o di pilastri e caratterizzato da aperture a regolare distanza; può essere elemento decorativo nella facciata o nel fianco di palazzi, oppure area di passeggio o di riparo lungo le vie, intorno a cortili, piazze, mercati ... facciata Il prospetto esterno di un fabbricato, corrispondente a ciascuno dei lati del suo perimetro. Si intende come muro di facciata la semplice caratteristica strutturale, mentre assume valore architettonico la sua più articolata connotazione formale: in particolare quella della facciata principale, su cui ... cupola anatomia cupola diaframmatica Ciascuna delle due metà arrotondate e convesse del diaframma, il cui profilo e la cui mobilità sono ben visibili allo schermo radioscopico. cupola pleurica La parte più elevata della pleura, detta anche domo o cappuccio pleurico, che riveste e sovrasta l’apice del polmone. ... Bergamo Comune della Lombardia (38,8 km2 con 115.645 ab. nel 2007), capoluogo di provincia. La città ha un nucleo più antico posto su un colle (366 m s.l.m.) e una parte moderna, ai piedi del colle, accresciuta in seguito all’espansione industriale e all’incremento demografico. Estesi quartieri residenziali ...
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crivellare
crivellare v. tr. [der. di crivello] (io crivèllo, ecc.). – 1. Passare attraverso un crivello, vagliare: c. il carbone, la cenere, la ghiaia, un minerale; raro e ant. nei sign. fig. di vagliare. 2. Forare fittamente come un crivello, bucherellare,...
crivèllo
crivello crivèllo s. m. [lat. tardo cribellum, dim. di cribrum «vaglio»]. – 1. Apparecchio costituito da un telaio sul cui fondo è fissata una rete metallica o una lamiera perforata, usato in agricoltura, nell’edilizia, nell’industria estrattiva,...
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