GIANOTTI, Ferdinando
Nacque a Corsico, presso Milano, il 22 ag. 1920 da Giuseppe e da Rosa Sala, e nel 1940 si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell'Università di Milano. Superando il non lieve disagio di dover conciliare studio e lavoro, nel 1947 conseguì la laurea a pieni voti e si specializzò poi in dermatologia e venereologia presso la scuola diretta da A. Crosti. In questa clinica ebbe inizio la sua carriera accademica: assistente volontario nel 1950, incaricato nel 1952 e ordinario nel 1962, conseguì nel 1956 la libera docenza in clinica dermosifilopatica e nel 1966 quella in dermatologia allergologica e professionale.
Nell'Università di Milano il G. percorse tutta la sua carriera clinica e didattica: nominato aiuto e incaricato dell'insegnamento della dermatologia allergologica e professionale nel 1966, nel 1970 fu incaricato della direzione della seconda cattedra di clinica dermosifilopatica e nel 1974 di quella di dermatologia pediatrica. Di quest'ultima disciplina, superato il relativo concorso, fu nominato professore straordinario nel 1975 e ordinario nel 1978. Diveniva così titolare della cattedra e direttore della clinica di dermatologia pediatrica, una istituzione destinata a divenire centro di grande rinomanza anche all'estero per lo studio e la cura della patologia cutanea infantile: un reparto di degenza di 30 letti, un ambulatorio specialistico unico nell'Italia settentrionale e uno per la prevenzione delle forme contagiose, un'équipe preparata e affiatata, assicuravano ogni anno una efficientissima assistenza a circa 15.000 bambini. Nel 1979 il G. assunse la direzione della scuola di specializzazione in dermatologia e venereologia e nel 1982 quella della I clinica dermosifilopatica.
Molto noto e apprezzato per le sue non comuni doti di ricercatore e di didatta, il G. fu considerato uno dei venticinque più eminenti dermatologi del secolo e padre della dermatologia pediatrica. Autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche sulle più importanti riviste specialistiche nazionali e internazionali, recò importanti e originali contributi allo studio di varie malattie di interesse dermatologico.
Dopo aver affrontato nel periodo giovanile argomenti vari di clinica dermatologica (Le variazioni della piruvicemia nell'uomo in seguito all'introduzione di arsenobenzolo, in Scritti in onore di J. Cappelli, Torino 1950, pp. 657-673, in collaborazione con V. Puccinelli; Identificazione di eventuali stati di iperparatiroidismo nelle sclerodermie mediante la prova biologica di Hamilton-Highmann, in Giornale italiano di dermatologia e sifilologia, XCII [1951], pp. 341-348, in collaborazione con P. Caccialanza; Nuovi aspetti patogenetici dell'herpes gestationis eloro rapporti con la tossiemia gravidica e preeclamptica, ibid., XCV [1954], pp. 423-449, studio clinico-sperimentale, questo, al quale fu conferito il premio Bellini 1953), orientò ben presto i suoi interessi ai problemi della dermatologia professionale: ad alcuni significativi contributi di ordine patogenetico e profilattico su lesioni dermatologiche da traumatismi, su lavorazioni in ambiente umido e su processi infiammatori (Contributo alla conoscenza della patologia cutanea nella lavorazione del lino e della canapa, in La Medicina del lavoro, XLIV [1953], pp. 538-543, in coll. con C.L. Meneghini) e sulla patogenesi dell'eczema (Studi sull'allergia al cromo in soggetti con eczema da cemento, in Giornale italiano di dermatologia e sifilologia, XCVII [1955], pp. 125-232, in coll. con C.L. Meneghini), fece seguire importanti studi clinici e sperimentali, di vasta risonanza anche a livello internazionale e ricchi di ampi riferimenti storico-letterari, condotti su alcune migliaia di mondariso affette, durante la stagione lavorativa, da varie patologie cutanee, dalle micosi alle fitodermatosi, alle dermatiti eritemato-pomfo-papulo-vescicolose, per le quali ultime fu presa in considerazione la possibilità che agenti responsabili ne fossero insetti presenti nell'acqua delle risaie (La patologia cutanea dei lavoratori addetti alla monda del riso, in Rassegna di medicina industriale, XXIV [1955], pp. 179-194, in coll. con R. Luvoni; La patologia cutanea degli addettialla monda ed al trapianto del riso, in Giornale italiano di dermatologia, IC [1958], pp. 376-405, lavoro questo in cui veniva posta particolare attenzione ai rilievi parassitologici dell'ambiente, al quale era stato conferito nel 1957 il premio Bellini; Ulteriori contributi alla conoscenza della patologia cutanea delle mondarisoe dei trapiantatori, in Rassegna di medicina industriale e di igiene del lavoro, XXVII [1958], pp. 102-116, in coll. con R. Luvoni): osservazioni importanti sotto l'aspetto etiopatogenetico, con l'identificazione di dermatiti da schistosomi e da cercarie, e, dal punto di vista medico-legale, ricollegantisi in parte ad alcuni precedenti studi relativi al riconoscimento delle malattie cutanee professionali, alla valutazione del loro rischio e dei danni da esse causati e alla interpretazione della legislazione italiana vigente nel settore previdenziale (Aspetti medico-legali in dermatologia professionale, in Rassegna di medicina industriale, XXIV [1955], pp. 282-290, in coll. con C.L. Meneghini).
Una particolare attenzione il G. dedicò allo studio delle forme patologiche che colpiscono la cute infantile, che per le sue caratteristiche si presta mirabilmente all'osservazione clinico-scientifica: studiò i rapporti tra varicella e vaccinosi in bambini affetti da eczema costituzionale (Rilievi clinici su 22 casi di eruzione varicelliforme di Kaposi, in Giornale italiano di dermatologia e sifilologia, XCVI [1955], pp. 255-262); descrisse la rara localizzazione laringea della dermatite erpetiforme, documentandone la netta sensibilità al trattamento steroideo (Su due casi di dermatite erpetiforme di Duhring infantile, ibid., pp. 263-269); illustrò, con ricca documentazione di reperti laboratoristici e argute considerazioni di ordine diagnostico differenziale, le eritrodermie della seconda infanzia (Quadri eritrodermici della seconda infanzia, ibid., XCVII [1956], pp. 145-172). In questo settore della clinica dermatologica, di grande rilievo fu nella vasta gamma di manifestazioni cliniche consimili la precisa individuazione da parte del G. in collaborazione col Crosti di una particolare patologia esantematica acroesposta, l'acrodermatite papulosa infantile, nota come malattia di Gianotti e Crosti, della quale, dopo averne fornito la prima descrizione come entità autonoma, studiò i rapporti con l'epatite B in considerazione della costante dimostrabilità nei soggetti malati della presenza dell'antigene Australia (Rilievi di una particolare casistica tossinfettiva caratterizzata da eruzione eritemato-infiltrativa desquamativa a focolai lenticolari, a sede elettiva acroesposta, ibid., XCVI [1955], pp. 678-694; Dermatosi infantile eruttiva acroesposta di probabile origine virosica, in Minerva dermatologica, XXXI [1956], Suppl. al n. 12, pp. 483-492, in coll. con A. Crosti; Dermatose éruptive acro-située d'origine probablement virosique, in Dermatologica, CXV [1957], pp. 671-677; Weitere Beobachtungen über die eruptive papulöse infantile Akrodermatose, in Archiv für klinische und experimentelle Dermatologie, CCXIII [1961], pp. 858-862; Ulteriore contributo alla conoscenza dell'acrodermatite papulosa infantile, in Giornale italiano di dermatologia, CV [1964], pp. 477-504; L'epatite acuta anitterica nell'acrodermatite papulosa infantile, Milano s.d., monografia che ottenne il primo premio Ganassini per gli approfondimenti clinici e gli apporti di microscopia elettronica al problema etiologico; L'acrodermatite papulosa infantile "malattia", in Gazzetta sanitaria, XLI [1970], pp. 271-274; Papular acrodermatitis of childhood. An Australia antigen disease, in Archives of disease in childhood, XLVIII [1973], pp. 794-799; Akrodermatitis papulosa infantilis. An Australia antigen disease, in Paediatrie und Paedologie, XII [1977], pp. 158-162; Papular acrodermatitis of childhood and other papulo-vesicular acro-located syndromes, in British Journal of dermatology, C [1979], 1, pp. 49-59). Attualmente si ritiene che lo sviluppo, in una elevata percentuale di bambini affetti da una forma acuta per solito anitterica di epatite B, della malattia di Gianotti-Crosti sia, con ogni probabilità, conseguente alla precipitazione a livello cutaneo di immuno-complessi costituiti da antigene di superficie del virus dell'epatite B e relativi anticorpi, in modesto eccesso di antigene; e che i soggetti nei quali compare la dermatite in questione presentino un alto rischio di divenire portatori cronici dello stesso antigene di superficie (v. G.R. Burgio - G. Perinotto - A.G. Ugazio, Pediatria essenziale, Torino 1997, p. 493).
Di notevole interesse furono anche gli studi clinici e sperimentali che il G. condusse sul pemfigo, con l'isolamento da cute, mucose, sangue e liquor di soggetti malati di un virus del ceppo KB: reperti virologici e immunologici, questi, che lo indussero a sostenere la etiologia virale della forma morbosa, dai vari autori sempre considerata possibile o probabile, anche se ne sembra ormai accertata la natura autoimmunitaria (Isolamento di un singolare virus patogeno da malati del gruppo pemfigo, in Giornale italiano di dermatologia, C [1959], pp. 229-242, in coll. con A. Crosti e E. Hahn; Studio istopatologico dei conigli inoculati con virus isolati dal sangue di malati del gruppo pemfigo, ibid., CVII [1966], pp. 297-322, in coll. con E. Ronchi e D. Bubola); e quelli sulle istiocitosi, tra le quali isolò la variante clinica che definì "istiocitosi benigna cefalica", una proliferazione istiocitaria elettivamente localizzata al capo, al collo e alle spalle e tendente alla risoluzione spontanea, prima conosciuta come "istiocitosi papulare della testa" (Singulière histiocytose infantile àcellules avec particules vermiformes intracytoplasmiques, in Bulletin de la Sociétéfrançaise de dermatologie et de syphiligraphie, LXXVIII [1971], pp. 232 s., in coll. con R. Caputo e E. Ermacora; Histiocytose à cellules avec particules vermiformes intracytoplasmiques. Deuxième cas infantile, ibid., LXXIX [1972], pp. 244 s.; Cutaneousproliferative histiocytoses in children, in Giornale italiano di dermatologia e venereologia, CXV [1980], pp. 59-66; Cytoplasmic markers: ultrastructural features in histiocytis proliferations of the skin, ibid., pp. 107-120, in coll. con R. Caputo).
Meritano ancora di essere ricordati i contributi del G. alla conoscenza di quella particolare forma istioproliferativa prima chiamata "istiocitosi X" e oggi definita "granulomatosi a cellule di Langerhans" (Skin ultrastructure in Hand-Schüller-Christian disease. Report on abnormal Langerhans' cells, in Archives of dermatology, C [1969], pp. 342-349, in coll. con R. Caputo; Istiocitosi X nell'infanzia. Terapia delle forme disseminate con vinblastina, in Boll. dell'Istituto dermatologico S. Gallicano, IX [1974], pp. 111-122, in coll. con R. Caputo e E. Ermacora; Skin ultrastructure in Letterer-Siwe disease treated with vinblastine. Mode of penetration of Langerhans granules into the nucleus, in British Journal of dermatology, LXXXIV [1971], pp. 335-345, in coll. con R. Caputo; Importanza clinica e prognostica delle lesionicutanee dell'istiocitosi X, in Tumori delle ossa e dei tessuti molli, a cura di U. Veronesi et al., Milano 1981, pp. 95-99) e alle conseguenze del drammatico inquinamento ambientale di Seveso (Analysis of lipids and dioxin in chloracne due to tetrachloro-2,3,7,8,-p-dibenzo-dioxin, in British Journal of dermatology, CV [1981], pp. 137-143, in coll. con S. Passi et al.).
Il G. fu anche autore dei capitoli Le malattie della pelle nell'età senile, nel Trattato italiano di medicina interna, diretto da P. Introzzi, X, Firenze-Roma 1966, pp. 1075-1083, in coll. con G. Mans; e Malattie della cute, nelle tre edizioni del Manuale di pediatria di E. Schwarz Tiene pubblicate a Milano nel 1968 (pp. 886-1022), nel 1973 (pp. 1030-1069) e nel 1975 (pp. 849-878). Redasse, inoltre, per l'Enciclopedia medica italiana le voci Epidermolisi bollosa (V, coll. 2375-2379), Incontinentia pigmenti (VII, coll. 1711-1713), Ittiosi (VIII, coll. 857-862), Leiner, Eritrodermia di (ibid., coll. 1367-1369) e Lichen striatus (ibid., coll. 1698-1700).
Studioso di fama internazionale, il G. appartenne a numerose società scientifiche: la Società italiana di dermatologia e venereologia, il Comitato scientifico per lo sviluppo della dermatologia in Milano, la Société française de dermatologie et de syphiligraphie, l'Association des dermatologistes et syphilographes de langue française, la Société médicale des hôpitaux de Paris, l'Academia española de dermatologia, la European Society for dermatological research, European Society for pediatric dermatology, della quale fu anche presidente. Tra il 1951 e il 1966 gli furono conferiti 8 premi nazionali dalle Fondazioni A. Bertorelli, A. Bellini, Pasini-Bellini, D. Ganassini.
Il G., che aveva sposato Germana Castelli, dalla quale ebbe il figlio Raffaele, morì improvvisamente a Marina di Camerota, nel Cilento, il 25 luglio 1984.
Fonti e Bibl.: Necr. in: Giornale italiano di dermatologia e venereologia, CXIX (1984), pp. 369 s.; Università degli studi di Milano. Annuario. Anno accademico 1983-84, Milano 1984, p. 441; La Ca' Granda, XXV (1984), pp. 34 s.; Corriere della sera, 27 luglio 1984; Il Giornale, 26 luglio 1984; Il Giorno, 29 luglio 1984; Il Corrieremedico, 31 luglio 1984; L. Sterpellone, Eponimia medica, Roma 1976, p. 169; B.L. Barsky et al., Benign cephalic histiocytosis, in Archives of dermatology, LXX (1984), pp. 650-655.