GUICCIARDINI, Ferdinando
Figlio primogenito del conte Carlo, ciambellano alla corte granducale, e della contessa Giulia Pucci, nacque a Firenze l'11 febbr. 1845. Compiuti i primi studi sotto la guida di un istitutore privato, Lodovico Fiaschi, dal 1862 al 1864 frequentò come uditore i corsi di matematica, fisica e filosofia nelle Scuole pie.
La prematura scomparsa del padre, avvenuta a Parigi il 2 ag. 1862, lo costrinse a occuparsi fin dalla giovane età del cospicuo patrimonio di famiglia. Dopo un periodo di quattro anni, durante il quale fu sottoposto al regime tutelare insieme con la sorella Teresa e il fratello Lodovico, nel 1866, divenuto maggiorenne, assunse la diretta gestione delle vaste proprietà terriere ereditate dal padre. Da allora e per il resto della sua esistenza i problemi dell'agricoltura occuparono un posto di primo piano fra i suoi interessi.
Il G. dedicò particolare attenzione al miglioramento della rete viaria facendo sì che in ciascuno dei principali possedimenti della famiglia (le fattorie di Poppiano e di Lucignano in Val di Pesa, quella di Usella nella Valle del Bisenzio, quella di Pitiana nel Valdarno, quest'ultima di proprietà della madre) fosse costruito un buon sistema di collegamenti stradali. Provvide inoltre alla sperimentazione di nuove tecniche e di nuove colture e, nel solco della tradizione paternalistica dell'aristocrazia fondiaria toscana, promosse la costituzione di casse di assicurazione per le famiglie coloniche che vivevano e lavoravano nelle sue terre.
Sposatosi il 19 apr. 1869 con Maddalena dei marchesi Niccolini, nel 1885 divenne socio del Comizio agrario di Firenze. Questa istituzione, fondata nel 1867 e concepita come strumento di rappresentanza e di organizzazione degli interessi agricoli della provincia, aveva conosciuto una fase iniziale di grande fervore, cui era seguito un periodo di diffidenza e di disinteresse da parte sia dei proprietari, sia dei coloni. La crisi agraria degli anni Ottanta e la necessità di trovare strategie comuni contro la peronospora e la fillossera sortirono l'effetto di rivitalizzare l'attività del Comizio, che nel 1889 costituì al suo interno un consorzio agrario il cui scopo principale doveva risiedere nel favorire la diffusione dell'uso dei concimi chimici e l'acquisto a condizioni vantaggiose di tutte le materie utili in agricoltura. Fra i suoi compiti rientravano anche quello di incoraggiare l'introduzione delle macchine nei lavori agricoli e l'organizzazione di concorsi fra i proprietari, i coloni e gli agenti. Quando, nell'agosto 1889, si costituì il primo consiglio d'amministrazione del consorzio, il G. venne eletto presidente, carica che ricoprì ininterrottamente fino al 1897 e poi ancora dal 1900 al 1902. In tale veste egli ebbe un ruolo di primo piano nell'attività di questa istituzione, che restituì forza e prestigio al Comizio fiorentino. Di quest'ultimo il G. fu eletto presidente il 25 febbr. 1904 e confermato fino alla morte. Sotto la sua presidenza ebbe luogo il trasferimento della sede del Comizio nei prestigiosi locali del palazzo della Condotta e del tribunale della Mercanzia, in piazza della Signoria, acquistati dal Comune di Firenze nel 1902.
Nel Giornale di agricoltura e commercio della Toscana, organo ufficiale del Comizio agrario di Firenze, apparvero inoltre alcuni dei suoi rari scritti a stampa: nel 1893 articoli sull'essiccazione dei rizomi di giaggiolo e sui residui della lavorazione delle sanse di olive per combustibili; nel 1901 articoli su piante ornamentali e da rimboschimento; nel 1904 consigli pratici per diffondere l'uso dei concimi chimici fra i contadini e per il miglioramento zootecnico nella provincia.
Nel 1889, allorché assumeva la guida del consorzio agrario, il G. venne eletto altresì, con 1224 voti, nel Consiglio provinciale di Firenze in rappresentanza del mandamento di Prato campagna. Furono queste le prime elezioni che si svolsero dopo l'allargamento della base elettorale sancito dall'entrata in vigore della nuova legge comunale e provinciale del 1888. Sempre nel 1889, entrò a far parte della Deputazione provinciale come membro supplente, ma nella tornata successiva non fu rieletto alla carica di consigliere. Nel giugno 1899 il G. fu eletto nel Consiglio municipale di Firenze con un lusinghiero risultato personale: secondo degli eletti della lista moderata, dopo il principe T. Corsini, ricevette l'appoggio decisivo dell'elettorato cattolico.
Egli era stato uno fra gli artefici del ricompattamento del fronte moderato cittadino, che dopo i moti del '98 e in vista di queste importanti consultazioni aveva fondato un'Unione liberale monarchica, nella quale erano confluite tutte le associazioni della città di orientamento moderato e conservatore. Queste forze si erano raccolte intorno al programma elettorale che si proponeva di "ricostruire le rappresentanze amministrative senza permettere che vi penetrino elementi contrarii alle patrie istituzioni". In tale progetto di chiusura nei confronti dell'opposizione socialista e repubblicana e di disponibilità alla collaborazione con il mondo cattolico il G. si riconosceva pienamente.
Così, nella nuova giunta municipale, che confermò nella carica di sindaco il marchese P. Torrigiani, il G. fu eletto assessore supplente, incarico che si aggiunse a quello di vicepresidente della commissione consiliare sul dazio consumo. Anche in questa attività di amministratore comunale il G. portò le competenze acquisite nel corso della sua lunga esperienza di proprietario terriero e di dirigente di associazioni agrarie. Legò il suo nome perciò a interventi di miglioria di alcuni parchi e giardini della città, fra i quali in primo luogo quello delle Cascine, e alla nuova sistemazione di strade e viali.
Il G. morì a Firenze il 15 ag. 1906.
Fonti e Bibl.: I. Pestellini, Il conte F. G., commemorazione (Comizio agrario di Firenze), Firenze 1907; P. Ferrari, Il consorzio agrario per l'acquisto di materie utili in agricoltura (1889-1900), Firenze 1901; Id., Il Comizio agrario di Firenze dal 1867 al 1907, Firenze 1907, pp. III, IX, 11, 21-24, 36, 48, 57, 112; Id., Venticinque anni del consorzio agrario di Firenze per l'acquisto di materie utili in agricoltura, dal 1889 al 1914, Firenze 1914, pp. 9, 22 s.; C. Pinzani, La crisi politica di fine secolo in Toscana, Firenze 1963, p. 254; N. Capitini Maccabruni, La Camera del lavoro nella vita politica e amministrativa fiorentina. Dalle origini al 1900, Firenze 1965, pp. 336, 347; G. Spini - A. Casali, Firenze, Roma-Bari 1986, p. 83; R. Melchionda, Firenze industriale nei suoi incerti albori. Le origini dell'associazionismo imprenditoriale cento anni fa, Firenze 1988, p. 16; L. Piccioli, I "popolari" a Palazzo Vecchio. Amministrazione, politica e lotte sociali a Firenze dal 1907 al 1910, Firenze 1989, p. 225; T. Calogero, Il Comizio agrario di Firenze. Classe dirigente e giornalismo agrario, in Rass. storica toscana, XLI (1995), 2, pp. 265, 275, 307 s., 314, 317; La provincia di Firenze e i suoi amministratori dal 1860 ad oggi, a cura di S. Merendoni - G. Mugnaini, Firenze 1996, pp. 76 s.