PONTELIBERO, Ferdinando
PONTELIBERO, Ferdinando (detto ‘Ajutantini’). – Violinista e compositore, nacque a Como il 17 novembre 1772, da Antonio Pontelibero e Clara Camagni, residenti in parrocchia S. Donnino, contrada S. Paolo 25 (oggi via Rovelli 37).
Il soprannome Ajutantini deriverebbe dall’appellativo militare ‘Adjutant’ attribuito al nonno Ferdinand Stekbucher (o più verosimilmente Stegbucher), luogotenente della guarnigione imperiale di stanza a Como. A detta della prosopografia comasca del conte Giovan Battista Giovio (1784), ‘Ponteliber’ sarebbe un’italianizzazione «zoppa» del cognome tedesco (in effetti il tedesco ‘Steg’ vale ‘ponticello’, mentre ‘‑bu(e)cher’ sarà stato reso in dialetto con ‘-liber’, plurale di ‘libro’).
Il padre Antonio (1738-1811), compositore e violinista, fu primo violino nel duomo di Como (possedeva due Stradivari). L’avviamento del giovane Pontelibero alla musica sarà dunque avvenuto sotto la guida del genitore, che lo introdusse nella vita musicale cittadina e al mestiere di orchestrale. A fine Settecento il gusto per la musica era diffuso tra i nobili comaschi, promotori di feste e incontri musicali. Nei venerdì di marzo la basilica del Crocifisso ospitava esecuzioni di cantate, opere vocali, strumentali e sinfoniche. Insieme con i Pontelibero viveva in città il violinista e compositore Francesco Pasquale Ricci (Como, 1732-1817), musicista acclamato in Europa e insegnante in casa del citato conte Giovio.
Nel 1794 Pontelibero (citato nei documenti come ‘Pontelyber’) lavorò al teatro Arciducale di Monza quale «primo violino e capo d’orchestra» (Bascialli, 2002). A detta di Giuseppe Rovani (Cento anni,1859: ma la notizia non trova conferme in fonti dirette), a Milano il Pontelibero sarebbe stato attivo già nel 1797, compositore del controverso ballo pantomimo di soggetto repubblicano Il general Colli in Roma di Francesco Saverio Salfi, rappresentato al teatro alla Scala di Milano il 25 febbraio, coreografato da Dominique Lefèvre. Il libretto di questo famigerato ‘Ballo del papa’ non nomina l’autore delle musiche (perdute). Se il dato riferito dal romanziere Rovani fosse accertato, si tratterebbe della prima commissione importante affidata a Pontelibero, che a suo dire «fu de’ primi a tendere l’orecchio avido alle cose di Francia […] e a portarsi fin sotto allo scalpito del cavallo bianco di Bonaparte».
Il primo documento che registra Pontelibero violinista alla Scala risale in realtà al 1802, ma già nel carnevale 1799 scrisse le musiche per due balli scaligeri, Gonzalvo in America e I Francesi in Egitto (di soggetto repubblicano), entrambi coreografati da Urbano Garzia. Nel 1800, con Zulima, si confermò tra gli autori di musiche per i balli scaligeri, attività che proseguì fino alla composizione di Ramesse ossia Gli Arabi in Egitto, dato il 5 giugno 1819.
Agli anni milanesi andrà fatta risalire la conoscenza con Alessandro Rolla, chiamato nel 1802 a dirigere l’orchestra della Scala. A lui è dedicata la prima opera stampata da Pontelibero: i Trois Duos pour deux violons op. 1, pubblicati congiuntamente da Ferdinando Artaria e Giovanni Re nel 1806. I tre trii per violino, violoncello e viola op. 3 e i tre quartetti per archi op. 4 uscirono a Parigi per la Typographie de la Syrène dell’editore Nicolas-Raphaël Carli, che aveva già pubblicato varie opere di Rolla: la datazione, tra il 1806 e i primi del 1810, si desume dalla dedica al conte Antonio Litta Visconti Arese (eretto a duca da Napoleone il 28 febbraio 1810), Gran Ciambellano e senatore del Regno d’Italia, Grand’Ufficiale della Legion d’Onore. Nel 1813 Pontelibero pubblicò per l’editore Scotti di Milano i tre quartetti op. 5, dedicati al nobile dilettante di musica Carlo Castiglioni, autore a sua volta di alcune composizioni da camera stampate da Carli, lo stesso editore parigino di Pontelibero. La successiva stampa dell’op. 6, le Ottave di Torquato Tasso poste in musica a voce sola coll’accompagnamento di cembalo (Milano, Ricordi 1816) – i quattro volumi, musicati secondo l’alternanza di recitativi e arie, contengono La morte di Clorinda (n. 1), i Lamenti di Tancredi (n. 2) e Li Amori di Rinaldo e Armida (nn. 3-4) –, completa l’esiguo catalogo editoriale di Pontelibero. Vi si aggiungono alcune commedie in prosa, che confermano gli interessi letterari del musicista: I traviati (Milano 1832, data al teatro Re), pubblicata con la farsa La finta ussaro; e Il viaggiatore in Londra (Milano 1833; rappresentata a Napoli nel 1824), pubblicata con la farsa Aborrimento e amore.
La maggior parte della produzione di Pontelibero consiste in musiche per balli teatrali, di tradizione essenzialmente manoscritta. Oltre i titoli già citati si ricordano i balli scaligeri Sadak e Kalasrad (1801), Cambise in Egitto (1807), La morte di Whaytsong, ultimo imperatore della dinastia chinese (1809); l’ultimo lavoro per il teatro fu il contributo dato, con altri compositori, al ballo Elena e Gerardo, dato il 26 dicembre 1819 alla Fenice di Venezia. Della produzione coreutica restano soltanto pochi lacerti, conservati tra il fondo Noseda nella Biblioteca del Conservatorio di Milano e la Biblioteca musicale Giuseppe Greggiati di Ostiglia. Nel complesso le composizioni di Pontelibero, nei limiti di una scrittura convenzionale, rivelano piglio e brillantezza, soprattutto nella condotta dei violini.
Nel 1814 Pontelibero divenne «primo violino per i balli» del teatro alla Scala: la nomina fu aspramente criticata da Peter Lichtenthal, corrispondente milanese della Allgemeine musikalische Zeitung di Lipsia; a suo dire, l’orchestra stessa non si sarebbe capacitata della nomina (XVI, 13 aprile 1814, col. 255). Un anno dopo, il corrispondente disapprovò la scelta di Salvatore Viganò di affidare a Pontelibero parte delle musiche per il ballo Numa Pompilio (XVII, 8 aprile 1815, col. 290). Considerato il clima politico di quegli anni, con Napoleone che segnava il passo a Milano, le critiche di Lichtenthal (il quale divenne poi censore del regno Lombardo-Veneto per conto del governo austriaco) si potrebbero anche spiegare come naturale avversione alle relazioni filofrancesi di Pontelibero.
Negli anni Venti Pontelibero collaborò col dilettante e compositore di musica milanese conte Cesare Castelbarco. L’ultimo documento che attesta la presenza di Pontelibero nell’organico orchestrale della Scala, stilato dall’ispettore dell’orchestra Giuseppe Zamboni, risale al 21 agosto 1834.
Spirò per 'cardio-pneumonite' il 16 dicembre 1835 nello Spedale de’ Padri Fatebenefratelli di Milano; all’epoca risiedeva in contrada Fiori Chiari 1549.
Fonti e Bibl.: Archivio Storico Civico del Comune di Milano, Registro parrocchiale di morte della parrocchia di S. Marco dal 12 ottobre al 31 dicembre 1835; Congregazione Municipale della Regia Città di Milano, Nota delle persone morte dal giorno 9 al giorno 16 Dicembre nelle parrocchie della città, n. 46, 1835; Allgemeine musikalische Zeitung, XVI (1814), col. 255; XVII (1815), col. 290.
G.B. Giovio, Gli uomini della comasca diocesi, antichi e moderni nelle arti, e nelle lettere illustri, Modena 1784, p. 436; G. Rovani, Cento anni (Milano 1859), con una prefazione di Primo Levi, vol. II, Milano 1914, pp. 281-294; G. Gatti, O. Tajetti, Musicisti comaschi od operanti in Como fra Settecento e Ottocento, Como 1977, ad ind.; G. Tintori, Duecento anni di Teatro alla Scala, vol. I: Cronologia opere-balletti-concerti 1778-1977, Milano 1979, ad ind.; O. Tajetti, Personaggi della Como musicale dell’Ottocento, Como 1998, pp. 16 s.; N. Sansone, In fondo alla musica, in Insieme Cultura. Periodico a cura dell’Assessorato alla Cultura dell’Amministrazione provinciale di Como, 1990, n. 14, pp. 10-13; D. Daolmi, Salfi alla Scala, in Salfi librettista, a cura di F.P. Russo, Vibo Valentia 2001, p. 146; F. Bascialli, Opera comica e opéra-comique al Teatro Arciducale di Monza (1778-1795), Lucca 2002, pp. 62, 122; A. Mita Ferraro, Dal «Lariano» al «Giornale del Lario». Stampa e cultura a Como in età napoleonica, in Annali dell’Istituto italiano per gli Studi storici, 2012-2013, n. 27 p. 500; O. Tajetti, La famiglia Pontelibro, in Il Settimanale della Diocesi di Como, 25 gennaio 2014, p. 24; Mariateresa Della Borra, Alessandro Rolla direttore d’orchestra del Regio Teatro alla Scala, in Orchestral conducting in the nineteenth century, a cura di R. Illiano - M. Niccola, Turnhout 2014, pp. 326, 332.