FERDINANDO re di Bulgaria
Nato a Vienna il 26 febbraio del 1861, ultimogenito del principe Augusto di Sassonia e di Clementina, figlia di re Luigi Filippo di Francia. Educato a Vienna, il diciassettenne F. fu inviato col fratello Augusto a compiere un lungo viaggio al Brasile, del quale egli riunì i risultati scientifici in due volumi, Itinera principum S. Coburgi (Vienna 1883-1888). Nel 1887, durante la turbolenta reggenza instaurata con l'abdicazione di Alessandro di Battenberg al principato di Bulgaria, l'Europa fu sorpresa dalla notizia che F., allora tenente degli ussari austriaci, incoraggiato soprattutto dalla madre, aveva accettato l'offerta della Sobranje bulgara per la successione. Padrone di varie lingue, cugino del principe ereditario d'Inghilterra, in relazioni di parentela con varie altre corti europee, dotato di grande memoria e di versatile ingegno, F. seppe superare le gravissime difficoltà che gli si presentarono all'arrivo in Bulgaria, e che subito all'inizio furono accresciute dal trovarsi coinvolto negl'intrighi, per i quali alcune lettere private della contessa di Fiandra, sua zia, furono comunicate allo zar Alessandro III di Russia (agosto 1887). Ne rimasero vieppiù inaspriti contro F. gli ambienti della corte russa, che ostinatamente mantennero l'opposizione a riconoscere il nuovo principe. Della generale avversione straniera F. si valse abilmente per consolidare la sua posizione all'interno del paese e per intraprendere, sin dal 1888, i primi passi per un avvicinamento tra i sovrani balcanici (Serbia, Romania e Grecia). Nel 1892 F. si mise in viaggio alla volta di varie capitali europee, per patrocinare di persona la causa del proprio riconoscimento; ma, quantunque bene accolto a Vienna e a Londra, l'unico risultato pratico del viaggio fu il matrimonio contratto l'anno seguente alla Villa delle Pianore (Lucca) con Maria Luisa di Borbone-Parma, dalla quale ebbe quattro figli (l'attuale re Boris III, Cirillo, e due principesse). La nascita di un erede (1894) contribuì molto a consolidare la posizione di F. in Bulgaria, ed ebbe importanza decisiva anche sul riconoscimento, perché, essendo contemporaneamente morto Alessandro III, il nuovo governo Stoilov-Radoslavov era riuscito a stabilire migliori rapporti con Pietroburgo; Nicolò II s'era lasciato indurre a promettere il riconoscimento se l'erede al trono bulgaro fosse stato ascritto alla chiesa ortodossa. Il momento era particolarmente critico per le agitazioni del nazionalismo bulgaro in Macedonia e le rivolte in Asia Minore (1895); F. si rivolse alla Francia, perché intercedesse presso Leone XIII; ma questi si mostrò inflessibile. Dopo altri tentativi egualmente falliti, F. volle recarsi di persona a Roma; vi giunse il 12 gennaio mattina, ebbe subito udienza dal pontefice, ma non ebbe che rimproveri e il consiglio di abdicare piuttosto che di recare "sì scandalosa offesa alla Chiesa da parte di un principe cattolico". La sera stessa F. lasciava Roma, e, seguendo il consiglio della madre, faceva impartire in Sofia, tra l'entusiasmo della folla, il battesimo ortodosso al piccolo Boris. Ormai la dinastia poteva dirsi consolidata, i rapporti bulgaro-russi ritenersi improntati ad amicizia, onde F. poté recarsi in forma ufficiale a Pietroburgo (1896) e accingersi alla realizzazione di più vasti progetti. Da Roma, in cambio, lo colpì la scomunica ecclesiastica, che solo dopo reiterate preghiere Benedetto XV si indusse a revocare quando il principe Boris ebbe raggiunto la maggior età. Avendo promosso attivamente lo sviluppo economico e in specie le istituzioni militari, F. trasse profitto della crisi delineatasi con l'annessione della Bosnia-Erzegovina e dell'impreparazione militare degli altri stati balcanici per dichiarare l'indipendenza del "regno" di Bulgaria dal vassallaggio turco, e per proclamarsene zar (22 settembre 1908); l'audace atto fu coronato dal riconoscimento del fatto compiuto da parte della Turchia e delle grandi potenze (5-6 ottobre). Accompagnato dalla seconda moglie, Eleonora di Reuss (Maria Luisa essendogli morta nel 1899), F. fece visita, tra il 1909-10, alle corti di Pietroburgo, di Costantinopoli, di Berlino, di Londra, e a Parigi, chiudendosi il giro a Cettigne, le solite difficoltà vaticane opponendosi alla visita di Roma. Per assicurarsi maggiori poteri, F. fece proporre una riforma costituzionale, ma l'Assemblea nazionale, riunita per il discorso del trono il 1° giugno 1911, fece una dimostrazione di ostilità al sovrano, provocata dal capo del partito dei contadini, Stamboliski, che, se non valse a far respingere la modificazione proposta, scosse tuttavia il prestigio personale di F. Grande parte egli ebbe nondimeno nel preparare la guerra balcanica (1912), che ebbe esito infelice per la Bulgaria, quantunque essa avesse riportato le più brillanti vittorie militari. Prima della fine della grande guerra, in cui la Bulgaria finì con lo schierarsi a fianco degl'Imperi Centrali, F. di Bulgaria intravide l'inevitabile disfatta e accolse perciò con simpatia le varie mozioni a favore della pace. Abile sino alla fine, seppe assicurare il trono al figlio, abdicando in suo favore il 3 ottobre del 1918 e chiudendo il proclama alla nazione con le parole: "La mia missione in Oriente è finita".
Con l'atto dell'abdicazione F. si è ritirato in una sua villa presso Coburgo, ove attende a compilare le proprie memorie.
Bibl.: D. Jotzoff, Le tsar Ferdinand de Bulgarie, Parigi 1927; H. R. Madol, König F. v. Bulg., in Preuss. Jahrbücher, CCXXIII (1931).