FERDULFO
L'unica testimonianza dell'esistenza di F. è il colorito racconto della sconfitta inflittagli dagli Slavi, che Paolo Diacono, più di tre generazioni dopo gli avvenimenti, riferi nella sua Historia Langobardorum (VI, 3, 17-26). Da questo racconto risulta che F. fu per pochi anni duca del Friuli all'inizio del sec. VIII.
Secondo Paolo Diacono F. fu successore di Adone che aveva governato per un anno e mezzo il ducato col titolo di lociservator, cioè come luogotenente, dopo che re Cuniperto (688-700) aveva sconfitto ed esiliato il duca ribelle Ansfrit. Alla morte di F. Corvolo assunse il dominio del Friuli; costui dopo breve tempo fu accecato in quanto ribelle da re Ariperto II (701-712) e con ciò reso inabile al governo.
Adone aveva governato il ducato come lociservator, benché suo fratello Rodoaldo, legittimo titolare, fosse tuttora vivo (risiedeva a Pavia). A partire da questa osservazione si possono determinare meglio, sulla base del racconto di Paolo i tempi e le circostanze dell'ascesa al ducato di Ferdulfò.
Cuniperto aveva eliminato il ribelle Ansfrit poco tempo prima della sua morte nel 700. Dopo la sua morte Rodoaldo fu implicato nelle lotte per la successione, e non poté pertanto abbandonare Pavia, la capitale contesa. In questi disordini Adone prese il potere in Friuli per poter conservare il titolo ducale al fratello e una posizione dominante alla sua famiglia. Egli tra l'altro evidenzia questo intento designando se stesso semplicemente come lociservator, benché fosse a tutti gli effetti in possesso del ducato. Rodoaldo, per motivi che restano sconosciuti, neanche successivamente riuscì a tornare in Friuli, cosicché Adone mantenne il governo ancora mentre perdurava la lotta che oppose i re Raginperto e suo figlio Ariperto II al figlio di Cuniperto, l'ancora minorenne Liutperto, e al suo mentore Ansprando. Ma alla morte di Liutperto Ariperto II, che nel frattempo aveva sconfitto tutti i suoi nemici, poté riconquistare anche il controllo del ducato del Friuli. Per rafforzare la propria influenza in quei luoghi, seguendo una regola già ampiamente sperimentata, vi collocò un dux forestiero, F. appunto, che secondo la testimonianza di Paolo Diacono proveniva dalla Liguria. Questa nomina sarebbe avvenuta al principio della signoria unica e indiscussa di Ariperto, quindi probabilmente durante la seconda metà del 701o nei primi mesi dell'anno seguente.
Sul governo di F. non si sa quasi nulla e sconosciuta è anche la sua famiglia. Paolo Diacono traccia un ritratto estremamente negativo della sua personalità: lo caratterizza come "lubricus et elatus". Inoltre, secondo il racconto di Paolo, che ha tutte le caratteristiche della leggenda, la sua sventatezza avrebbe condotto il ducato alla catastrofe.
Per potersi fregiare di una vittoria sugli Slavi, F. avrebbe indotto con il denaro i suoi vicini ad invadere il Friuli. Gli Slavi posero il loro campo fortificato in cima ad un erto colle di difficile accesso. In questa situazione Argait, uno "sculdahis" (sculdascio) longobardo che F. aveva ingiustamente offeso con un maligno gioco di parole, qualificandolo, con riferimento al suo nome, "arga", cioè codardo, poiché non riusciva ad impedire le scorribande dei ladri di bestiame slavi, esortò il duca ad attaccare gli Slavi nella loro roccaforte: così si sarebbe potuto scoprire chi dei due fosse veramente un vigliacco. Il duca raccolse la sfida e condusse la sua armata alla rovina, poiché dall'alto del colle gli Slavi poterono annientare facilmente gli aggressori longobardi facendo rotolare grosse pietre e usando altri simili mezzi. Paolo afferma che in questa battaglia, in cui anche F. perse la vita, cadde l'intera nobiltà del Friuli.
Il nucleo storico di questa leggenda consiste probabilmente in una pesante sconfitta subita dall'armata ducale contro gli Slavi, una disfatta che costò la vita a molti guerrieri longobardi e al loro duca e che verosimilmente fu causata da un grave errore tattico di Ferdulfo. Resta da chiedersi se gli Slavi abbiano attaccato F. e il Friuli perché convinti che il regno longobardo fosse estremamente indebolito dalle lotte intestine seguite alla morte di re Cuniperto: in questo caso il loro attacco potrebbe essere stato condotto addirittura in accordo con Ansprando, il principale avversario di Ariperto II, che era fuggito in Baviera, e ciò potrebbe spiegare la leggendaria sfida lanciata dai Longobardi agli Slavi ad invadere il Friuli. L'attacco slavo sarebbe stato dunque un attacco contro un dux che doveva la sua carica ad Ariperto. La sua sconfitta avrebbe quindi pregiudicato anche il prestigio del re che secondo molti longobardi aveva usurpato il trono. Ma tutto ciò, per la mancanza di altre fonti, resta un'ipotesi, come anche la supposizione che il ritratto estremamente negativo di F. dato da Paolo sia da attribuire ad un'antica inimicizia tra la sua famiglia e quella del duca straniero.
Certo è soltanto che F. fu duca del Friuli al tempo di Ariperto II, che subì una pesante sconfitta contro gli Slavi e che trovò la morte in questa battaglia.
Fonti e Bibl.: Paulus Diaconus, Historia Langobardorum, a cura di L. Bethmann-G. Waitz, in Mon. Germ. Hist., Script. rerum Langobardicarum et Italicarum saec. VI-IX, Hannoverae 1878, lib. VI, capp. 24 s.; P. Paschini, Note storiche su uomini ed avvenimenti del Friuli in sul cadere del Regno longobardo, in Mem. stor. forogiuliesi, VIII (1912), p. 2; S. Leicht, Il ducato friulano nel racconto di Paolo Diacono, ibid., XXV (1929), p. 116; P. Paschini, Storia del Friuli, I, Udine 195 3, p. 119; M. Brozzi, Iduchi longobardi del Friuli, in Mem. stor. forogiuliesi, LII (1972), p. 23; J. Jarnut, Prosopographische und sozialgeschichtliche Studien zum Langobardenreich in Italien (568-774), Bonn 1972, p. 351; S. Gasparri, Iduchi longobardi, Roma 1978, p. 69; P. Delogu, Ilregno longobardo, in Storia d'Italia (UTET), I, Torino 1980, pp. 117 s.