KAZINCZY, Ferenc (Francesco)
Scrittore ungherese, nato a Èrsemlyén il 27 ottobre 1759, morto il 23 agosto 1831 a Széphalom. Venne nominato da Giuseppe II ispettore scolastico. Alla fine del 1794 fu imprigionato e condannato a morte quale complice della congiura di Martinovics. Graziato dal re Francesco I subì una lunga pena di reclusione nelle carceri di Brünn, Kufstein e Munkács e non lasciò la prigione che nel 1801. Il maggiore merito di K. consiste nella sua azione di organizzatore della vita letteraria ungherese della sua epoca, che in lui riconosceva il suo capo. Egli è inoltre benemerito della lingua magiara di cui iniziò la riforma per renderla più elevata e più corrispondente alle nuove esigenze del pensiero e dell'arte.
Nel 1788 pubblicò una buona traduzione degli idillî di S. Gessner e l'anno appresso un'opera intitolata Bácsmegyei levelei (Le lettere di B.), traduzione libera di un romanzo anonimo tedesco. Con queste sue traduzioni rese popolare il sentimentalismo nella letteratura ungherese. Tradusse poi parecchie opere di Lessing, Schiller, Goethe, Metastasio, Marmontel, Sterne, ecc. Fra le sue opere originali ricordiamo l'autobiografia Pályám emlékezete (Ricordi della mia carriera) e Erdélyi levelek (I. ettere di Transilvania). Come poeta è seguace del classicismo tedesco. La raccolta dei suoi epigrammi, intitolata Tövisek és viragok (Spine e fiori, 1811) gli assicura un posto distinto fra i poeti epigrammatici ungheresi. La testimonianza più preziosa dell'attività di K. rimane il suo enorme carteggio.
Ediz.: Opere complete a cura di L. Abafi, Budapest 1879; le lettere a cura di J. Váczy, 21 volumi, Budapest 1890-1911.
Bibl.: F. Toldy, K. F. és kora (Fr. K. e la sua epoca), Pest 1859; J. Váczy, F. K., Budapest 1909; id., K. F. és kora, Budapest 1915.