FERENTINO (A. T., 24-25-26)
Cittadina del Lazio meridionale, in provincia di Frosinone, situata sulla sommità e sulle pendici meridionali di una collina (393 m.) che domina la valle del Sacco, onde la sua importanza allorché quella valle costituiva la principale via di comunicazione verso la Campania. La città ha strade anguste e tortuose, interrotte peraltro da qualche piazza; la principale ha nel mezzo un pozzo d'acqua sorgiva e da un lato una balconata che offre uno splendido panorama. Nel 1816 la popolazione di Ferentino ascendeva a 6779 ab., che nel 1833 erano saliti a 8212, nel 1853 a 9096, nel 1871 a 10.161, nel 1901 a 12.398 e nel 1921 a 15.212. Di questi appena la metà (7767) abitano nel centro principale, 552 nell'elevato villaggetto di Porchiano; gli altri sono sparsi nel comune (79 kmq.) occupato in buona parte (tutta la zona collinosa) da colture, tra cui primeggiano l'olivo, la vite e il frumento. Nel censimento del 1931 la popolazione del comune risultò di 14.622 ab. Ferentino è incluso nella regione della Ciociaria (v.) e dista 5 km. dalla stazione omonima della ferrovia Roma-Cassino-Napoli.
A Ferentino scaturiscono sorgenti solforose, ricche di anidride carbonica, usate per bagni e bevanda in alcune dermatosi, in forme ginecologiche, in varie affezioni catarrali; vi è un buon stabilimento.
Monumenti. - I suoi monumenti mostrano una vita ininterrotta di oltre 25 secoli e la rendono una delle città più interessanti del territorio: le sue poderose mura poligonali sono tra le più caratteristiche del genere, mentre la cittadella rivaleggia per conservazione con quelle di Alatri e di Segni. Le mura della vecchia città sono conservate per quasi tutto il loro perimetro, fornite di porte ben costruite, designate coi nomi odierni di Sanguinaria, Porta di S. Francesco (già Portella), Polta S. Agata, Porta S. Maria, Porta Martana e Porta S. Croce. Un'iscrizione incisa sulle mura della cittadella ci fa sapere che almeno questa parte fu costruita dalle fondamenta a cura di due magistrati locali (A. Hirtius A. f., M. Lollius C. f.) fra il 100 e l'80 a. C., ma poiché le mura sono tutte del medesimo tipo, così dobbiamo ritenere che tutta la cittadella sia della prima età sillana. Dove oggi è il palazzo episcopale sorgeva probabilmente un tempio, di cui sono visibili tuttora le sostruzioni.
Ferentino conserva anche numerosi monumenti medievali che le conferiscono una caratteristica impronta. Ricordiamo la chiesuola romanico-ogivale di S. Francesco; quella di S. Valentino; di S. Maria Maggiore (sec. XIII), ispirata a Fossanova; molte case di stile romanico, ecc. Mirabile è il ciborio del sec. IX, ora nei sotterranei del palazzo episcopale. Il duomo, romanico, conserva importanti opere cosmatesche (pavimento del sec. XII; ciborio di Drudo da Trivio, del sec. XIII) e un tabernacolo per i sacri olî, del Rinascimento.
Storia. - Fu città degli Ernici. Era congiunta a Roma per mezzo della Via Latina con un percorso di 48 miglia, dominando dall'alto di una collina tutta la valle del Sacco. Prese parte notevole nella guerra tra i Volsci e Roma. La sua conquista per parte dei Romani viene riferita due volte, nel 413 e nel 361 a. C. Comunque, essa aderì alla lega ernica e insieme con gli Ernici si mantenne fedele a Roma. Quando Anagni si ribellò a Roma, nel 307, Ferentino, come Alatri e Veroli, non partecipò alla ribellione e quindi, anche disciolta la lega ernica, continuò ad essere città alleata dei Romani. Nel 195 aveva già il privilegio del diritto latino, e ottenne, probabilmente con la guerra sociale, la cittadinanza romana.
Antiche sono anche le sue origini cristiane, sì che appare come una delle prime sedi vescovili del territorio romano. Dopo il 1000 vi si sviluppò il comune nelle forme proprie delle antiche città della Campania e della Marittima, dove si erano mantenute vive le tradizioni di vita cittadina attraverso l'organizzazione militare urbana bizantina. In forte posizione strategica, Ferentino fu spesso dimora dei papi sotto il cui dominio rimase sempre.
Bibl.: Corpus Inscriptionum Latinarum, X, p. 572; M. Candidi Dionigi, Viaggi in alcune città del Lazio, Roma 1809-12; R. Fonte-a-nive, Sui monumenti ed altre costruzioni poligonie nella provincia romana, Roma 1887; E. Abbate, Guida della provincia romana, Roma 1894; Th. Ashby, in Römische Mitteilungen, Roma 1909; G. Falco, I comuni della Campagna e della Marittima nel Medio Evo, in Archivio della Soc. Romana di storia patria, XLII (1919), p. 549, e passim; J. Beloch, Röm. Geschichte, Berlino 1926, pagine 199 e 417-18.