Vedi FERENTO dell'anno: 1960 - 1973
FERENTO (Ferentium)
Antico centro etrusco del territorio di Volsinii. Fiorì fra l'VIII e il IV sec. a. C., come dimostrano le necropoli di questo periodo dissenimate nella zona.
Del centro abitato, la cui ubicazione è posta da alcuni sull'attuale colle di S. Francesco, non sussistono tracce sicure. Decaduto a seguito delle rovinose vicende della guerra sostenuta da Volsinii contro Roma, si sarebbe trasferito, durante il III sec. a. C. sul vicino colle di Pianicara, ove si trovano i resti di epoca romana. Non è sicura la deduzione di una colonia romana in base alla Lex Sempronia, poiché la notizia datane nei libri Regionum può riferirsi anche a Ferentino, mentre è certo che nel I sec. a. C. (Tacit., Hist., ii, 50; Vitruv., ii, 7, 4) era municipio. Vi nacque l'imperatore Ottone.
La città romana sorse su di un pianoro molto allungato che si estende in direzione E-O, a 305 m s. m., fra due torrenti. Nel punto in cui si stacca dal resto delle colline era difesa da un agger di cui si sono trovate tracce. Scarsissimi sono i resti di mura di cinta, di cui si notano alcuni grandi blocchi nel tratto orientale. La città è attraversata dal decumanus maximus, selciato a larghi basoli, che corre piuttosto lungo il margine settentrionale del pianoro; a S di esso sorgono i resti del teatro e delle terme. Del teatro, costruito durante il regno di Augusto e trasformato e restaurato durante il periodo severiano, si conservano notevoli avanzi della scena, di cui rimane il pulpito e il piano inferiore della frons scaenae con basamento in opus reticulatum e l'elevato in laterizio, ora spogli dei rivestimenti marmorei; della cavea sussistono ancora tutte le arcate esterne, in grossi blocchi di peperino. La frons scaenae era decorata con statue di Muse e con una di Pothos, che si conservano al Museo Archeologico di Firenze. (Per altra veduta del teatro, v. vol. ii, fig. 534 erroneamente attribuita a Carsulae).
Adiacenti al teatro sono le terme, grandioso edificio in laterizio con specchi in opera reticolata: ne è ricostruibile la pianta e sono riconoscibili per la maggior parte gli ambienti tipici, di cui restano ruderi imponenti e varî pavimenti a mosaico a disegni geometrici in bianco e nero e tracce dei rivestimenti marmorei e degli intonaci. Costruite durante l'età di Augusto, furono rimaneggiate ed ampliate durante il primo venticinquennio del I secolo; successivamente ebbero altri restauri, in alcuno dei quali furono riadoperate per pavimentazione varie iscrizioni marmoree di notevole importanza storica, da una delle quali si ricava che F. ebbe il Foro e l'Augusteo, con statue, ecc., eretti fra il 12 e il 18 d. C.
Il rimanente della città non è stato ancora esplorato, e solo qua e là si sono notati resti di edifici; è in corso lo scavo delle case lungo il decumano. Nessuna notizia abbiamo della storia di F. durante l'Impero, con la fine del quale essa decadde: i sepolcreti barbarici scoperti fra le rovine delle terme dimostrano che essa era ridotta, come molti altri centri, ad un piccolo nucleo. Sopravvisse tuttavia come modesto centro abitato fino al 1172, in cui fu conquistata e distrutta dai Viterbesi.
Bibl.: Not. Sc., 1899 ss., s. v. Ferento; A. Gargana, Ferento, Viterbo 1935; G. Lugli, La tecnica edilizia dei Romani, Roma 1957, pp. 34, 352 ss.; R. Rossi Danielli, Ferento, Viterbo 1959.