ferita (fedita; feruta)
Significa propriamente " lacerazione delle carni fino all'effusione del sangue ", come furono le f. di cui morirono la vergine Cammilla, / Eurialo e Turno e Niso (If I 108) allorché i Troiani di Enea stabilirono il primo fondamento dell'Impero romano; ma lo sono anche quelle orrende che presentano i seminatori di scandali (XXVIII 41) tagliati dal mento infin dove si trulla (v. 24). Cfr. anche XI 34 e XXII 77. Ha senso metaforico in Rime LXXXVII 22 io ricevetti tal ferita / da un ch'io vidi dentro a li occhi sui [dell'angioletta, v. 19], ch'i' vo' piangendo, e CXVI 52.
Si noterà che il plurale ha la forma ferute in rima (If I 108), mentre fuori rima si alterna ferute (XI 34) con ferite (XXVIII 41). ‛ Fedita ' ricorre soltanto in Fiore XCVIII 7, ove ha il senso di " colpo ": Falsembiante asserisce che la Santa Chiesa, dato il disordine in cui è caduta, presa sarà sanza farvi fedita / né di trabocchi né di manganelli.