TORO, Fermín
Uomo politico, letterato e scienziato venezolano, nato a Caracas il 23 settembre 1807, ivi morto il 28 dicembre 1865. Autodidatta, poté vantare ancor giovane una grande cultura specialmente in storia naturale, filosofia, lettere; più tardi studiò geologia e chimica. Nel 1831 fu deputato al primo parlamento del Venezuela staccatosi dalla Colombia; l'anno dopo gli fu affidata la rappresentanza diplomatica in Inghilterra, che era il centro cui s'appoggiavano allora politicamente ed economicamente le nuove nazionalità americane, e con cui il Venezuela svolgeva trattative delicatissime. Tornato a Caracas, fu sottosegretario agli Esteri e poi ministro delle Finanze; ma iniziava contemporaneamente l'insegnamento della letteratura e delle scienze naturali, che proseguì tutta la vita. Inviato nel 1845 a Bogotá per definire la spinosa disputa dei confini, vi riuscì felicemente col trattato del 1846. Trasferito a reggere insieme le legazioni in Inghilterra, Francia e Spagna, rientrò in patria nel 1847. Durante la rivoluzione del 1858 partecipò al governo provvisorio e fu designato anche alla presidenza della nuova costituente. La sua opera scientifica è sparsa in articoli e opuscoli, e nel libro La flora venezolana. Nella produzione poetica, rare sono le note durevoli: ma i due poemi Zona Tórrida, i cui veri protagonisti sono il paesaggio e la vegetazione, e Hacantofonía, di rievocazione precolombiana, rimasto incompiuto, hanno avuto una importanza formativa per la letteratura del Venezuela.