Ayala, Fernando
Regista e produttore cinematografico argentino, nato a Galeguay il 2 luglio 1920 e morto a Buenos Aires l'11 settembre 1997. La figura di A. ha rappresentato, sin dagli anni Cinquanta, un importante punto di equilibrio tra impegno sociale e intrattenimento, tra raffinata ricerca stilistica e propensione commerciale, nell'ambito delle diverse vicende che hanno coinvolto la società e il cinema argentini. Trasferitosi con la famiglia a Buenos Aires negli anni Trenta, A., dopo aver abbandonato gli studi giuridici, si dedicò alla sua grande passione: il cinema. Iniziò come assistente di Francisco Mugica, per El viaje ed El espejo del 1942 e La guerra la gano yo del 1943. Fin dal suo primo lungometraggio, Ayer fue primavera (1955), commedia intimista e raffinata, A. mostrò un'attenzione particolare alla messa in scena, rivelandosi una delle promesse del nuovo cinema argentino. La sua capacità di elaborare uno stile ricercato e al tempo stesso adatto al grande pubblico fu evidenziata anche nei film successivi, Los tallos amargos (1956) e soprattutto El jefe (1958). Storia del piccolo capo di una banda di quartiere che tenta invano la scalata al potere, il film, sceneggiato assieme allo scrittore David Viñas, divenne ben presto un simbolo del rinnovamento del cinema argentino, sia per il tema politico-sociale, sia per lo stile innovativo. Nei film seguenti A. proseguì nella sua esplorazione critica della realtà sociale che lo circondava, sebbene già in El candidato (1959), anch'esso scritto con Viñas, si noti la tendenza a una certa ripetitività. Mentre il suo Paese scivolava verso la dittatura militare, A., sempre sensibile all'esito commerciale dei suoi film, cambiò decisamente rotta, indirizzandosi verso un cinema di intrattenimento. Inaugurato da Hotel alojamiento (1965), una commedia ambientata all'interno di un albergo dove si intrecciano situazioni e personaggi, il nuovo filone proseguì con una serie di film di notevole successo che A. realizzò, non solo come regista ma anche in veste di produttore, con la Aries Cinematográfica Argentina, società che aveva fondato nel 1956 insieme al regista Héctor Olivera. Il ritorno di J.D. Perón riaccese in A. l'interesse per i temi sociali; la ricerca delle radici popolari della cultura argentina (Argentino hasta la muerte, 1971; Argentinísima, 1972; Argentinísima II, 1973) preparò la decisa ripresa dell'impegno politico, che si realizzò con Desde al abismo (1979; menzione speciale al Festival di Karlovy Vary nel 1980), e soprattutto con El arreglo (1983; diploma d'onore al Festival di Mosca dello stesso anno), in cui si racconta la storia di un uomo (Federico Luppi), vittima di un meccanismo di corruzione che coinvolge tutto il paese. Ma la freschezza che aveva caratterizzato le prime opere sembra ormai esaurita e i personaggi, come pure le situazioni, appaiono troppo semplicisticamente ridotti all'antitesi tra il bene e il male.Parallelamente all'attività di regista, A. proseguì inoltre quella di produttore, anche attraverso collaborazioni internazionali, come quelle con il regista e produttore Roger Corman (Deathstalker, noto anche come El cazador de la muerte, 1983, di John Watson; e Cocaine Wars, noto anche come La muerte blanca, 1986, di Olivera).
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