BOLOGNINI ATTENDOLO, Ferrante
Nacque a Milano nel 1594, da Federico e da Eurizia di Francesco Rho. Nel 1609 entrò nell'Ordine di Malta e dal 1614 militò nella squadra navale dei cavalieri, distinguendosi contro i Turchi in uno scontro presso Lesbo ed alla conquista di Foggah ed ottenendo il grado di tenente di galera. Tornò a Milano nel 1617 e qui il governatore spagnolo, marchese di Villafranca, lo nominò l'11 maggio capitano di una compagnia di moschettieri. Con questo grado il B. prese parte alla fase finale della campagna del Monferrato contro Carlo Emanuele I, distinguendosi all'assedio di Vercelli tra il maggio ed il luglio del 1617. Nel giugno 1620, al comando di una compagnia di fanti passò nelle Fiandre, dove si distinse particolarmente all'assedio di Bergen-op-Zoom nel 1622 e poi al maggior episodio militare di quegli anni, l'assedio di Breda, nel 1624-25, dove comandava tre compagnie di fanteria, alle dipendenze del maestro di campo Paolo Baglioni.
In seguito alla morte di un fratello, il 4 maggio 1627 il B. ottenne dall'infanta Isabella, governatrice dei Paesi Bassi, un congedo di cinque mesi, rinnovato poi l'11 novembre. Nel marzo 1628 tornava a combattere nel Monferrato partecipando ai principali episodi di quella campagna, tra i quali i due assedi di Casale, e il 2 apr. 1632 ottenne il grado di sergente maggiore. L'anno successivo prese parte nell'esercito imperiale alla battaglia di Nordlingen contro gli Svedesi. Nella primavera del 1635 era nuovamente nelle Fiandre. Nella campagna contro i franco-olandesi si distinse specialmente all'assedio di Diest, dove venne ferito da un colpo di moschetto al viso.
Tornato a Milano nel gennaio 1636, il governatore, marchese di Leganés, lo incaricò di una missione presso Alfonso IV d'Este: è probabile che l'invio del B. a Modena fosse in relazione con le voci, comunicate dal duca al governo spagnolo, di nuovi tentativi di Urbano VIII per la costituzione di una lega antispagnola.
Al ritorno a Milano, nel maggio 1636, il B. ottenne la promozione al grado di tenente del maestro di campo generale. In questa qualità ebbe compiti di primo piano nella preparazione della resistenza contro i Francesi: sotto la sua direzione furono fortificate le piazzaforti di Arona ed Angera e ad un suo intervento si dovette la liberazione della seconda da un attacco dell'esercito nemico; al comando di 2000 fanti costrinse poi i Francesi ad abbandonare la Valsesia e tentò invano di sorprendere Nizza della Paglia, riuscendo però a conquistare alcune posizioni strategicamente vantaggiose che permisero la conquista della città da parte del grosso dell'esercito al comando del Leganés.
Promosso il 13 febbr. 1638 al grado di maestro di campo generale, nel marzo il B. preparò e diresse l'offensiva contro la piazzaforte di Breme, che si arrese il 30 marzo, aprendo all'esercito spagnolo la strada per Torino. Al comando dell'avanguardia egli prese quindi parte alla conquista di Vercelli, occupò Asti e Pontestura, e partecipò all'assedio della cittadella di Torino, dove si erano asserragliati i Francesi. Il 25 marzo 1641 fu nominato governatore militare della capitale sabauda e successivamente ebbe la stessa carica per la piazzaforte di Torino.
Poco dopo tuttavia si ritirava dal servizio, a quanto pare a causa di una malattia; non è escluso peraltro che egli fosse indotto al ritiro da contrasti col Leganés: quando intatti le sorti della guerra volsero al peggio, specialmente in seguito al passaggio del principe Tommaso di Carignano al partito francese, ed il Leganés, sconfitto dal maresciallo d'Harcourt, fu sostituito interinalmente nel governo milanese dal conte di Siruela, questi richiamò in servizio il B., con l'incarico specifico di riguadagnare Tortona di cui il Carignano si era impadronito e si era fatto infeudare dal governo francese.
Si dovette appunto al B. se la città, dopo un lungo assedio, fu recuperata. In considerazione dei suoi servizi Filippo IV lo nominò il 5 ag. 1643 consigliere segreto dello Stato di Milano e nel maggio dell'anno successivo gli affidò la sopraintendenza generale delle fortificazioni dello Stato con un soldo di 2.000 scudi. Il B. morì poco dopo a Milano, l'11 luglio 1644
Bibl.: F. Calvi, Un uomo di guerra nel sec. XVII (Fra' F. A. B.) secondo docc. ined., in Rend. del R. Ist. lombardo di scienze elett., s. 2, XV (1882), pp. 437-445; R. Magdaleno Redondo, Catalogo XXIII del Archivo de Simancas, papeles de Estado,Milan y Saboya (siglos XVI y XVII), Valladolid 1961, pp. 330, 332, 346; F. Calvi, Famiglie notabili milanesi, II, Milano 1884, s. v. Attendolo Bolognini, tav. VI.