FERRETTO
Il nome della famiglia F. è strettamente collegato all'attività dello stabilimento fotografico, fondato a Treviso da Giuseppe nel 1863 e successivamente condotto dai fratelli Pietro e Giovanni, con la collaborazione di P. Bocciner.
Giuseppe, figlio di Pietro e di Laura Franzin, nacque a Treviso il 5 agosto 1826. Passato dall'attività di bettolaio e produttore di rosoli ed amari, in parte ereditata dal padre, alla fabbricazione di inchiostri tipografici, iniziò a dedicarsi alla fotografia a partire dal 1863 (F., fotografi a Treviso, 1985). Al momento dell'avviamento dell'attività fotografica Giuseppe aveva di fronte a sé numerosi modelli di studi professionali anche nella stessa area veneta, come quello di A. Sorgato o di M. Aschenbrenner, ma non abbiamo testimonianza certa di trasferimenti di esperienze direttamente acquisite. Tuttavia già nel 1865 il suo studio doveva essere ben avviato se fu in grado di impegnarsi in un'impresa di grande respiro simbolico, quale la ripresa della cerimonia di inaugurazione del monumento a Dante Alighieri per il sesto centenario della nascita, svoltasi a Treviso in un clima di aperto sostegno all'Unità nazionale. (Ateneo di Treviso, 1865). Le fotografie ottennero un notevole successo per la scelta di inquadrature capaci di restituire un'immagine ufficiale dell'avvenimento, intento patriottico, che da allora connoterà la figura di Giuseppe e la sua attività. Fu probabilmente proprio per questa ragione che egli, dopo la liberazione dalla dominazione austriaca, ottenne l'ambito incarico di ritrarre Giuseppe Garibaldi durante la sua breve visita a Treviso il 5 maggio 1867.
Le immagini di Garibaldi, celebrate dalla stampa locale (Gazzetta di Treviso, 1867) ed esposte sotto i portici del palazzo comunale della città, sono da annoverare tra i migliori ritratti fotografici di Giuseppe, un genere in cui si distinse in particolare per la capacità di individuare il ruolo e la riconoscibilità sociale dell'effigiato, caratteristiche che col passare del tempo persero però progressivamente i caratteri dell'impegno patriottico per assumere quelli consoni alla nuova borghesia, sempre più concentrata nella definizione della propria immagine e delle proprie funzioni.
In questo quadro acquista particolare rilievo un gruppo piuttosto consistente di fotografie realizzate all'interno del collegio di istruzione femminile "S. Teonisto", in cui l'intento era quello di celebrare i meriti educativi della scuola e della sua direttrice L. Manzoni, amica di famiglia dello stesso Garibaldi.
L'attivftà dello studio F. fu strettamente legata anche alla documentazione del territorio urbano e suburbano. In occasione dell'Esposizione regionale di Treviso del 1872, l'amministrazione cittadina si rivolse ancora una volta a Giuseppe, commissionandogli un album di cinquanta vedute del territorio provinciale, che dovevano servire a sottolineare la presenza attiva della realtà cittadina nella nuova geografia postunitaria (Ricordo della provincia di Treviso, 1872).
La maggior parte delle fotografie, realizzate con una certa approssimazione a causa dei tempi molto stretti di consegna, e tali da non poter essere quindi annoverate tra le sue opere migliori, rappresentano l'intenzione da parte dello studio di sancire definitivamente il proprio rapporto privilegiato con la città, sulla scorta di modelli più famosi, come il già citato Sorgato o gli Alinari di Firenze.
Alla morte di Giuseppe, avvenuta improvvisamente a Treviso il 20 nov. 1873, il proseguimento dell'attività professionale toccò ai suoi figli, nati dal matrimonio con Marina Durante: il primogenito Pietro (nato a Treviso nel 1848, morto ivi 1922), impegnato per un breve periodo, e Giovanni (nato a Treviso il 26 ag. 1853, morto ivi il 23 dic. 1921).
Lo stabilimento prosperò fruttuosamente sotto la direzione di quest'ultimo e ricevette importanti commissioni ufficiali che ne accrebbero la notorietà: tra gli eventi importanti della cronaca locale, le manifestazioni ufficiali, i ritratti dei notabili locali, le rappresentazioni teatrali e gli altri avvenimenti culturali ripresi da Giovanni, dobbiamo ricordare almeno la visita di Vittorio Emanuele III nel 1903 e le immagini del papa trevigiano (di Riese) Pio X, realizzate in Vaticano nel 1904. Il carattere dello studio e la sua fisionomia, riconoscibile anche attraverso gli ampliamenti del 1875 e del 1878, l'apertura di una succursale a Buenos Aires nel 1885, la nascita di una vera e propria scuola da cui sarebbero usciti il Bocciner, già collaboratore di Giuseppe, U. Fini e i fratelli Garatti, costituiscono le premesse di una presenza costante dello studio F. in importanti imprese editoriali. Il libro sulla vita di Pio X (A. Marchesan, Papa Pio X nella sua vita e nella sua parola...,1904-1905: dodici fascicoli mensili con fotografie eseguite da Giovanni), quello sulla storia del movimento cattolico nella città e nel territorio (F. Ferretton, Annali del movimento cattolico in diocesi di Treviso dall'anno 1874 al 1906, Treviso 1907) e il supplemento del periodico Il Secolo, dedicato a Treviso nella serie delle "Cento città d'Italia" (25 ag. 1888, pp. 61-64), furono realizzati in massima parte con fotografie dello studio.
Con l'ampliarsi delle commissioni private, che richiesero l'apertura di nuove filiali in vicolo della Cornarotta (1875) e in piazza S. Francesco (1890), nonché il trasferimento dalla antica sede della Cavallerizza nel più ampio spazio di palazzo Antonini-Ceresa (1906), l'attività dello studio fotografico divenne fonte principale per lo studio della città. Tra i ritratti di personaggi noti e meno noti dobbiamo ricordare i sindaci A. Girotto e G. G. Felissent, il vescovo A. Apollonio, il pittore L. Serena, il giovane G. Comisso, cui si aggiunsero numerosi ed anonimi "tipi" trevigiani che confermano l'attenzione dello studio per un genere fotografico di cui era stato precoce iniziatore Giuseppe. L'interesse per la documentazione del territorio proseguì sia in rapporto a specifiche commissioni, come per le immagini della villa Favier a Mogliano Veneto, sia in ossequio ad un gusto più libero della veduta (le piazze, gli scorci cittadini affollati di gente durante le ore del mercato, le lavandaie lungo il Sile), che si inquadrano nel gusto del pittoricismo fotografico dei decenni tra Ottocento e Novecento.
L'attività dello stabilimento si interruppe dopo la prima guerra mondiale, nel 1921, con la morte di Giovanni che non lasciò eredi diretti.
Tra gli altri fratelli di Giovanni si ricorda Adelchi (nato a Treviso il 19 genn. 1870, morto a Buenos Aires?), che, dopo un periodo di praticantato presso l'azienda di famiglia, allora diretta dal Bocciner, era stato chiamato dal fratello nel 1890 ad occuparsi del nuovo stabilimento fondato in Argentina; dopo una decina d'anni aveva fatto però rientro in Italia ed aveva aperto tra il 1904 e il 1906 uno studio fotografico a Venezia. Probabilmente subito dopo ritornò in America per proseguire la sua attività a Buenos Aires, dove i suoi figli Adelchito e Aldo vivevano ancora prima della seconda guerra mondiale.
Gran parte della documentazione inerente all'attività della famiglia F. è reperibile nella Biblioteca comunale di Treviso, nell'Archivio del Seminario provinciale di Treviso (Fondo Marchesan) e, sempre a Treviso, presso l'erede Annamaria Ruffato Veludo.
Fonti e Bibl.: Ateneo di Treviso, Solenne Tornata nel VI centenario di Dante, 14maggio 1865, Treviso 1865 (con tre tavole fuori testo, ciascuna con stampa fotografica di G. F.); Fotografia F., in Gazzetta di Treviso, 21 marzo 1867; Un fotografo trevigiano in America, ibidem, 11-12 ott. 1886; Ricordo della provincia di Treviso. Fotografie di Giuseppe F., a cura di A. Caccianiga, Treviso 1872 (rist. anast. Treviso 1984); Il fotografo F., in Gazzetta di Treviso, 23-24 ott. 1904; A. Prandi, in Fotografia italiana dell'Ottocento, Milano 1979, pp. 123-126, 156; F. Fotografi a Treviso, 1863-1921, catal. a cura di A. Prandi-A. Contò, Treviso 1985 (con analisi completa dell'attività dello studio e pubblicazione di gran parte del materiale documentario).