MACOLA, Ferruccio
Nacque il 17 maggio 1861 a Camposampiero, presso Padova, da Evaristo, di famiglia di origine epirota nobilitata dal Senato veneziano nel 1701, e da Maria Bettiolo. Fu alunno della Scuola allievi macchinisti di Marina a Venezia e per qualche tempo servì nella Regia Marina. Si dedicò poi alla carriera giornalistica, compiendo viaggi in America e collaborando a Genova con Il Progresso (1883-84) e con il periodico Epoca. In questa città nell'aprile 1886 fu tra i fondatori del quotidiano Il Secolo XIX, di cui assunse la direzione ed ebbe una parte della proprietà.
Sotto la sua guida il giornale - cui egli conferì un'immagine moderna e dinamica, con un ampio notiziario telegrafico - adottò una linea antigovernativa e si schierò a fianco della "pentarchia", ossia la corrente di sinistra ostile ad A. Depretis, capeggiata da B. Cairoli, F. Crispi, G. Zanardelli, A. Baccarini e G. Nicotera. Nel 1887 il M. sostenne la necessità di una presenza coloniale in Africa e partì per il Mar Rosso come corrispondente di guerra. Tornato a Genova, riprese la direzione del giornale, che tuttavia nel settembre 1888 decise di abbandonare, vendendo la propria quota a P. Mosetig.
Subito dopo passò a dirigere La Gazzetta di Venezia, di cui rilevò la proprietà, e contemporaneamente si spostò dalle originarie posizioni radicali verso la destra moderata. Sul giornale dette spazio anche alle mai sopite istanze autonomistiche delle élites locali e, nel 1889, propose di costituire una federazione politica regionale.
Tale proposta si inseriva nel quadro della polemica a lungo sostenuta dal foglio veneziano contro la politica governativa sul Mezzogiorno, cui, secondo il M., veniva riservato un trattamento di favore a tutto svantaggio delle regioni settentrionali, gravate da un fisco iniquo e vessatorio.
Facendosi interprete degli umori degli ambienti veneti più conservatori, il M. si convertì quindi a un nazionalismo economicistico, che teorizzava la necessità dell'espansione coloniale e l'aumento delle spese militari, e incoraggiava un'emigrazione concepita come "sfollamento razionale".
In un volume che ebbe largo successo di pubblico (L'Europa alla conquista dell'America Latina, Venezia 1894) auspicò l'invio di un contingente di truppe nell'America del Sud, che avrebbe dovuto conquistare "quel rigoglioso continente" e aprirlo allo sfruttamento delle popolazioni italiche.
Avvicinatosi a Crispi, nel 1895 fu eletto deputato nel collegio di Castelfranco-Asolo, dove venne confermato anche nelle tre successive legislature. Alla Camera sedette a destra e si distinse per le sue energiche battaglie contro la sinistra radicale e socialista. Nel 1895, peraltro, si segnalò per il suo voto alla Camera contro l'istituzione (voluta da Crispi) della festa civile del 20 settembre, che avrebbe dovuto commemorare il compimento dell'Unità nazionale e la fine del potere temporale dei papi. Insieme con un gruppo di deputati veneti si mise così in buona luce agli occhi del mondo cattolico, che da allora non gli avrebbe mai fatto mancare il proprio sostegno. Anzi, le intese che egli costruì fin dal 1895 con il clero trevigiano prefigurarono quelle alleanze di matrice clerico-moderata, che avrebbero rappresentato un fenomeno generalizzato nel Veneto giolittiano.
Il M. può essere considerato un antesignano di tali patteggiamenti e "macolismo" è stato definito quel sistema di potere che in questa area del Veneto centrale consentì al deputato conservatore di gestire l'egemonia del ceto dei proprietari terrieri moderati con il placet cattolico.
Egli stesso nel 1904 venne rieletto deputato, contro le indicazioni di G. Giolitti, perché il papa autorizzò nei suoi confronti la sospensione del non expedit, cosa che gli consentì di raccogliere vasti consensi nei comuni rurali del collegio e di sconfiggere il suo avversario.
Il nome del M. resta comunque legato soprattutto alla tragica vicenda del suo duello con F. Cavallotti, che il 6 marzo 1898, a Roma, costò la vita al deputato radicale, verso il quale, peraltro, egli aveva nutrito in passato sentimenti di stima e di amicizia. I rapporti fra i due si ruppero definitivamente nel settembre 1897, quando il M. cominciò a pubblicare nella Gazzetta di Venezia una serie di notizie e insinuazioni, che Cavallotti giudicò oltraggiose e alle quali nel febbraio 1898 replicò dando del "mentitore di mestiere" al suo avversario. Il duello, col quale entrambi i contendenti avevano una lunga consuetudine, fu l'esito inevitabile della vertenza, che segnò profondamente il sopravvissuto sconvolgendone l'esistenza.
Accusato di essersi fatto strumento delle forze reazionarie che intendevano disfarsi di un odiato nemico, bollato addirittura come assassino e minacciato di ritorsioni, visse una difficile fase di isolamento personale e politico. Sul terreno penale l'uccisione in duello di Cavallotti gli valse una condanna a tredici mesi di detenzione, ridotti in appello a sette, che non furono mai scontati grazie a un'amnistia.
Nell'aprile 1905 il M. presentò le sue dimissioni alla Camera, dopo l'ennesima contestazione nei suoi confronti da parte dei deputati dell'estrema sinistra, che abbandonarono l'aula nel momento in cui prese la parola nella discussione del programma del nuovo governo Fortis. Ammalatosi, si ritirò anche dall'attività giornalistica e negli ultimi anni di vita soggiornò a lungo in sanatori e case di cura.
Il 18 ag. 1910, in uno di questi istituti, a Merate, il M. si tolse la vita con un colpo di pistola.
Opere: Come si vive nell'Esercito e nella Marina, Genova 1884; Nella città dei sultani. Sul "Duilio". Impressioni, Roma 1884; Emancipazione? Conferenza tenuta nella sala della Granguardia a Padova, Genova 1886; Relazione sul progetto per costruire una federazione politica regionale, 7 giugno 1889, Venezia 1890; Ordine e legge. Discorso in Treviso, ibid. 1895; Discorso programma 23 maggio 1895. Collegio di Castelfranco-Asolo, prov. di Treviso, ibid. 1895; Il tram a vapore Bassano - Caselle d'Asolo - Montebelluna - Castelfranco - Riese - Caselle, Bassano 1904.
Fonti e Bibl.: F. Santini, Per la verità della storia (in memoria di F. M.), Roma 1910; Note biografiche, in Gazzetta di Venezia, 20 ag. 1910; F. M., in Il Giornale d'Italia, 30 ag. 1910; F. Massa, Ricordi di giornalismo, in Gazzetta di Genova, 29 febbraio e 30 apr. 1920; Quarant'anni di politica italiana. Dalle carte di G. Giolitti, I, L'Italia di fine secolo (1885-1900), a cura di P. D'Angiolini, Milano 1962, pp. 102, 111, 183, 206; II, Dieci anni al potere (1901-1909), a cura di G. Carocci, ibid. 1962, pp. 367 s.; F. Cavallotti, Lettere, 1860-1898, a cura di C. Vernizzi, Milano 1979, pp. 10, 36, 41, 45, 275, 307, 341, 383 s.; R. Colapietra, F. Cavallotti e la democrazia radicale in Italia, Brescia 1966, pp. 70, 195, 224 s., 227; Cattolici e liberali veneti di fronte al problema temporalistico e alla questione romana. Atti del II Convegno di studi risorgimentali, 1970, a cura di E. Reato, Vicenza 1972, ad ind.; L. Vanzetto, Clericali e liberali in una diocesi guida: Treviso 1890-1902, in Movimento cattolico e sviluppo capitalistico. Atti del Convegno, Padova, 1974, Venezia-Padova 1974, pp. 114 s., 132; A. Galante Garrone, F. Cavallotti, Torino 1976, pp. 384, 697, 708-719; Storia d'Italia (Einaudi), Le regioni dall'Unità a oggi. Il Veneto, a cura di S. Lanaro, Torino 1984, pp. 114, 353, 428, 435-437, 499, 504, 821, 828; P.L. Ballini, La Destra mancata. Il gruppo rudiniano-luzzattiano fra ministerialismo e opposizione (1901-1908), Firenze 1984, pp. 49, 97-99, 111, 258, 274, 291, 313; E. Franzina, La transizione dolce. Storie del Veneto tra '800 e '900, Verona 1990, pp. 242, 246, 259, 270 s., 343, 350, 360, 381, 430; M. Milan, La stampa periodica a Genova dal 1871 al 1900, Milano 1989, pp. 11, 133, 157 s., 240; L. Urettini, Storia di Castelfranco, Padova 1992, pp. 78-91; R. Stradiotto, Un conservatore estremista: biografia di F. M. (1861-1910), tesi di laurea, Univ. di Padova, facoltà di lettere e filosofia, a.a. 1994-95; F. Galli, "Il Secolo XIX". Un giornale per l'Ansaldo, in Storia dell'Ansaldo, II, La costruzione di una grande impresa, 1883-1902, a cura di G. Mori, Roma-Bari 1995, pp. 171 s., 184 s.; R. Beccaria, I periodici genovesi dal 1473 al 1899, Genova 1995, pp. 476, 532; L. Vanzetto, I "blocchi popolari" in provincia di Treviso, in Il Comune democratico. Riccardo Dalle Mole e l'esperienza delle giunte bloccarde nel Veneto giolittiano (1900-1914), a cura di R. Camurri, Venezia 2000, p. 134; Storia di Venezia. L'Ottocento e il Novecento, a cura di M. Isnenghi - J.S. Woolf, Roma 2002, I, passim; M. Cavina, Il sangue dell'onore. Storia del duello, Roma-Bari 2005, pp. 247 s.