PAGNI, Ferruccio
– Nacque a Livorno l’11 settembre 1866 da Domenico e da Regina Bini.
Seguì i corsi di Natale Betti presso la Scuola comunale di disegno, dove ebbe compagni Plinio Nomellini e Angiolo Tommasi. Più tardi si trasferì a Firenze, frequentando come altri giovani il maestro Giovanni Fattori e iscrivendosi, a partire dal 1892, alla Scuola libera del nudo. Espose a Firenze già nel 1887, nel 1888 e nel 1889 quando, seguendo l’insegnamento fattoriano, presentò due dipinti eseguiti dal vero: Meriggio e Torre del Lago. Nello stesso anno partecipò alla Mostra internazionale di Torino.
Ben presto si allineò su una visione impressionista-divisionista, condivisa da tutte le giovani leve toscane della sua epoca, dandone prova, insieme ad altri pittori riuniti attorno al livornese Alfredo Müller, nelle tele In Coltano e Sulla sera inviate alla Promotrice di Firenze del 1890-91. Questa mostra fu soprannominata «dei risotti gialli» per la monotonia cromatica e tecnica comune alle opere di molti giovani e rimproverata a Pagni dal vecchio maestro Fattori (Dini - Dini, 1997, pp. 380 s.).
Il viale (collezione privata, come la maggior parte delle opere di Pagni, ove non diversamente indicato, ripr. in I pittori del Lago, 1998, p. 65), dipinto attorno al 1891, è una delle poche opere conosciute dalla tecnica esplicitamente puntinista.
In questi anni iniziò a dividersi tra Firenze, dove nel 1892 risultava risiedere in via dei Pilastri 29, e Torre del Lago, sul lago di Massaciuccoli vicino Viareggio, che divenne luogo prediletto e rifugio creativo ed emozionale per buona parte della sua vita. Durante l’inverno lavorava in una piccola chiesa abbandonata sulle rive del lago, mentre trascorreva l’estate dipingendo all’aria aperta, cogliendo il variare delle sfumature atmosferiche e cromatiche, dall’alba al tramonto.
Nel giugno 1891 conobbe il compositore Giacomo Puccini, che sul lago aveva appena preso dimora con la famiglia e al quale Pagni si legò di profonda amicizia, sorretta da un’istintiva corrispondenza di sensibilità. Puccini, dal canto suo, apprezzava la pittura di Pagni, esortandolo a coltivare l’approccio impressionista piuttosto che il puntinismo alla Morbelli (Pagni - Marotti, 1926, p. 77). Attratti dalla bellezza ancora incontaminata del padule tra falaschi, folaghe, boschi di pini e battute di caccia, molti altri artisti (Francesco Fanelli, Ludovico e Angiolo Tommasi, Raffaello Gambogi ) confluirono a Torre del Lago, finendo per creare insieme a Pagni e Puccini stesso, con tanto di statuto, il 'Club La Bohème', che prese nome dall'opera lirica cui il compositore stava lavorando proprio in quei luoghi: riuniti in una capanna che funzionava da taverna e luogo di ritrovo (immortalata dallo stesso Pagni in un disegno, ripr. in I pittori del Lago, 1998, p. 59), i fondatori si dedicavano a iniziative ludiche, artistico-musicali e venatorie, accogliendo negli anni molti altri artisti orbitanti attorno alla Versilia, come Plinio Nomellini, Amedeo Lori, Lorenzo Viani, Galileo Chini. Nell’agosto 1893, come ricorda Rinaldo Cortopassi (1926, pp. 15 s.), Pagni fu con Nomellini e Fanelli tra gli organizzatori della prima Esposizione d’arte moderna di Viareggio, iniziativa di cui sono giunte poche informazioni, conclusasi con un buco finanziario che procurò non pochi guai all’artista.
Negli anni Novanta Pagni fu assiduo nelle mostre nazionali: presentò opere nel 1893-94 a Brera, nel 1896 alla I Esposizione triennale d’arte di Torino (Crepuscolo e Maremma), nel 1896-97 alla Festa dell’arte e dei fiori di Firenze (Tramonto di novembre), nel 1897 alla III Triennale di Milano (Novembre-tempo triste), nel 1897-98 alla Società di belle arti fiorentina (Crepuscolo e Tramonto), nel 1898 a Torino (La quiete in palude, Tramonto (Real Tenuta di San Rossore), Ontaneta al crepuscolo), nel 1899-1900 alla Società di belle arti di Firenze (Tramonto autunnale).
Nel 1900, con Nomellini e Luigi De Servi, eseguì gli affreschi, destinati a deteriorarsi rapidamente, del salotto-studio della villa che Puccini si era fatto costruire a Torre del Lago. In quello stesso anno espose alla Società di belle arti di Torino due opere, Notte e Ritorno all’ovile, mentre a Genova presentò Sera d’inverno in padule, conferma di una dedizione ormai consolidata alle atmosfere vespertine, alla resa delle luci tremolanti nell’umidità del crepuscolo, interpretate con delicato lirismo ed emendate da ogni presenza umana.
Con il 1901, quando alla III Esposizione d’arte di Viareggio presentò Ritorno dai campi e Crepuscolo autunnale, l’attività espositiva di Pagni subì una battuta d’arresto.
Tra il 1901 e il 1902 fu eletto consigliere comunale a Viareggio con delega per Torre del Lago, adoperandosi per far ottenere al giovane Viani il sussidio necessario per studiare presso l’Istituto d’arte Passaglia di Lucca.
Prodottosi ormai un certo distacco emotivo dal paesaggio di Massaciuccoli, dipinto senza sostanziali evoluzioni per tanti anni, e raffreddatisi i rapporti con Puccini per dissapori non meglio precisati, nel febbraio 1904 Pagni si imbarcò da Genova per l'Argentina. Si stabilì a Rosario di Santa Fe e aprì una scuola di belle arti che, dopo anni di ristrettezze, gli consentì finalmente «un vivere agiato e tranquillo» (Pagni - Marotti, 1926, p. 131). Nel 1905 riallacciò i rapporti con Puccini, giunto a Buenos Aires, ospite del giornale La Prensa, per una tournée di un mese durante la quale Pagni rimase sempre al suo fianco.
Le notizie sul soggiorno più che decennale di Pagni in Argentina sono molto scarse, ma si sa che in quel periodo tenne varie personali: nel 1907 a Buenos Aires, nel 1911 a Rosario di Santa Fe, nel 1912 a Santiago del Cile.
Verso al fine della prima guerra mondiale, nell’inverno tra il 1917 e il 1918, tornò in Italia, prendendo nuovamente residenza a Torre del Lago. Nel 1919 fu con il vecchio amico Fanelli tra i fondatori, a Viareggio, del Club Gianni Schicchi, istituito in onore di Puccini, e frequentò l’Accademia degli Zeteti, animata dallo scrittore Enrico Pea e frequentata da uomini di cultura e artisti, come il pittore Moses Levy.
Nel 1925 tenne un personale con 33 opere alla Bottega d’arte di Livorno, in concomitanza con quella di Giovanni Lomi; Viani (1925, pp. n.n.), autore dell’introduzione del catalogo, lo chiamava ancora «macchiaiolo», per la giustezza nel «rapporto dei toni» e la «sobria interpretazione della natura soffusa di una sottile vena di poesia».
Nel 1926, in virtù di un’amicizia più che trentennale, contribuì come «prezioso informatore verbale» alla stesura del volume Giacomo Puccini intimo, scritto da Guido Marotti, denso di aneddoti e vividi ricordi (Marotti, 1942). Lorenzo Viani avrebbe rievocato ne Il Cipresso e la vite le irripetibili stagioni torrelaghesi e la figura di 'Ferro', come Puccini aveva rinominato Pagni, «baffi di ferro arrugginiti, occhi di falco, gambe di cicogna» come a sua volta lo descriveva Viani (1943, p. 182).
Negli ultimi anni, almeno per una stagione ebbe lo studio, uno «stanzone luminoso e gelido», al Kursaal di Viareggio (Manfredi, 1963). In una mostra del 1932 alla Casa d’arte di La Spezia espose dipinti eseguiti sul lago, in Maremma, lungo il Serchio, nella campagna pisana, in un sereno ripetersi di motivi tratti dal vero, con effetti di pioggia, notturni, albe e tramonti.
Morì a Torre del Lago il 20 novembre 1935.
Fonti e Bibl.: Mostra personale del pittore F. P. (catal.), a cura di L. Viani, Livorno 1925; F. P. e la Bohème, in R. Cortopassi, Paesaggio pucciniano: i bohèmiens di Torre del Lago, Pisa 1926, pp. 15 s., 33 s.; F. Pagni - G. Marotti, Giacomo Puccini intimo nei ricordi di due amici, Firenze 1926, passim (rist. G. Marotti, Giacomo Puccini intimo, Firenze 1942); F. P., pittore macchiaiolo a La Spezia (catal.), a cura di L. Viani, La Spezia 1932; L. Viani, Opere complete. XIII. Il cipresso e la vite, Firenze 1943, pp. 163-213; A. Manfredi, Viareggio e F. P., in Giornale del mattino (Firenze), 6 marzo 1963; Puccini e i pittori (catal.), a cura di S. Puccini, Milano 1982, pp. 17-34, 37-46; Fra il Tirreno e le apuane. Arte e cultura tra Otto e Novecento (catal., Lucca), a cura di C. Cresti et al., Firenze 1990, pp. 107-121, 137-141, 234; R. Monti, I Postmacchiaioli, Roma 1991, pp. 67-72, 205 e passim; T. Paloscia, Accadde in Toscana. L’arte visiva dal 1915 al 1940, Milano 1991, pp. 116 s.; La Pittura in Italia. Il Novecento/1, 1900-1945, a cura di C. Pirovano, Milano 1992, I, pp. 379, 384, II, p. 1004; I Postmacchiaioli (catal.), a cura di R. Monti - G. Matteucci, Roma 1994, pp. 11, 18 s. 78, 155; Il Divisionismo toscano (catal., Livorno), a cura di R. Monti, Roma 1995, pp. 11, 16, 61, 87; P. Dini - F. Dini, Giovanni Fattori. Epistolario edito e inedito, Firenze 1997, pp. 380 s.; I pittori del Lago. La cultura artistica intorno a Giacomo Puccini (catal., Serravezza), a cura di A. Conti et al., Pontedera 1998, pp. 33-37, 58, 65-73, 159, passim; Alla ricerca dell’Eden, Il paesaggio della Versilia nella pittura italiana fra Otto e Novecento (catal., Serravezza), a cura di G. Bruno - E. Dei - C. Paolicchi, Ospedaletto-Pisa 1999, pp. 185; Trasparenze solari. Francesco Fanelli 1869-1924 (catal.), a cura di F. Bacci - G. Bacci di Capaci, Lucca 2012, passim.