Mineralista e chimico (Roma 1880 - Napoli 1932), prof. di mineralogia nelle univ. di Sassari (1909), Palermo (1911), Torino (1913), poi di chimica generale a Napoli, della cui univ. fu rettore (1923-25 e 1930-32); socio dei Lincei (dal 1923). Diede ragguardevole contributo alla mineralogia e alla cristallografia con ricerche su serie isomorfe naturali e artificiali, e con la scoperta di una delle leggi dell'isomorfismo, quella dei volumi molecolari, oggi enunciata nella forma datale da M. Goldschmidt. Ai risultati delle sue indagini, condotte con metodi chimico-fisici, sulle zeoliti del Lazio e su altri silicati idrati si deve inoltre la prima constatazione dell'esistenza nei reticoli cristallini d'acqua non legata in modo definitivo (acqua zeolitica). Studiò la zona campana del tufo pipernoide, quella dei Campi Flegrei e la zona del Vesuvio (Mineralogia Vesuviana, 1909-12). Scoprì numerosi minerali: delorenzite, grothina, rivaite, ecc. e, in collaborazione, avogradite, mallardite, ecc. Gli fu dedicata la zamboninite.