Ozpetek, Ferzan (propr. Ferzan Özpetek)
Regista cinematografico turco, naturalizzato italiano nel 1986, nato a Istanbul il 3 febbraio 1959. Ritratti di culture lontane nel tempo e di mondi vicini ma trascurati, i film di O. raccontano ordinarie storie di vita dove l'intromissione del diverso produce caos e spavento perché stravolge le regole di una realtà preordinata svelandone le menzogne. Esplorando i sentimenti di personaggi alla ricerca di sé, le sue opere mostrano il superamento dei loro limiti e la loro crescita interiore. Nel 2003 con La finestra di fronte O. ha ottenuto il David di Donatello per il miglior film e il Nastro d'argento per il miglior soggetto, scritto con Gianni Romoli. Sempre per lo stesso film ha ricevuto il premio come miglior regista al Festival di Karlovy Vary.
Trasferitosi in Italia, nel 1976 seguì le lezioni universitarie di storia del film tenute da M. Verdone alla facoltà di Magistero, e poi, nel 1978, i corsi di regia all'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico che abbandonò dopo appena un anno per seguire gli spettacoli di strada di J. Beck e il gruppo del Living Theater. Già assistente, nel 1982, di Massimo Troisi (Scusate il ritardo) e di Maurizio Ponzi (Io, Chiara e lo Scuro), ha proseguito il suo apprendistato come aiuto regista di Ricky Tognazzi. Con la regia d'esordio, Il bagno turco ‒ Hamam (1997), accolta dall'attenzione della critica e del favore del pubblico, si rivelano già maturi gli elementi della sua poetica: il ritmo meditativo della narrazione, intrisa di memoria, e un'attenzione sottile all'indagine introspettiva. In questo film l'eredità di un vecchio bagno turco porta Francesco a rivisitare i luoghi fatiscenti di una cultura dimenticata, divenendo geloso custode dei segreti dell'hammām e accogliendo il mondo che ruota attorno a esso quale occasione di riscatto da una vita poco appagante. Con Harem Suare (1999), attraverso una sorta di percorso a ritroso nel tempo, in cui le immagini prendono vita dai ricordi, l'autore percorre la parabola discendente dell'anziana Safiyé (Lucia Bosè) da favorita del sultano ad attrazione esotica di squallidi spettacoli (le harem suare, appunto).L'apertura all'altro, il bisogno intimo di cambiamento per la conquista di una realtà diversa e più ricca si ritrovano anche nei due film che O. ha dedicato alla sua patria adottiva. Ambientati entrambi nelle case dei quartieri popolari di Roma, Le fate ignoranti (2001) e La finestra di fronte prendono avvio da piccole storie i cui protagonisti affrontano le proprie paure, vincendo l'indifferenza e conquistando una serena consapevolezza. Nel primo, Antonia (Margherita Buy), sconvolta dall'improvvisa morte del marito, scopre tra le cose di lui un quadro (dal titolo La fata ignorante) il cui donatore era l'amante dell'uomo. La sconvolgente rivelazione della relazione omossessuale la proietta in un mondo sconosciuto, dove supera il dolore della scomparsa condividendolo con l'amante-rivale (Stefano Accorsi) di cui si innamora. In La finestra di fronte, attraverso il personaggio di Davide (Massimo Girotti), uomo colpito da amnesia, si radica in Giovanna (Giovanna Mezzogiorno) il bisogno di ritrovare la propria identità e i propri sogni fino allora assopiti. Sono le donne, quindi, le vere portatrici del valore della memoria nel cinema di O.; nei suoi film c'è sempre un punto di rottura, un evento scatenante, che le trascina in un vortice di presa di coscienza e di rinnovata consapevolezza, e che le costringe all'accettazione del diverso, attraverso un percorso dove il viaggio nel tempo e nello spazio si fonde con quello nell'interiorità.