feudo
Istituto del mondo medievale, che consiste in un beneficio (perlopiù un territorio, ma anche una carica o altro) concesso in godimento da un signore a un suo subalterno contro determinate prestazioni a suggellare un vincolo di fedeltà; il termine designa anche il territorio stesso su cui si esercita la giurisdizione di un feudatario. Il problema delle origini del f. non è ancora interamente risolto così come non è chiaro il significato stesso della parola. Questa ha le sue prime apparizioni nella Francia merid. sotto la forma feum, fevum, stabilizzata più tardi in feudum; appare per la prima volta in Italia come feo in un documento lucchese della seconda metà del sec. 9°. L’etimo della parola è incerto. Secondo alcuni si ricollegherebbe a una voce germanica che significa «bestiame», secondo altri a un’altra voce germanica equivalente a «bene». E beni concessi dal re o dai maestri di palazzo a loro fedeli (i cosiddetti benefici) designano effettivamente le prime apparizioni della parola nei documenti francesi, rivelando il precoce legame tra vincolo di fedeltà e concessione beneficiaria che era destinato a diventare pressoché inscindibile tra età carolingia e postcarolingia. L’equivalente latino di f. è beneficium, termine che originariamente esprimeva la concessione di beni a titolo precario da parte di enti ecclesiastici. Il f. si fonda su un rapporto reale consistente nella concessione gratuita e revocabile di una terra (nel caso più frequente, oppure di una rendita, o di un incarico). La concessione era destinata ad assolvere l’obbligazione, congiunta di regola alla promessa di protezione, da parte del senior del mantenimento del vassus (➔ ) che in cambio gli giurava fedeltà militare. Un compenso prevalentemente fondiario che tuttavia non comportava concessioni di giurisdizione al vassallo. Solo successivamente alla dissoluzione postcarolingia, nel corso di un processo di sempre più stretto coordinamento politico fra le aristocrazie, di cui l’istituzione f.-vassallatica costituì un elemento essenziale, anche sul f. venne estendendosi la pratica della concessione – o più spesso dell’autoattribuzione – di o affrancazione dai pubblici poteri, pratica in origine sviluppatasi in prevalenza in ambito ecclesiastico. Il f. fu così uno degli elementi costitutivi di quell’organizzazione dei poteri che è stata detta di orientamento feudale (➔ ), soprattutto mediante la diffusione del cosiddetto f. oblato, il f. cioè risultante dalla pratica di cedere a un potere sovrano beni allodiali, per riceverli poi di nuovo sotto forma di f., allo scopo di dare legittimità a poteri sviluppatisi su una base esclusivamente di fatto.