FEZZAN (XV, p. 184)
La regione, che faceva parte del territorio militare del Sahara libico, ha goduto nel periodo precedente al 1940 d'una certa tranquillità, che è stata vantaggiosa alla sua economia, dissestata da tanti anni di guerre e ribellioni. La produzione granaria risultava in aumento ed era sufficiente ai bisogni degli abitanti, il numero delle palme tendeva a crescere (53.000 ne erano state piantate nel 1938), s'era iniziata la trivellazione dei pozzi artesiani e in alcune delle oasi più lontane (come Uau el-Chebir) erano state impiantate delle colonie penali, che avevano lo scopo di redimere a un tempo gli uomini e il terreno. Questo sviluppo è stato arrestato dalla guerra. Ora il Fezzan - a seguito dell'accordo franco-britannico di Tripoli (gennaio 1943) - forma con Gadames, un territorio posto direttamente sotto l'autorità della direzione dei Territorî del sud algerino, mentre Gat è stata annessa al territorio di Gianet (Fort Charlet). Nel 1945 è stato eseguito un censimento, che ha contato 33.500 ab., cui sono da aggiungere 6300 nomadi e seminomadi.
Storia. - Durante la seconda Guerra mondiale, nel corso della prima offensiva britanniea in Africa settentrionale, truppe coloniali francesi degolliste organizzate dall'allora colonnello Leclerc, avanzarono dalla regione del lago Ciad, occupando il 15 gennaio 1941 Murzuch e le principali oasi del Fezzan. Successivamente, questa regione seguì le alterne occupazioni conseguenti alle vicende operative in Africa settentrionale. Durante l'ultima offensiva britannica in Libia, le unità italiane del Sahara libico, al comando del generale Mannerini, svolsero una importante funzione ritardando l'avanzata delle colonne del generale Leclerc, provenienti dalla regione del lago Ciad e tendenti ad intercettare il ripiegamento delle truppe italo-tedesche al comando del maresciallo Rommel. Solo nel gennaio 1943, le truppe motorizzate del generale Leclerc si congiungevano alle forze di Montgomery nella Tripolitania, quando ormai le truppe italo-tedesche si erano ritirate verso la Tunisia. La Francia ha avanzato rivendicazioni sul Fezzan in quanto percorso dalla via più breve tra l'Africa settentrionale, l'Africa occidentale e l'Airica equatoriale francese.
Archeologia. - L'esplorazione archeologica del Fezzan, iniziata nel 1932 da L. Frobenius, ma condotta principalmente dal 1933 in poi da P. Graziosi per la preistoria, e da G. Caputo e B. Pace per l'età classica, ha rivelato la grande importanza della regione soprattutto per l'arte rupestre, le cui testimonianze sono copiosissime e di singolare interesse. Una classificazione e una determinazione cronologica delle incisioni (di gran lunga prevalenti sulle pitture) appaiono ancora incerte, perché basate soltanto su elementi intrinseci (patina, stile, tecnica, soggetti rappresentati) e non su riferimenti a materiali litici o ceramici ad esse associati. Così una distinzione assai lata può farsi tra figurazioni precamelline e postcamelline. Le incisioni che sembrerebbero più antiche riproducono uomini cacciatori e fauna di clima caldo e umido, e dimostrano uno stile più naturalistico a confronto con altre più schematiche e con rappresentazioni di uomini pastori e di animali domestici. La tecnica è a incisione, e, nelle più recenti, a martellamento. Da rilevare il fatto che talune figure confermano quanto da Erodoto e da altre fonti si sa dei costumi dei Libî.
I materiali litici provengono tutti da rinvenimenti di superficie e appartengono in prevalenza al paleolitico medio, pur non mancando strumenti di tipo acheuléano da un lato e neolitici dall'altro.
Numerosissime, specie in talune zone, come nell'uadi el-Agial, le tombe (molte migliaia), le più a tumulo di pietre, sotto il quale, entro un vano a cono o a calotta, è il cadavere rannicchiato; in esse, strumenti preistorici e materiali di importazione romana (vetri e ceramiche) testimoniano da un lato la persistenza dei primi e di forme di seppellimento antiche fino in età tarda; dall'altro l'attività dei commerci romani. Presso le tombe sono spesso mense a vaschette e stele a corna o a forma di mano.
Bibl.: I. Frobenius, Ekade ektab (Die Felsbilder Fezzans), Lipsia 1937; P. Graziosi, L'arte rupestre della Libia, Napoli 1942; delle esplorazioni di B. Pace e G. Caputo si hanno solo le notizie preliminari, in Il Sahara italiano. Fezzan e Oasi di Gat, publ. della R. Soc. Geogr., Roma 1937 (è in corso la pubblicazione della relazione particolareggiata).