FIANDRA (fiammingo Vlaanderen; fr. Flandres; A. T., 44)
Regione storica del Belgio, corrispondente nel suo insieme al paese basso fra la Lys, la Schelda e il mare; vi si comprende oggi tuttavia anche la plaga di Alost, Grammont e Renaix sulla destra della Schelda. Giusta la tradizione storica, del resto, il limite a SO. non coincide con il confine politico belga, ma si spinge nella finitima Francia (Dunkerque, Armentières), e parimenti a N. nella Zelanda pertinente al regno dei Paesi Bassi. Limiti naturali non si possono designare, sebbene piuttosto un limite linguistico, potendosi intendere le Fiandre estese al SO. sin dove giungono i dialetti fiamminghi (v. anche fiamminga, arte; fiamminga, letteratura; fiamminga, musica; fiamminghi. Per la storia della regione, oltre quanto è detto qui appresso sulla contea di Fiandra, v. belgio: Storia; paesi bassi: Storia).
Oggi con il nome di Fiandre vanno particolarmente intese le due provincie belghe: Fiandra Occidentale (3234 kmq.) e Fiandra Orientale (3000 kmq.). Fisicamente sarebbero invece piuttosto da distinguere una Fiandra piana marittima, con il suolo argilloso, piatta, senza alberi, battuta con particolare intensità dai venti marini; e una Fiandra interna, in cui prevalgono suolo sabbioso, rilievo relativamente pronunciato e variamente inciso, ricoprimento boscoso diffuso, clima meno soggetto alle influenze oceaniche, e perciò piuttosto freddo d'inverno e caldo d'estate. In ambedue il paesaggio risente profondamente dell'intervento umano, ininterrotto da due millennî.
Nella piana marittima questo ha concorso e concorre con continua opera di difesa e di conquista a rassodare il terreno dietro la sottile striscia delle dune litoranee: nella retrostante e vasta zona interna, l'uomo ha trasformato le sabbie sottili e povere in un terreno agrario poco meno fertile di quello argilloso della piana, diradando e dissodando le originarie boscaglie.
Fondamento dell'economia sono l'agricoltura e l'allevamento. Il terreno è diviso in innumerevoli piccoli appezzamenti, sui quali, in genere, la popolazione rurale vive sparsa, a eccezione della zona litoranea dei polders, dove prevalgono grandi proprietà. In complesso tutta la Fiandra è paese d'intenso popolamento (oltre 310 ab. per kmq.), minore tuttavia nella zona dei polders e nel SO., dove si ha una media densità da 100 a 200 abitanti.
Nonostante il meraviglioso prosperare dell'agricoltura e dell'allevamento (le più alte medie unitarie di produzione del frumento, intenso tradizionale giardinaggio, stabilimenti casearî modello, famose razze equine), l'enorme densità della popolazione rende necessaria l'emigrazione, particolarmente verso le vicine zone minerarie e industriali, di qua come di là dai confini, emigrazione spesso soltanto temporanea o periodica.
Altra conseguenza dell'addensarsi di tanta popolazione è il suo accentrarsi in nuclei urbani, economicamente e politicamente poderosi da tempo antichissimo. Lungo le coste, unica grande città è Ostenda (44.000 ab.; v.), ma la bassa spiaggia ha chiamato in vita una serie di frequentatissimi centri balneari: Nieuport (4800 abitanti; vedi), Blankenberghe (7000 ab.), Heyst (5600), Knocke. Nuovo centro portuale si sta sviluppando a Zee-Brugge (v.). Ma un'altra serie di centri cittadini, di più antica origine e di maggiore importanza, sta a contrassegnare il contatto della piana marittima con la Fiandra interna: Poperinghe (11.600 ab.), Dixmude (Dixmuiden, 3200 ab.; vedi), Ghistelles, Furnes (Veurne), e specialmente Bruges (Brugge, 51.200 ab.; v.). All'interno sono sparsi innumerevoli centri minori, agricoli o agricolo-industriali, come Ypres (Yperen, 15.300 ab.; v.), Roulers (Roussellaere, 27.700; v.), centro di affari del S. della Fiandra Occidentale, Lokeren (24.300), Saint-Nicolas (38.000; v.) al centro d'un distretto interamente sottratto alle acque in tempi a memoria di uomo, Renaix (Ronse, 24.100 ab.; v.). Grandi arterie naturali di traffico sono la Lys e la Schelda, e sulle loro sponde sorge ancora tutta una serie di centri di notevole importanza, fra i quali emergono Audenarde (Oudenaarde, 6200 ab.; v.) e Wetteren (16.270 ab.) sulla Schelda, Courtrai (Kortrijk, 38.600 ab.; v.) sulla Lys e Gand (Gent) al confluente dei due fiumi, coi suoi 170.000 abitanti e coi popolosi sobborghi intorno.
Infine è da ricordare che nella Fiandra storica e ancora entro i confini del Belgio può comprendersi anche Anversa (Antwerpen; 299.100 ab.; v.) a capo dell'estuario della Schelda.
Le due provincie della Fiandra belga hanno rispettivamente per capoluoghi, l'occidentale Bruges, l'orientale Gand, e una popolazione di 880.900 ab. l'una, e 1.134.290 l'altra, secondo una valutazione del 1930. Degli abitanti risultavano, secondo i dati del censimento del 1920, parlanti la sola lingua fiamminga il 77% di quelli della provincia occidentale, l'83% di quelli dell'altra provincia.
Nella Fiandra Occidentale si hanno 152 comuni, 26 cantoni, 8 arrondissements amministrativi: Bruges, Courtrai, Dixmude, Ostenda, Roulers, Thielt, Furnes, Ypres. Nella Fiandra Orientale vi sono 252 comuni, 32 cantoni, 6 arrondissements: Alost, Audenarde, Eecloo, Gand, Saint Nicolas, Termond (Dendermonde).
Operazioni militari in Fiandra. - Durante la guerra mondiale alla fine del 1914, le fronti avversarie al nord dello scacchiere francese si stabilizzarono nelle Fiandre, che furono quindi teatro di continue lotte. Dopo i combattimenti della corsa al mare (ottobre 1914) e oltre alle normali azioni della guerra di posizione, pressoché ininterrotte, i principali avvenimenti furono: la battaglia del 14-24 dicembre 1914; la battaglia detta appunto delle Fiandre del 1917 (durata dal 22 luglio al 17 settembre [battaglia d'estate] e ripresa poi [battaglia d'autunno] sino al 3 dicembre) la battaglia intorno al Kemmel (10-29 aprile 1918) e la battaglia dal 28 settembre al 17 ottobre 1918 (v. guerra mondiale).
Bibl.: R. Blanchard, La Flandre, théâtre d'opérations militaires, in Revue de Paris, 1925.
La contea di Fiandra.
Nell'epoca carolingia, la contea di Fiandra (pagus flandrensis) si stendeva fra la Schelda occidentale, al nord, e l'Yser, al sud. Carlo il Calvo ne fece, verso l'866, il centro di una marca per la difesa della parte settentrionale del suo regno; suo genero il conte Baldovino I, detto Braccio di Ferro, ricevette oltre alla sua contea, il governo sulla maggior parte dei pagi compresi fra la Schelda a est e il Mar del nord a ovest. I suoi successori, Baldovino II (879-918) e Arnoldo I il Grande (918-965) approfittarono dello smembramento del potere reale in Francia, per estendere i loro dominî fino alla Ganche. Ma certi territorî conservarono una larga autonomia sotto l'alta sovranità fiamminga; le contee di Boulogne, Saint-Pol, Guines, ecc.
La forza del ducato della Normandia impedì alla Fiandra di estendersi al sud della Ganche. Solo verso l'est, a danno del ducato tedesco della Lotaringia, Baldovino IV (888-1035) e Baldovino V (1025-1067) poterono fare, dal 1006 al 1066, nuove conquiste: della Zelanda, all'ovest della Schelda orientale, del Quatre-Métiers, a sud della Schelda occidentale, del Brabante, fra la Schelda e la Dendre. Questi territorî costituirono la "Fiandra imperiale", che gl'imperatori furono obbligati a cedere in feudo al conte. Durante alcuni anni (1067-1070), Baldovino VI riunì anche, sposando la contessa Rachilde, il Hainaut con la Fiandra. Dopo di lui Roberto I il Frisone (1071-1093) e Roberto II (1087-1111), uno dei capi della prima crociata, imposero il loro protettorato sul territorio di Cambrai. Nell'interno il potere del conte era fortemente organizzato; egli disponeva di agenti militari, amministrativi e giudiziarî - i castellani - ognuno dei quali governava una circoscrizione, la castellania, corrispondente il più delle volte a un'antica contea. Un corpo speciale di notai, dipendenti dal cancelliere di Fiandra, amministravano le rendite degli immensi dominî della Contea.
La Fiandra si è, poi, svegliata a nuove forme di vita economica. La prossimità degli sbocchi della Schelda, la vicinanza dell'Inghilterra, la possibilità di comunicazioni marittime con la Scandinavia, l'esistenza dell'antichissima industria rurale della lana, aveva dato origine nel sec. X a una viva circolazione commerciale. Gli agglomeramenti (portus) formati da questi mercanti, presso le fortezze della contea (castra), in luoghi favorevoli per il commercio, costituirono altrettanti nuclei delle future città fiamminghe. Bruges, sul golfo dello Zwyn, Gand, alla confluenza della Lys con la Schelda, Lilla, Douai, Saint-Omer, Arras e altre.
La loro importanza aumenta nel sec. XII; vi si concentra l'industria della lana; le correnti commerciali dal nord vengono a incontrarvisi con quelle del mondo mediterraneo. Fin dal 1127 appaiono in Fiandra i mercanti italiani. Con lo sviluppo delle città si ha la c0struzione delle cinte difensive. Sorge un diritto urbano e gli scabini sono incaricati della sua esecuzione. Dopo l'assassinio del conte Carlo il Buono, le città sono tanto potenti da chiedere nel 1127 al nuovo conte Guglielmo di Normandia, imposto dal re di Francia, Luigi VI, loro alto signore, le prime carte di conferma dei loro privilegi. Quando, l'anno seguente, il principe viola i loro diritti, esse chiamano al potere e fanno trionfare Thierry di Alsazia.
Sotto i conti della casa di Alsazia, la Fiandra è, di fatto, tanto indipendente, che Filippo d'Alsazia (1168-1191) si mette perfino in lotta con Filippo Augusto. Ma il potere del re di Francia è anch'esso cresciuto. Egli certo non era riuscito, dopo la morte del conte presso S. Giovanni d'Acri, ad annettere la Fiandra al suo regno; ma il conte di Hainaut, Baldovino V, che aveva riunito per la seconda volta il suo paese con la Fiandra, devette cedere al re tutto il sud della contea, cioè l'Artois (1192). Allora, la minaccia di questa politica conquistatrice del re di Francia spinge il conte Baldovino VI (1194-1202) verso l'alleanza anglo-guelfa. Del resto, anche gl'interessi economici glielo imponevano. L'industria fiamminga della lana non poteva fare a meno della lana inglese. Questo fattore era di una tale importanza che, quando dopo la partenza di Baldovino per la IV crociata, Filippo Augusto poté dare alla giovane contessa Giovanna (1204-1244) un marito, da lui scelto, Ferdinando di Portogallo, questi fu costretto dal partito inglese, onnipotente nella Fiandra, a entrare nell'alleanza anglo-guelfa. Ma la vittoria del re a Bouvines (1214), nella quale Ferdinando fu fatto prigioniero, costrinse la Fiandra a cedere.
Durante la più grande parte del secolo XIII la Fiandra rimane sotto il controllo della monarchia francese. Se ne può avere un'idea dal modo con cui, nel 1246, Luigi il Santo troncò il conflitto sorto tra i figli del primo e del secondo matrimonio di Margherita (1244-1280), sorella ed erede di Giovanna: a Giovanni d'Avesnes egli assegnò, con la sua autorità, il Hainaut, a Guglielmo di Dampierre la Fiandra.
Peraltro, la vitalità economica del paese si era intensificata: Bruges era il porto più importante dell'Europa occidentale: i prodotti dell'industria fiamminga della lana si esportavano in tutto il mondo. La popolazione delle città era cresciuta al punto che quasi tutte dovettero costruire nel sec. XIII una nuova cinta più larga. Il governo urbano era esclusivamente nelle mani di un patriziato di ricchi mercanti, l'autorità tirannica e lo sfruttamento dei quali erano mal sopportato dai lavoratori, organizzati in mestieri. Questi magistrati patrizî avevano la tendenza di sottrarsi il più completamente possibile all'autorità del conte e al controllo dei suoi agenti, i balì, funzionarî salariati revocabili, che il conte aveva istituito alla fine del sec. XII al posto dei castellani che non serbavano un atteggiamento abbastanza subordinato.
Sotto la signoria di Guido di Dampierre (1278-1305) sorse un duplice conflitto: fra il conte e il patriziato urbano e fra il patriziato e i mestieri. Siccome poi, il re di Francia, Filippo il Bello, cercava di annettersi la Fiandra, si venne a una duplice intesa: fra il conte e i mestieri da una parte, fra il re e il patriziato da un'altra. Nel 1300, l'esercito francese s'impossessò della contea e Guido, con suo figlio Roberto di Béthune, fu condotto prigioniero in Francia. Ma la reazione patrizia e la tirannia dei Francesi provocarono un violento sollevamento degli artigiani di Bruges (matines brugeoises), che fu il segnale di una rivolta generale (v. coninc). L'11 luglio 1302 un esercito francese, mandato a reprimerla, fu disfatto completamente presso Courtrai dalle milizie fiamminghe comandate da Guido di Namur e da Guglielmo di Juliers, figlio e nipote del conte (v. dampierre). Filippo il Bello nondimeno finì con l'imporre al nuovo conte, Roberto di Béthune (1305-1322), la cessione delle castellanie di Lilla, Douai e Béthune, cioè della Fiandra di lingua francese. Anche la regione di Tournai fu annessa alla Francia nello stesso tempo (1314); e nel 1323, la Zelanda all'ovest della Schelda orientale, infeudata ai conti di Olanda fin dal sec. XII, fu definitivamente separata dalla Fiandra.
Nel sec. XIV, infierirono le lotte sociali nelle città e le ripercussioni della guerra dei Cento anni. Quando scoppiò questa guerra, il conte Luigi di Nevers (1322-1346) si era messo risolutamente al fianco del suo sovrano Filippo VI, che lo aveva poco prima aiutato a soffocare a Cassel una rivolta dei contadini della Fiandra marittima (1328). Edoardo rispose interdicendo l'esportazione della lana inglese in Fiandra. Poteva essere la rovina dell'industria laniera. E allora un notabile, Giacomo van Artevelde, instaurò a Gand un governo democratico, impose la sua politica al resto della Fiandra e fece adottare da questa, prima la neutralità che permise di riprendere il commercio con l'Inghilterra, e poi, nel 1339, l'alleanza inglese. Ma nel 1345 Artevelde cadde vittima della sua resistenza alle vedute dittatoriali dei territorî di Gand. Gli ultimi anni di Luigi di Nevers e il regno di Luigi di Male furono segnati da violenti conflitti nel seno della città e dagli sforzi del partito democratico di Gand per stabilire la sua egemonia su tutta la Fiandra. Contro questi sforzi prevalse la politica di equilibrio del conte. Con l'aiuto del re di Francia, Carlo VI, Luigi di Male schiacciò nel 1382 gli abitanti di Gand comandati da Filippo van Artevelde. Nello stesso tempo il conte cercò con successo di estendere il suo territorio: una guerra col Brabante gli fece acquistare nel 1357 Malines e Anversa; e nell'occasione del matrimonio di sua figlia Margherita col duca di Borgogna, Filippo l'Ardito (v.), l'anno 1369, egli ottenne dal re Carlo V la restituzione della Fiandra francese. Filippo l'Ardito (1384-1404) cominciò l'unificazione dei Paesi Bassi e i duchi suoi successori proseguirono l'opera. E la Fiandra cominciò a seguire la sorte di questa regione (v. belgio; paesi bassi). Tuttavia, pur legata ai Paesi Bassi, la Fiandra conservò le proprie istituzioni, l'origine delle quali rimonta al sec. XIV. Il sovrano-balì di Fiandra, creato nel 1372 da Luigi di Male come capo dell'amministrazione, non c'era più al principio del sec. XVIII. Dalla Camera del consiglio, istituita nel 1386 da Filippo l'Ardito, sorse nel 1405 una Camera dei conti e un Consiglio di Fiandra. La prima di queste istituzioni cessò di essere un istituto provinciale nel 1473, fondendosi con la Camera dei conti di Bruxelles; la seconda, stabilita a Gand dal 1463 continuò poi a essere fino alla fine dell'antico regime la più alta autorità giudiziaria e amministrativa di Fiandra. Dalle assemblee dei "Quatres Membres de Flandre", cioè, delle tre grandi città Gand, Bruges e Ypres e della circoscrizione rurale del porto franco di Bruges (Franc de Bruges), convocate da Filippo l'Ardito e dai suoi successori per deliberare sulle domande dei sussidî, ebbero origine nel sec. XVI con l'aggiunta del clero, gli "Stati di Fiandra", che sino alla fine del secolo XVIII ebbero fra le loro attribuzioni quella di votare le imposte.
Bibl.: Oltre le opere citate sotto belgio: Storia; brabante, v.: L. Vanderkindere, La formation territoriale des principautés belges au moyen-âge, I, Bruxelles 1902; J.-M. Kervyn de Lettenhove, Histoire de Flandre, Bruxelles, 1846-1850, voll. 7; L. A. Warnkoenig, Flandrische Staats- u. Rechtsgeschichte, Tubinga 1835-1842, voll. 3; e ed. francese rimaneggiata da A.-E. Gheldorf, Histoire de la Flandre, Bruxelles 1835-1864, voll. 5; F. Lot, La frontière de la France et de l'Empire sur le cours inférieur de l'Escaut, in Bibl. de l'École des Chartes, 1910; Dept, Les influences anglaises et françaises dans le comté de Flandre au début du XIIIe siècle, Gand 1928; F. Funck-Brentano, Les origines de la guerre de Cent ans. Philippe le Bel en Flandre, Parigi 1896; Rolland, Le Tournaisis, châtellenie flamande, in Revue du Nord, 1926; Laurent et Quicke, La guerre de succession de Brabant, ibid., 1927; Blommaert, Les châtelains de Flandre, Gand 1915; Rolland, L'origine des châtelains de Flandre, in Revue belge de philologie et d'histoire, 1927; Ganshof, Les tribunaux de châtellenie en Flandre, Gand 1931; H. Pirenne, Les villes flamandes avant le XIIe siècle, in Annales de l'Est et du Nord, 1905; Les anciennes démocraties des Pays Bas, Parigi 1910; G. Des Marez, Étude sur la proprieté foncière dans les villes du moyen-âge et spécialement en Flandre, Gand 1898; Hapke, Brügges Entwickelung z. mittelalterlichen Weltmarkt, Berlino 1908; Nowé, Les ballis comtaux de Flandre, Bruxelles 1929; Mathieu, Histoire du Conseil de Flandre, Anversa 1879; A. Gallet-Miry, Les États de Flandre, Gand 1892.