fiducia
Stimare alta la probabilità che un dato evento si realizzi (per es., che riprenda la crescita economica dopo una crisi) o che una persona si attenga a una certa norma comportamentale (per es., che un proprio dipendente sia leale all’azienda). Nel primo caso la f. è equiparabile al concetto epistemico di previsione empirica di un fenomeno sociale o naturale; nel secondo attiene alla cognizione sociale. I due tipi di f. sono generati da un’inferenza basata su regole. Nel primo caso la regola è qualche generalizzazione sugli accadimenti naturali o sociali, mentre nel secondo essa ha a che fare con norme comportamentali e sociali. I due tipi di f. hanno spesso collegamenti tra loro; infatti, nel primo tipo di f. la previsione può basarsi sull’attendibilità di esperti, autorità o conoscenti di cui ci si fida. Nel secondo, la f. può derivare da come si pone la persona verso cui si nutre f. rispetto a fenomeni sociali (la f. nel proprio medico dopo numerosi episodi di malasanità) o dall’influenza di fenomeni naturali (la f. nelle dichiarazioni di salute sessuale del proprio partner quando vi è la previsione di un aumento delle malattie sessuali).
Questo tipo di f. è stata analizzata dalla psicologia del ragionamento e giudizio. L’individuo sviluppa modelli mentali dei fenomeni a cui attribuisce intuitivamente una data probabilità di accadimento. Maggiore è la probabilità assegnata, maggiore è la f. che l’individuo dimostra sull’avverarsi del fenomeno. La stima di probabilità viene influenzata da vari fattori di tipo cognitivo ed emozionale. Varie euristiche, come quelle della rappresentatività e disponibilità, quella affettiva e del prototipo, agiscono nel determinare il giudizio probabilistico. Esse sono attualmente concepite come processi di sostituzione di attributi, nei quali un attributo target (per es., una classe) è sostituito da uno euristico (per es., un prototipo) più accessibile per ragioni cognitive o affettive. Questa sostituzione porta in alcuni casi a errori di valutazione, in quanto l’attributo sostituito non rappresenta correttamente a livello statistico le caratteristiche della classe. Per es., la visione di un atto delinquenziale compiuto da un immigrato di colore (prototipo) può portare successivamente a dare giudizi scorretti sulla pericolosità sociale del gruppo etnico (la classe) a cui il delinquente apparteneva.
Questo secondo tipo di f. è stato analizzato da vari punti di vista, di tipo psicologico, sociale ed economico. In primo luogo, il principale confronto si è svolto tra teorie che spiegano la f. sulla base di una qualche forma di calcolo razionale e quelle che lo negano. In alcuni casi i proponenti della prima tesi, di fronte all’evidenza delle caratteristiche intuitive del giudizio, arrivano a sostenere come il calcolo possa essere svolto anche a livello implicito, elaborando in modo razionale, ma inconsapevole, segnali trasmessi dalla persona sotto osservazione. A questa posizione si contrappone chi rileva come la maggior parte delle volte l’attribuzione di f. sia definibile come un ‘sesto senso’ che, in modo rapido, ci permette di giudicare una persona e agire conseguentemente. In questo caso l’attribuzione di f. è come un ‘sentire di pancia’ (gut feeling) che ci porta ad accettare con piacere la collaborazione effettiva o ipotetica con un’altra persona. Queste due posizioni si intrecciano con le tesi sulla teoria della mente. Quando interagiamo con il nostro prossimo utilizziamo una qualche forma di conoscenza e di lettura delle sue attività mentali. Ciò può prendere le caratteristiche di una vera e propria teoria della mente altrui o, al contrario, può avvenire sulla base di una simulazione, di tipo anche emotivo e viscerale, dell’attività mentale dell’altra persona. La scoperta dei neuroni specchio (➔ neurone, Neuroni specchio) sembra essere un elemento a favore della tesi della simulazione, soprattutto nelle situazioni di comprensione empatica della sfera emozionale dell’altra persona.
La funzione di rappresentazione dell’attività mentale altrui (lettura della mente, o mind reading) sembra, quindi, fondamentale per i giudizi di equità e reciprocità alla base della fiducia. A livello cerebrale, la lettura della mente è stata analizzata con le tecniche di neuroimaging: alcuni autori avrebbero individuato un’area specializzata nella corteccia prefrontale (area 10 di Brodmann). La ricerca neuroscientifica ha anche analizzato il funzionamento del cervello in esperimenti comportamentali che implicano attribuzioni di fiducia. Si sono, soprattutto, utilizzati giochi di interazione strategica in cui la decisione di uno dei due giocatori viene influenzata dalla presenza o meno di un rapporto fiduciario. Vari sono i giochi della fiducia. In essi un giocatore può o meno dare f. all’altro e il secondo può reciprocare o defezionare. Il principale risultato comune a molti di tali giochi è la presenza di decisioni cooperative guidate dalla f. che sono contrarie alle prescrizioni razionali della teoria dei giochi, secondo la quale un giocatore non dovrebbe dare f. e l’altro dovrebbe defezionare. La spiegazione di questo comportamento è la presenza nei soggetti di regole di equità (fairness) che li portano a comportarsi in senso contrario rispetto alla loro utilità economica. Le aree celebrali attivate in presenza di situazioni non eque sembrano la corteccia dorsolaterale prefrontale, che fa riferimento a processi di tipo cognitivo come la valutazione dell’offerta, l’insula, associata a emozioni di tipo negativo come l’indignazione e il dolore, e il giro del cingolo anteriore, che ha funzioni esecutive. Recentemente (2005) è stata anche studiata l’attività celebrale che sottende il consolidarsi della f. nei rapporti ripetuti fra individui. I fenomeni di formazione della reputazione sono stati analizzati attraverso la metodologia dell’iperscanning, che permette di confrontare le attività celebrali di due partecipanti durante la ripetizione di un gioco di f. interattivo. L’anticipazione delle scelte di f. e di reciprocare viene riscontrata nell’attività della corteccia cingolata del primo giocatore e del caudato del secondo. Un ruolo importante nei meccanismi della f. sembra giocato anche da alcuni ormoni. Si è riscontrato in vari tipi di giochi che si ha aumento dell’ossitocina in chi sente di stimolare la f. nell’altro giocatore. Questo aumento avviene quando il contatto è diretto, faccia a faccia, e non mediato dalle tecnologie della comunicazione. Il fatto di guardare in faccia chi ha cooperato con noi sembra attivare le aree striate ventrali, deputate alla gratificazione. Anche i ritmi circadiani sembrano influenzare la fiducia. Nelle ore di bassa attività (la sera per i ‘mattutini’ e la mattina per i ‘notturni’) appaiono relativamente meno attivi i meccanismi della f. e della cooperazione.
La presenza dei meccanismi neurocognitivi della f. potrebbe essere spiegata dal suo ruolo fondamentale da un punto di vista evolutivo. Il successo della specie umana è basato sulla forte interdipendenza tra i suoi membri; la f. permette l’affermarsi di comportamenti cooperativi e di reciprocità che sono alla base del rafforzamento dell’interdipendenza.