FIERAVANTI
. Famiglia di architetti. Fieravante nacque a Bologna nel 1390 circa e morì nel 1430 circa. Scolaro di Giovanni da Siena, attese a costruzioni militari a Perugia e a Bologna e a opere idrauliche nel lago Trasimeno e nel Velino. Ideò e diresse a Bologna tra il 1425 e il 1430 la ricostruzione di parte del palazzo degli Anziani, creando attorno alle grandi finestre del piano superiore un'elegante corona di formelle gotiche, derivate dallo stile di Antonio di Vincenzo e tanto lodate da Iacopo della Quercia che trovava nel nuovo palazzo "molto ornato" uno stile "peregrino". Suo fratello Bartolomeo (1390-1462) attese anch'egli, ma con minor talento, all'ingegneria e all'architettura, prendendo parte ai lavori del palazzo dei Notai (1450 circa) e di quello del Podestà (1440).
Il figlio Aristotele, assai più famoso, nacque a Bologna tra il 1415 e il 1420 e morì a Mosca verso il 1486. Il suo nome compare per la prima volta nel diario di Gaspare Nadi, avendo egli giovanissimo (1436) partecipato all'innalzamento della campana grossa nella torre del Palazzo del podestà di Bologna, da lui poi sostituita nel 1453 con l'attuale "campanazzo". Nominato nello stesso anno ingegnere del comune di Bologna, diede prova di sottile ingegno meccanico nel famoso trasporto della torre della Magione (alta m. 24 e spostata di metri 13), nel raddrizzamento del campanile di S. Biagio di Cento e di quello di S. Angelo di Venezia: lavori compiuti nel 1455. Trasferitosi a Milano nel 1458 al servizio dello Sforza, attese a lavori idraulici nel Ticino, nel naviglio di Parma, nel Crostolo, ecc. e al raddrizzamento della torre Cerese a Mantova (1459), finché dopo ripetuti inviti cedette alle insistenze del reggimento di Bologna che lo nominava di nuovo ingegnere del comune (1464) riconoscendolo quale il migliore architetto esistente. In Bologna attese a lavori nei palazzi comunali, nelle mura della città, nel coro di S. Domenico: forse ebbe parte nella costruzione del palazzo Bentivoglio (1460) assieme con Pagno di Lapo fiorentino e della casa Poeti assieme con Gaspare Nadi, compiuta nel 1465. Trascorsi sei mesi del 1467 in Ungheria al servizio del re d'Ungheria e passato a Roma per studiare l'innalzamento di un obelisco nella piazza di S. Pietro, e a Napoli (1471 e 1472) per dirigere il sollevamento di un pontone affondato nel porto, diresse costruzioni militari nel Bolognese e con ogni probabilità eseguì il modello della nuova facciata (1462) del palazzo di Giustizia o del Podestà di Bologna, che minacciava rovina. Disgustato dalla guerra che gli facevano emuli e colleghi, nel 1474 tornò a Milano e di lì, chiamato dallo zar Ivan III, andò a Mosca dove si fermò, invano richiamato dal reggimento di Bologna. Vi morì dopo avere innalzato la chiesa dell'Assunzione (1476-1479) e iniziato quella di S. Michele Arcangelo.
Se numerosissimi sono i documenti che ricordano l'attività di A. F., nessuna opera sicura di lui è rimasta in Italia a testimoniare della sua decantata abilità architettonica, non abbastanza giustificata dalle costruzioni di Mosca, in cui egli unì motivi del Rinascimento a quelli dello stile russo bizantino. Dobbiamo per ora far fede alla tradizione e vedere nella facciata del palazzo del Podestà di Bologna, a lui sempre attribuita, l'espressione di un forte ingegno, che ideò massicce forme romane per il poderoso portico e grazie decorative intagliate nel macigno per il piano superiore.
Bibl.: F. Malaguzzi-Valeri, L'architettura a Bologna nel Rinascimento, Rocca S. Casciano 1895; A. Foratti, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XI, Lipsia 1915 (con bibl.); C. Ricci e G. Zucchini, Guida di Bologna, Bologna 1930. Vedi inoltre, per Fieravante: C. Ricci, in Arch. stor. dell'arte, IV (1911), pp. 92-111; A. Rubbiani, Palazzo Grande o Novo del Comune in Bologna; Nel palazzo degli Anziani di Bologna, in Edilizia moderna, 1908; A. Venturi, Storia dell'arte ital., VIII, ii, Milano 1924, pp. 373-86. Per Bartolomeo: A. Rubbiani, Il palazzo dei Notai in Bologna, in Edilizia moderna, 1908; G. Zucchini, Il palazzo del Podestà di Bologna, Bologna 1912, pp. 60-77. Per Aristotele: L. Beltrami, Vita di Aristotile da Bologna, Bologna 1912; L. Sighinolfi, Un grande architetto e idraulico bolognese del secolo XV, A. F., in Il Comune di Bologna, XII (1926); F. Filippini, Le opere architettoniche di A. F. in Bologna e in Russia, in Cronache d'arte, II (1925), pp. 101-20.