Fieschi
Famiglia genovese, il ramo più importante dei conti di Lavagna. Tra i suoi primi membri fu Ugo (sec. 12º-13º), detto Fliscus, che diede nome alla famiglia. L'assunzione al pontificato (1243) di Sinibaldo (Innocenzo IV), portò i F., già di parte imperiale, a schierarsi contro Federico II e i ghibellini: nella lotta si distinsero i figli di Tedisio, Ugo e soprattutto Alberto, capo dell’esercito pontificio, mentre il cardinale Ottobono (il futuro Adriano V) sosteneva nel collegio cardinalizio Carlo d’Angiò. La vittoria di quest’ultimo decise in favore dei F. le lotte sostenute a Genova contro i Doria e gli Spinoli; ma fu breve predominio, ché la reazione ghibellina li travolse. Alberto e Nicola, fratelli di Ottobono, proclamati ribelli, portarono guerra aperta tra il comune e Carlo d’Angiò. La morte di Adriano V, il fallimento del moto guelfo capitanato da Opizzo nel 1289, poi l’esilio (1295), segnarono il declino della famiglia. Esclusi dall’esercizio del potere con l’istituzione del dogato popolare (1339), i F. tentarono di riconquistare il predominio chiamando a Genova prima i conti di Savoia, poi la Francia. Nel 1425 Nicola e Gianluigi cercarono, senza successo, di sottrarre Genova a Filippo Maria Visconti che la possedeva dal 1421; nel 1442 Giovanni Antonio (m. nel 1447) si impadronì di Genova con un tumulto, ma il doge Giano Fregoso, provate le sue trame per consegnare Genova alla Francia, lo mandò a morte. Nella seconda metà del sec. 15º si distinsero Gianluigi, Matteo e Obietto del ramo di Savignone, combattendo contro gli Sforzeschi. È il momento di maggior splendore della famiglia, durato solo pochi decenni e chiuso con la congiura (1547) capitanata contro i Doria da Gianluigi il Giovane. Col fratello di questo, Scipione, proseguiva il ramo dei F. di Torriglia; il ramo dei conti di Savignone diede alla Repubblica ufficiali, senatori e diplomatici. I F. ebbero anche fra il sec. 15º e il 16º figure femminili come s. Caterina da Genova e la mistica Tommasina.