Vedi FIESOLE dell'anno: 1960 - 1994
FIESOLE (v. vol. III, p. 660)
Le nuove scoperte a F. si possono raggruppare in due nuclei principali, costituiti rispettivamente dal proseguimento, tra il 1959 e il 1965, delle indagini nella zona archeologica (in particolare nell'area del tempio etrusco-romano) e, tra il 1986 e il 1991, dagli interventi di archeologia urbana nella città moderna («area Garibaldi», Via Marini-Via Portigiani, Cattedrale di S. Romolo). Nel periodo intermedio, peraltro, oltre a interventi minori sul terreno (p.es. ospedale di S. Antonino: tombe ellenistiche, strutture ellenistiche e romane), numerose opere hanno accresciuto e valorizzato il patrimonio archeologico fiesolano; tra queste la ristrutturazione e il nuovo ordinamento del Museo Archeologico (1979-1981), con la revisione e il restauro della quasi totalità dei materiali (si segnala il riesame della grande scultura in bronzo detta «Lupa», più probabilmente una leonessa di età ellenistica), la ricognizione e il rilievo delle mura etrusche e la nuova costituzione dell’Antiquarium Costantini, conseguente all'acquisizione, da parte del Comune, dell'omonima raccolta.
Altri dati indiretti per la conoscenza del centro fiesolano sono pervenuti inoltre dai numerosi scavi e rinvenimenti effettuati sia nell'area urbana di Firenze, sia nella piana di Sesto Fiorentino e nel resto dell'agro fiorentino-fìesolano, in particolare in Mugello e Val di Sieve (Dicomano, Vicchio, S. Piero a Sieve, ecc.), comprensorio che ha sempre avuto in F., nell'antichità, il suo naturale centro di gravitazione.
Lo scavo nell'area del tempio (1959-1965) ha permesso soprattutto di completare il delineamento della fase ellenistica, con la messa in luce della relativa scalinata (di dimensioni minori di quella repubblicana, e a una sola faccia) e della stoà; alcuni saggi, poi, eseguiti in profondità, hanno confermato la preesistenza, nel sito, di un edificio di culto arcaico, di pianta non precisabile, cui vanno riferiti gli elementi architettonici, i bronzetti e gli altri materiali attribuiti a tale periodo, parte dei quali già recuperati in scavi precedenti. Sulla roccia di base, inoltre, furono individuate cospicue testimonianze di insediamento di epoca protostorica (tra cui buche di palo di capanne); il recente riesame di questi materiali e di quelli provenienti da altri scavi, evidenzia una costante continuità di vita e insediamento nell'area dalla media Età del Bronzo almeno (con testimonianze particolarmente abbondanti nel Bronzo Finale) fino ai periodi villanoviano, orientalizzante e arcaico, ciò che fa di F. uno dei pochi grandi centri etruschi per cui tale continuità sia testimoniata archeologicamente nell'abitato.
Nel 1986 sono iniziati due cospicui interventi di archeologia urbana, l'uno programmato, l'altro originato da un rinvenimento fortuito. Nell'«area Garibaldi» (tra l'omonima piazza, già Piazza Mino, e il retro del Palazzo Comunale), in occasione di un grande progetto di ristrutturazione urbanistica, dovuto a G. Michelucci, si è proceduto a un'esplorazione archeologica: in successive campagne fino al 1991, si è messa in luce gran parte di un notevole complesso termale di età imperiale, costruito tra la fine del I sec. d.C. e gli inizi del II, e perdurato in uso, anche con funzioni ormai diverse, fino alla tarda età imperiale. Una parte dell'area fu successivamente occupata da una necropoli longobarda (fine VI-inizi VII sec. d.C.), forse collegata con l'attigua chiesa di S. Maria Primerana.
Sempre nel 1986, i lavori di ristrutturazione di un edificio, sito all'angolo fra Via Marini e Via Portigiani, destinato ad accogliere l’Antiquarium Costantini, hanno portato alla scoperta di un notevole complesso monumentale, costituito principalmente da strutture di età ellenistica (II sec. a.C.), in opera pseudo-isodoma, comprendenti una serie di terrazzamenti, un porticato su colonne, una rampa scavata nella roccia e una porta, che formavano l'accesso a un gruppo di grandi edifici pubblici, posti su un livello superiore, i cui resti, messi in luce nel secolo scorso, sono in parte tuttora visibili nel giardino della Palazzina Mangani. Il complesso, con successive aggiunte e trasformazioni anche d'uso (edifici di abitazione, tabernae e scarichi), fu utilizzato per tutto il periodo romano, fino alla fine del IV sec. d.C. Alla fine del I sec. a.C. è da riferire un notevolissimo contesto di intonaci dipinti, con architetture prospettiche e figurazioni di ambito dionisiaco (II stile).
Nel 1990-1991, infine, con l'occasione di lavori di risanamento nella cripta della Cattedrale di S. Romolo, si è potuta indagare archeologicamente tale area. Oltre a nuove, notevoli acquisizioni sull'origine e le prime fasi della chiesa, si è evidenziato come la zona risulti fittamente urbanizzata fin dal primo periodo ellenistico (fine del IV sec. a.C.), epoca cui sono attribuibili diverse strutture, in pietra e mattoni crudi, di pianta per ora non definibile, ma che la presenza di una eschàra, oltre che di materiali particolarmente significativi, fanno supporre relative a un'area di culto.
Per quanto riguarda il periodo romano, cui sono da riferire più fasi edilizie pertinenti a edifici pubblici e privati, nonché un tratto di basolato stradale, la scoperta di maggior interesse è costituita dalle fondazioni di un grande edificio (corrispondente per misure e orientamento alla navata centrale della prima fase della cattedrale), in cui è senz'altro da riconoscere il Capitolium fiesolano che in precedenza si era voluto collocare - sulla base di indizi poco attendibili - in altri punti dell'area urbana (p.es. presso la Piazza Garibaldi, soprattutto in collegamento con la presunta «Lupa»). Dell'edificio si possono individuare almeno due fasi costruttive, una di periodo augusteo e l'altra del III sec. d.C.
Molte delle più recenti acquisizioni, oltre ad aumentare in modo considerevole le conoscenze sulla topografia urbana di F., gettano nuova luce sul periodo imperiale e tardoantico del sito, considerati finora di generale decadenza, data soprattutto la vicinanza con Florentia. Si evidenzia piuttosto una florida convivenza che vede i due centri intimamente legati anche per le attività produttive.
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