fighettismo
s. m. (iron.) Atteggiamento di chi si ritiene sempre alla moda o all’altezza della situazione.
• Il fighettismo dell’intellighenzia sinistrese ‒ la cui pasionaria è la celebre «giallista» francese Fred Vargas, che considera [Cesare] Battisti «un grande spirito» e a lei si aggiungono centinaia di colleghi fra l’Italia e la Francia, compreso Tony Negri ed è tutto dire più Bernard Henry Lévy e la solita compagnia compreso Oreste Scalzone ‒ sta facendo lobby e ha le maniglie giuste per fare le sue pressioni. (Mario Ajello, Messaggero, 20 gennaio 2009, p. 11, Primo Piano) • «Il partito del Nord? Non lo capisco, davvero: il Pd vince in Liguria ma anche in Puglia, perde in Piemonte ma anche in Campania. E allora che facciamo? Un Pd del Nord e uno del Sud? Non funziona, il partito deve radicarsi ovunque». Facile a dirsi, meno a farsi: Claudio Burlando, però, l’ha fatto. [...] Lui, l’antitesi del «fighettismo», ha vinto: ha frenato l’avanzata leghista, togliendosi lo sfizio di «rubare» al Senatur un suo ex sindaco e a Claudio Scajola un po’ di voti nel suo feudo di Imperia, e soprattutto ha «salvato» la Liguria. L’unica Regione del Nord che il centrosinistra conserva. (Roberta Giani, Piccolo, 16 aprile 2010, p. 3, Attualità) • Adesso [Georges Didi-Huberman] si è cimentato in una impresa che rientra un po’ nello stile dell’intelligenza cool, come mi dice un amico, e che io, in modo più ruspante, preferisco chiamare «fighettismo intellettuale» (per il contrasto che si crea tra intenzioni e fatti). Al Jeu de Paume di Parigi ha organizzato una esposizione dal titolo a più sfumature: «Soulèvements» (rivolte, ma anche capacità di sollevarsi sopra i fardelli storici e sociali che ci affliggono). (Maurizio Cecchetti, Avvenire, 30 novembre 2016, p. 27, Agorà Cultura).
- Derivato dal s. m. fighetto con l’aggiunta del suffisso -ismo.
- Già attestato nella Repubblica del 1° settembre 1997, Roma, p. VII (Corrado Zunino).