Figi
(XV, p. 243; App. III, i, p. 613; V, ii, p. 220)
di Giandomenico Patrizi
Popolazione
Secondo una stima delle Nazioni Unite, nel 1998 la popolazione raggiungeva i 796.000 ab. (era di 772.655 al censimento del 1996), confermando così la lenta contrazione dei tassi di incremento demografico. In effetti, la differenza tra il tasso di natalità (a metà degli anni Novanta ancora oltre il 20‰) e quello di mortalità (sceso intorno al 5‰) è rilevante e comporterebbe un incremento superiore; ma questo non si è verificato a causa del notevole flusso emigratorio che interessa la comunità indiana e che si è accentuato nei primi anni Novanta, in conseguenza del nuovo ordinamento politico che ha decisamente privilegiato la comunità melanesiana. Peraltro, tali privilegi sono stati in parte attenuati con un progetto di riforma costituzionale (v. oltre: Storia).
Le due comunità, che avevano raggiunto una sostanziale parità numerica negli anni Ottanta, a metà del decennio successivo erano rispettivamente il 50% (Melanesiani) e il 44% (Indiani). La diminuzione del numero degli Indiani è dovuta principalmente all'emigrazione, ma in parte anche al tasso di natalità più contenuto, in accordo con le loro migliori condizioni socioeconomiche. Il resto della popolazione è di origine cinese o europea.
La popolazione considerata urbana ammontava nel 1995 al 41%; ma l'unica vera città è la capitale, Suva, la quale, oltre a svolgere le tradizionali funzioni portuali e commerciali, è venuta assumendo un notevole ruolo politico-culturale per il fatto di essere sede centrale della South Pacific University, un'istituzione che interessa molti paesi dell'Oceania.
Condizioni economiche
L'economia figiana, ancora in gran parte fondata sull'agricoltura, e in particolare sulla coltivazione della canna, ha risentito negativamente dell'allentamento dei rapporti con i paesi occidentali verificatosi dopo l'indipendenza. La stagnazione della produzione dello zucchero (4.500.000 q nel 1997), legata a vicissitudini del mercato internazionale, nonché alla perdita di consistenza e di potere della comunità indiana, e la difficoltà di aumentare altri prodotti di attività primarie (cocco, legname, pescato, preziosi) hanno indotto il governo a orientarsi verso la collaborazione industriale con paesi capitalisti (specie il Giappone) e, soprattutto, verso il turismo (340.900 visitatori nel 1996). Lo sviluppo di quest'ultimo, peraltro, incontra difficoltà a causa della grande distanza che separa il paese da molte delle maggiori aree di alimentazione dei flussi turistici, nonché per l'insoddisfacente situazione dei collegamenti interni (a proposito della quale va segnalata la non felice ubicazione dell'aeroporto internazionale a Nadi, molto lontano dalla capitale).
bibliografia
B. Antheaume et al., Asie du Sud-Est, Océanie, Paris-Montpellier, Berlin-Reclus, 1995.
Storia
di Paola Salvatori
Il contrasto tra la popolazione autoctona, appartenente al gruppo melanesiano, e la comunità indiana continuò a caratterizzare le vicende politiche del paese, minandone la stabilità interna. Uno dei maggiori ostacoli alla soluzione del conflitto restò la ferma opposizione dei nazionalisti figiani (espressione dell'aristocrazia terriera e dell'alta borghesia) ad accettare una limitazione delle proprie prerogative politiche, stabilite all'atto dell'indipendenza (1970) e ulteriormente accresciute dopo il colpo di Stato del generale Sitiveni Rabuka (1987) e la promulgazione di un nuovo testo costituzionale approvato nel 1990. L'accentuarsi della politica discriminatoria provocò l'esodo di migliaia di indiani (in particolare tecnici e lavoratori qualificati) e la reazione della comunità internazionale, danneggiando pesantemente l'economia del paese.
Le elezioni del maggio 1992 sancirono la vittoria del nuovo partito del regime, il Partito politico figiano (sorto nel 1990), che conseguì 30 seggi, a fronte dei 14 del Partito nazionale federativo (espressione prevalentemente dell'etnia indiana, di orientamento progressista) e dei 13 del Partito figiano del lavoro (multirazziale, socialdemocratico). Rabuka assunse la guida del governo mentre Ratu Mara, in seguito alla morte di Ratu Galinau (dicembre 1993), fu nominato presidente della Repubblica (gennaio 1994). Le consultazioni tenutesi nel febbraio 1994 confermarono sostanzialmente gli equilibri esistenti e il predominio dei nazionalisti figiani, contro la cui resistenza si arenò, nel corso del 1996, il tentativo di riconciliazione etnica avanzato da Rabuka. Quest'ultimo, tuttavia, anche per rompere l'isolamento diplomatico che aveva gravi conseguenze economiche per il paese (in seguito al colpo di Stato del 1987 le F. erano state espulse dal Commonwealth), si fece promotore di una riforma costituzionale che mettesse fine alle discriminazioni nei confronti della popolazione indiana e ponesse le basi per giungere a una rappresentanza politica multietnica.
Il nuovo testo della Costituzione, approvato dal Parlamento nel luglio 1997 ed entrato in vigore nel luglio 1998, portava a 71 il numero complessivo dei seggi della Camera elettiva, prevedeva una riduzione della quota attribuita sulla base dell'appartenenza etnica (tali seggi passavano da 65 a 46, di cui 23 erano riservati ai Figiani, 19 agli Indiani, 3 ai gruppi etnici minoritari, 1 agli elettori dell'isola Rotuma, mentre i restanti 25 erano aperti a tutte le etnie), un ridimensionamento del potere dell'aristocrazia indigena, cui era riservata l'elezione di 15 senatori contro i 24 previsti dalla Costituzione precedente, nonché l'eliminazione della clausola che consentiva solo ai Figiani di assumere la carica di primo ministro.
In seguito all'approvazione della nuova Costituzione le F. furono riammesse nel Commonwealth (agosto 1997). Le resistenze dei nazionalisti figiani impedirono tuttavia, nei mesi seguenti, la formazione di un governo multietnico, proposta da Rabuka. Nel febbraio 1998 ripresero le relazioni commerciali tra le F. e l'India, in seguito alla revoca da parte di quest'ultima dell'embargo decretato nel 1987. Le elezioni politiche del maggio 1999 segnarono la sconfitta del Partito politico figiano (8 seggi) e la vittoria del Partito figiano del lavoro (37 seggi) il cui leader, Mahendra Chaudhry, fu nominato primo ministro.
bibliografia
R.R. Premdas, Ethnic conflict and development. The case of Fiji, Aldershot 1995; S. Lawson, Tradition versus democracy in the South Pacific. Fiji, Tonga and Western Samoa, Cambridge 1996; Electoral systems in divided societies: the Fiji constitution review, ed. B.V. Lal, P. Larmour, Canberra-Stockholm 1997.