Figi
Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Stato insulare dell'Oceania, nel Pacifico sud-occidentale. Nel 2005 la popolazione stimata era di 848.000 ab., con un modesto aumento (circa il 9%) rispetto all'ultimo censimento (risalente al 1996), nonostante una natalità elevata (22,7‰ nel 2005) e una mortalità contenuta (5,6‰). Tale fenomeno è stato causato dal rilevante flusso migratorio (−3,04‰), che ha interessato le isole a partire dai primi anni Novanta: le tensioni interetniche hanno infatti provocato un consistente esodo della popolazione di origine indiana, permettendo a quella di origine melanesiana di tornare in maggioranza.
Dopo il colpo di Stato del 2000 le F. sono entrate in una fase di recessione, solo parzialmente superata nel corso del 2003 grazie a una crescita di alcuni dei settori trainanti, il turismo e l'industria tessile e dell'abbigliamento. Il buon andamento del primo settore (426.000 visitatori nel 2003 contro i 398.000 del 2002), che ha concorso per il 20% alla formazione del PIL, ha avuto positive ripercussioni anche sul comparto delle costruzioni; un consistente sviluppo ha conosciuto anche l'industria tessile, che ha contribuito con il 25% al totale delle esportazioni. In questo settore, tuttavia, la concorrenza degli altri Paesi della regione è aumentata, e il tentativo di recuperare capacità competitive ha portato il governo a promuovere una politica di incentivi fiscali, con l'obiettivo di attirare capitali stranieri. L'industria dello zucchero, principale produzione dell'arcipelago, ha attraversato invece un periodo negativo, tanto da minacciare l'economia del Paese nel suo complesso: nell'arco di un ventennio il rendimento di questa coltura si è praticamente dimezzato. A ciò vanno aggiunte le difficoltà connesse all'isolamento geografico e a un'inflazione che tra il 2002 e il 2004 ha avuto una forte impennata. Di conseguenza, malgrado il superamento della fase più critica della recessione, è ancora alto il numero dei nuclei familiari che vivono al di sotto della soglia di povertà.
Storia
di Paola Salvatori
Nonostante l'entrata in vigore (1998) di un nuovo testo costituzionale volto a garantire una rappresentanza politica multietnica, il conflitto fra la popolazione di ceppo melanesiano, espressione dell'élite economica dominante, e quella di origine indiana, continuò a rappresentare, anche agli inizi del 21° sec., il principale ostacolo alla stabilità del Paese. La vittoria del socialdemocratico e multirazziale Fiji Labour Party (FLP) nelle elezioni del 1999, e la successiva nomina a primo ministro del suo leader M. Chaudhry, di etnia indiana, scatenarono la dura reazione delle forze melanesiane più nazionaliste, che non tardarono a riprendere il sopravvento. Nel maggio 2000 un colpo di Stato militare destituì Chaudhry, che fu tenuto in ostaggio insieme ad altri parlamentari per oltre due mesi; la nuova Costituzione venne sospesa e fu proclamato lo stato di emergenza. Nel luglio dello stesso anno tuttavia fu costituito un nuovo esecutivo di riconciliazione nazionale, guidato da L. Qarase, che sancì il ritorno della comunità melanesiana al potere legale. Qarase, dopo la vittoria del suo partito (l'United Fiji Party, UFP) nelle elezioni dell'agosto 2001 (31 seggi, a fronte dei 27 dei laburisti), formò un governo di coalizione fra tutte le forze nazionaliste, escludendo la rappresentanza del FLP, pure prevista dalla Costituzione (la quale imponeva la presenza nell'esecutivo di tutte le formazioni politiche che superassero il 10% dei consensi). Negli anni successivi la situazione rimase tesa, mentre nuove leggi ribadivano la discriminazione della comunità indiana. Nel corso del 2005, in vista delle elezioni legislative si registrò un'ulteriore polarizzazione tra gli schieramenti politici: in agosto i partiti nazionalisti, guidati dall'UFP, formarono una coalizione elettorale, cui si contrappose in ottobre quella costituita dalle forze di opposizione, guidate a loro volta dal FLP. Le consultazioni, svoltesi nel maggio 2006, riconfermarono al potere l'UFP, che ottenne 36 seggi.