FIGI.
– Demografia e geografia economica. Storia
Demografia e geografia economica di Silvia Lilli. – Stato insulare dell’Oceania, nel Pacifico sud-occidentale. Al 2012 la popolazione stimata era di 858.038 ab. (887.027 ab. nel 2014, secondo una stima UNDESA, United Nations Department of Economic and Social Affairs), in prevalenza di etnia i Taukei (denominazione originale della popolazione autoctona introdotta per legge nel 2010). Dal 2007 risulta in calo del 7% la componente indiana, in gran parte emigrata per via delle tensioni etniche. Nel 2001, l’urbanizzazione si era assestata intorno al 52,2%, con il solo agglomerato urbano consistente della capitale Suva (177.000 ab.). Nel 2009 il 31% della popolazione risultava ancora al di sotto della soglia di povertà.
Storia di Vincenzo Piglionica. – Dopo le elezioni del maggio 2006 – nelle quali la coalizione riunita attorno all’United Fiji Party (UFP) si aggiudicò 36 seggi a fronte dei 31 del Fiji Labour Party (FLP) – venne a costituirsi nelle F. un governo multipartitico, guidato dal premier uscente Laisenia Qarase e con ministri provenienti da UFP e FLP. Nel Paese erano già aspre le tensioni tra Qarase e il comandante delle forze militari Josaia Voreqe Bainimarama, che si opponeva in particolare a un provvedimento che avrebbe comportato l’amnistia verso le personalità implicate nel colpo di Stato del 2000. Falliti i tentativi di mediazione, nel dicembre 2006 Bainimarama rovesciò il governo con un golpe incruento, dichiarò lo stato di emergenza e privò dell’autorità esecutiva il presidente della Repubblica Josefa Iloilo. Anche il Parlamento fu sciolto, mentre nel gennaio successivo Iloilo riassunse il suo incarico e nominò Bainimarama primo ministro. Le elezioni inizialmente promesse per il marzo 2009 furono rinviate dal premier a causa della mancata riforma del sistema elettorale vigente nel Paese; i ritardi nell’organizzazione del voto costarono tuttavia alle F. la sospensione dal Forum delle isole del Pacifico (maggio 2009) e dal Commonwealth (settembre 2009). La situazione politica visse un nuovo momento di tensione nell’aprile del 2009, quando la Corte d’appello sancì l’incostituzionalità del golpe del 2006 e dell’assunzione del potere da parte di Bainimarama: il presidente Iloilo rimosse i giudici, abrogò la Costituzione del 1997 e confermò Bainimarama come premier; fu inoltre imposta la legge marziale. Quest’ultima fu tolta nel gennaio 2012, in vista del-l’avvio di un processo costituente per dotare il Paese di una nuova Costituzione. Dopo un percorso controverso e una prima versione proposta da una Commissione ad hoc e respinta dal governo nel gennaio 2013, la Costituzione entrò in vigore nel settembre dello stesso anno. Oltre a diverse novità istituzionali, la nuova Carta prevedeva la convocazione di elezioni entro settembre 2014, introduceva un sistema elettorale che aboliva la sostanziale assegnazione dei seggi su base etnica – tra melanesiani, indiani, rotumani e altre minoranze – e confermava la validità di un provvedimento del 2010 che garantiva l’immunità alle personalità coinvolte nei golpe del 2000 e del 2006 non ancora condannate. Con il 59,2% dei consensi e 32 seggi conquistati, il partito Fiji first del premier Bainimarama – che fu confermato nel suo ruolo – si aggiudicò le elezioni del settembre 2014. A seguito delle consultazioni, le F. furono riammesse al Commonwealth e al Forum delle isole del Pacifico. Nel febbraio 2015, Bainimarama annunciò l’intenzione di adottare una nuova bandiera per il Paese.