figliuolo (Figliole; Figliuole; Figliuola; Figliola)
1. Le scritture documentarie fiorentine del Duecento hanno sempre ‛ figliuolo '. D. adopera ‛ figliuolo ' 37 volte nella Commedia, 9 nel Convivio, 6 nella Vita Nuova, 1 nelle Rime (21 nel Fiore); ‛ figlio ', 63 volte nella Commedia, 35 nel Convivio, 1 nelle Rime (9 nel Fiore). La ragione discriminante è principalmente metrica, ma certamente ‛ figliuolo ', che, come si è detto, era la forma fiorentina normale, è sentito da D. come più affettuoso e intimo: Virgilio rivolgendosi a D. si serve 10 volte di ‛ figliuolo ' e 5 di ‛ figlio '; Brunetto soltanto di ‛ figliuolo ', ma Cacciaguida soltanto di ‛ figlio '; Ugolino adopera ‛ figliuoi ' 3 volte, e una volta ‛ figli ', in riferimento ai lupicini.
2. Come semplice alternativa di ‛ figlio ' (v.) è attestato in If XIV 101 Rëa la scelse già per cuna fida / del suo figliuolo (Giove; cfr. Aen. III 111 ss.); XXIX 117, Pg I 33, XX 52 Figliuol fu' io d'un beccaio di Parigi (il Torraca fa notare che " figlio di beccaio " era un'ingiuria, dalla quale può esser nata l'opinione cui D. aderisce); Rime LXXVII 1 Bicci novel, figliuol di non so cui; Fiore CXXII 7 s'egli ha figliuol, poco gli vale; CLXI 10, CCXVIII 7 e 13, CCXIX 1, CCXXl 10, Detto 334; Vn XXll 2 nulla sia sì intima amistade come da buon padre a buon figliuolo e da buon figliuolo a buon padre; Cv IV V 14 Torquato, giudicatore del suo figliuolo a morte; XXIV 17, XXVI 11.
Per effetto di particolari situazioni psicologiche, la medesima accezione sembra acquistare una certa vibrazione patetica, come in If XXXIII 38 pianger senti' fra 'l sonno i miei figliuoli (sono propriamente i figli del conte Ugolino, Gaddo e Uguccione, e i figli del figlio Guelfo, Nino e Anselmuccio; per l'alterazione della verità storica relativa alla parentela e all'età di questi ‛ figliuoli ', si veda M. Marcazzan, in Lect. Scaligera I 1188 ss.); XXXlll 48 e 87; Pg X 84 fammi vendetta / di mio figliuol ch'è morto; XII 39 tra sette e sette tuoi figliuoli spenti (sono sette maschi e sette femmine i figli di Niobe uccisi da Apollo e Diana; il Torraca nota l'efficacia drammatica delle tre parole tuoi figliuoli spenti); XV 89.
Indica la seconda persona della Trinità, 'l Figliuol di Dio, in Pd VII 119 e XXVIl 24, dove s. Pietro parla del luogo mio che vaca / ne la presenza del Figliuol di Dio (la vacanza è vista nel rapporto con Cristo in quanto fondatore e capo della Chiesa); così anche in Pd XXXII 113, Cv II V 2 (due volte) e 8, IV V 3 e 5.
Attraverso la specificazione del padre si determina il figlio, in If I 74 quel giusto / figliuol d'Anchise; e si indicano gli uomini in genere dal padre comune Adamo o dalla madre comune Eva, come in Pg XII 71 Or superbite... figliuoli d'Eva (Eva è anche madre di superbia, per il suo tentativo di divenire in sapienza simile a Dio) e Cv IV XV 7 se li spiriti de li figliuoli d'Adamo vadano suso. Il rapporto di genitura è del tutto metaforico in Pd XXXI 112 Figliuol di grazia (l'appellativo è dato a D. da s. Bernardo, per significare che il pellegrino è stato rigenerato dalla grazia; ma non si esclude un rapporto con la successiva esortazione a rivolgere lo sguardo a Maria, mediatrice appunto della grazia).
In If XIX 70 veramente fui figliuol de l'orsa, si indica solo il ceppo familiare, gli Orsini, " de filiis Ursae ".
Particolare valore figurato ha in Pd XXV 52 La Chiesa militante alcun figliuolo / non ha con più speranza, dove il concetto di ‛ figlio ' può accordarsi con quello di Chiesa militante anche nel senso specifico di universalità dei credenti (importanti notazioni sull'unicità di questo figlio per il titolo della speranza in S. Pasquazi, All'eterno dal tempo, Firenze 1966, 267 ss.).
Dell'appellativo f. più frequentemente si serve Virgilio per apostrofare il discepolo: If III 121 " Figliuol mio ", disse 'l maestro cortese (dove il tono affettuoso, confermato dall'attributo cortese, è assunto da Virgilio per attenuare il ricordo della risposta precedente, che aveva mortificato il discepolo: cfr. vv. 76-81); VII 61, VIII 67, XI 16, Pg I 112, IV 46, VIII 88, XVII 92, XXVII 4 lo più che padre mi dicea: " Figliuole, / vienne oramai... " (dov'è da notare, in rima, la forma vocativa in -e, dal latino filiole; cfr. Nannucci, Teoria dei nomi, p. 152), XXV 58, XXVII 20. È anche l'apostrofe usata da Brunetto Latini, in If XV 31 (figliuol mio) e 37; da Adamo, in Pd XXVI 115 (ancora col possessivo), e da s. Pietro (XXVII 64).
3. La forma femminile, come alternativa di ‛ figlia ', esprime il medesimo rapporto di parentela: Vn II 8 Ella non parea figliuola d'uomo mortale; Fiore XV 9 la figliuola Cortesia, / Bellaccoglienza (dov'è da notare la caduta della preposizione reggente Cortesia, secondo l'uso toscano); CCXXVI 4, CCXXVII 1 e 7.
Con la specificazione della paternità si determina il personaggio di Arianna, la figliuola di Minoi (Pd XIII 14); mentre il rapporto di parentela è solo metaforico e tende a una particolare qualificazione in Vn XIX 13 60 io t'ho allevata / per figliuola d'Amor giovane e piana (è la canzone Donne ch'avete, che nel congedo è detta ‛ figlia di Amore ', cioè nata per esprimere, nella loda, l 'amore per Beatrice) e XXXI 17 75 e tu, che se ' figliuola di tristizia (così, invece, è definita nel congedo la cattivella canzone Li occhi dolenti, che piange Beatrice salita in l'alto cielo). F. è appellativo con cui, in Fiore, la Vecchia apostrofa bellaccoglienza: CXLIII 13 e disse: " vien qua, figliuola cortese "; CXLIV 9, CXLV 1, CLII 10, CLIII 12, CLV 1 e 7, CLVI 1, CLXII 9 e CXCVII 12.