FILAGATO da Cerami (al secolo Filippo)
Nacque a Cerami (ora provincia di Enna) probabilmente nell'ultimo quarto del sec. XI e fu battezzato con il nome di Filippo. Nulla sappiamo della sua famiglia e del suo ceto sociale ed economico. Ricevette la prima educazione nel monastero di S. Andrea e vi assunse il nome di F. all'atto della sua ordinazione religiosa come monaco basiliano. Passò poi al monastero della Nuova Odigitria (o S. Maria del Pátire) vicino Rossano Calabro, dove fu discepolo di Bartolomeo da Simeri, del quale celebrò in seguito l'anniversario della morte, avvenuta nel 1130. Una biografia di s. Bartolomeo da Simeri, tuttora inedita (Bibl. universitaria di Messina, mss. Messan. Graeci 29 e 30), èprobabilmente attribuibile a Filagato.
Nella cattedrale di Rossano iniziò ad acquistare grande fama di oratore colto ed espressivo e ad inserirsi nella corrente di rinnovamento religioso e culturale voluta dal sovrano di Sicilia Ruggero II. Predicò quindi spesso in vari centri della Calabria e della Sicilia: a Reggio, a Messina e, probabilmente su invito di Ruggero II, nella stessa cappella Palatina di Palermo, di cui descrisse minuziosamente i mosaici in un'omelia. In seguito le testimonianze sulla sua vita si fanno più vaghe: certamente continuò la sua opera di predicatore sotto il regno di Guglielmo I ed ebbe almeno un discepolo, Saba da Misilmeri.
Ignota èla data della sua morte, avvenuta comunque nella seconda metà del sec. XII.
La figura di F. è stata solo di recente riscoperta e delineata a partire dalla sua opera principale, un Omiliario molto noto e diffuso, che contiene anche le sole indicazioni biografiche disponibili sul suo autore. Tale raccolta, contenente, secondo le più recenti ricostruzioni, settantasette omelie e altri undici frammenti, è un'opera di grande interesse letterario e religioso che ebbe una vasta diffusione manoscritta; se ne conoscono infatti oltre un centinaio di copie comprese tra il XII e il XVIII secolo e diffuse su un'area geografica comprendente non solo la Sicilia e il Meridione d'Italia, ma anche i maggiori centri dell'Oriente bizantino, come i monasteri del monte Athos.
Per molto tempo, a partire dalla sua prima edizione, questa silloge fu attribuita ad un Teofane Cerameo, che sarebbe stato arcivescovo di Taormina ai tempi di Basilio I e Leone VI. Tale attribuzione fu però a lungo discussa e diversi nomi, riportati da alcuni manoscritti, furono avanzati. In seguito l'Omiliario fu ritenuto opera di collaborazione tra un Teofane Cerameo, arcivescovo di Rossano, e un Giovanni Filagato, nomi questi desunti dai più importanti manoscritti dell'opera: Matritensis Graeci 4554 e 4570 (èdiviso in due parti) della Biblioteca nacional di Madrid e Vat. Graeci 2006 e 2009 della Biblioteca Apost. Vaticana; ma un attento esame dell'unità stilistica dell'opera e dei riferimenti biografici in essa contenuti permise finalmente l'attuale attribuzione dell'Omiliario a Filagato.
L'analisi dell'opera suggerisce orizzonti culturali paragonabili a quelli della stessa Costantinopoli: essa è infatti frutto di attenta preparazione e di vasta dottrina, basata ampiamente su fonti patristiche quali Massimo, i padri cappadoci (Basilio di Cesarea, Gregorio di Nazianzo e Gregorio di Nissa), Cirillo di Alessandria, Eusebio di Cesarea, e altri asceti come Simeone Metafraste; anche lo stile, che si serve di forme del greco classico, è solido ed espressivo. È da rilevare, infine, che dell'Omiliario non è ancora disponibile una edizione completa; se ne hanno solo pubblicazioni parziali desunte da singoli gruppi di manoscritti.
F. spicca come una delle figure principali del rinnovamento religioso e culturale stimolato, dopo la lunga dominazione araba in Sicilia, dai sovrani normanni: nella sua opera, infatti, egli non manca di celebrare cortigianamente Ruggero II. L'attività di F. non si limitò tuttavia al solo ambito religioso, importante fu anche la sua opera didattica: ricoprì la carica di διδάσκαλοςevangelico, e significativo fu l'impulso dato alla ripresa dello studio della letteratura greca profana. Ci sono infatti pervenuti sotto il nome di Filippo il Ceramita o Filippo ϕιλόσοϕος(nome da laico di F.) alcuni opuscoli a carattere scolastico; un ερμήνευμαalle Etiopiche di Eliodoro e un componimento in versi giambici (che presenta però alcuni dubbi sull'attribuzione), oltre ad alcune notizie su un'opera di grammatica andata perduta.
Edizioni: F. Scorso, Sapientissimi et eloquentissimi Theophanis Ceramei archiepiscopi Tauromenitani homiliae in evangelia dominicalia et festa totius anni, Lutetiae Parisiorum 1644;G. M. Palamas, Τοῦ σοϕωτάτον καὶ ῥητορικωτάτου Θεοϕάνους τοῦ ἐπίκλην Κεραμὲως ἀρχιεπισκόπου Ταυρομενίου τῆς Σικελίας ὁ μιλίαι,Jerusalem 1860; Omelie per i vangeli domenicali e per le feste di tutto l'anno, I, Omelie per le feste fisse, a cura di G. Rossi Taibbi, Palermo 1969; S. Caruso, Le tre Omelie inedite "Per la Domenica delle Palme" di F. da C., in ᾿Επητερὶς ᾿Εταιρεὶας Βυζαντινῶν Επουδῶν, XLI (1974), pp. 109-127.
Fonti e Bibl.: H. Haskins, Studies in the history of medieval science, Cambridge, Mass. 1927, pp. 176 ss.;A.Colonna, Heliodori Aethiopica, Roma 1938, pp. 365-370; O.Gaetani, Vitae sanctorumSiculorum, I,Panormi 1657, pp. 10 s., 104 s., 124;J. Iriarte, Bibl. Matritensis codices Graeci 1, Matritii 1769, pp. 55-70;N.Buscemi, Opuscoli e lettere erudite, Palermo 1838, pp. 1-48;D. G. Lancia di Brolo, Storia della Chiesa in Sicilia, II,Palermo 1884, pp. 459-492;Id., Sopra Teofane Cerameo. Ricerche e chiarimenti, in Arch. stor. siciliano, n.s., I (1887), pp. 1-33;P.Batiffol, L'abbaye de Rossano, Paris 1891, pp. XXXI, 36, 56;J. Langen, Römische Fälschungen griechischer Schriftsteller, in Revue internat. de théologie, III(1895), pp. 122-127;K. Krumbacher, Geschichte der byzantinischen Litteratur, München 1897, pp. 172s.; A.Ehrhard Überlieferung und Bestand der hagiographischen und homiletischen Literatur der griechischen Kirche, III, Leipzig 1952, pp. 631-681;G.Rossi Taibbi, Sulla tradizione manoscritta dell'Omiliario di F. da C.,Palermo 1965;B. Lavagnini, Filippo - F. promotore degli studi di greco in Calabria, in Boll. della Badia greca di Grottaferrata, n.s., XXVIII (1974), pp. 1-12;C.Cupane, F. da C. ϕιλόσοϕος e διδάσκαλος, in Siculorum Gymnasium, n.s., XXXI (1978), pp. 1-28.