fili
Il vocativo latino ricorre in Vn XII 3 Fili mi, tempus est ut praetermictantur simulacra nostra, ed è la forma adoperata in quasi tutte le battute attribuite, nell'episodio, al fantasma di Amore. Non si esprime qui un rapporto, sia pure metaforico, di parentela, ma solo un moto sentimentale. D. infatti apostrofa Amore come segnore (§ 5), e nella ballata che segue si dice suo servo (§ 14 40).