ABBIATI, Filippo
Nato a Milano nel 1640 (G. Natali lo dice oriundo di Voghera), fu forse scolaro, a Milano, di Carlo Francesco Nuvolone. Svolse una vastissima attività, come ci attesta la sua produzione di circa cinquanta opere note, tra documentate e attribuite (in parte pale d'altare, ma anche ritratti, quadri di soggetto profano e di soggetto storico). Assai significativi per il suo percorso stilistico sono i dipinti delle chiese milanesi di S. Vittore al Corpo (1674), di S. Sebastiano (1680), di S. Alessandro e di S. Maria del Carmine, e quelli di S. Salvatore a Pavia (due Miracoli di S. Mauro)e del duomo e vescovato di Novara (Storie di S. Lorenzo Prete).L'A. risulta associato nel 1677 a Luca Borromeo nella Predica del Battista per il santuario di Saronno; più tardi si legò a F. Bianchi, in una collaborazione che durò circa dieci anni, per i dipinti con Miracoli del Santo,nel presbiterio di S. Alessandro a Milano.
Le lacune documentarie sono notevoli anche negli ultimi anni della sua vita, conclusasi a Milano nel 1715. Nel 1698 aveva concorso con C. Giori, F. Panza, A. Busca, A. Lanzani ed A. Bertonno alla preparazione del disegno per una statua d'argento, opera dell'orafo Policarpo Sparoletti, da collocarsi sull'altare maggiore del duomo nelle feste solenni. Le ultime opere documentate sono le tele per l'arciconfraternita del SS. Sacramento in duomo (1700). Un supposto autoritratto dell'A. è a Brera (n. 356),un ritratto all'Ambrosiana (sala Custodi F.).
Soprattutto nella cupola di S. Alessandro a Milano (il Trionfo della Trinità,non in collaborazione con F. Bianchi, è posteriore al 1698, data di approvazione del bozzetto), e nelle precedenti tele della cappella di S. Elia nella chiesa del Carmine nella stessa città (Concilio di Efeso,1683-85; le altre sono dipinte dopo l'85), si ha l'espressione più completa dell'arte dell'A., caratterizzata da un impeto spettacolare e scenografico, che chiaramente annuncia la pittura rococò.
Definito dal Lanzi "uomo di talento vasto e nato ad opere macchinose, verace d'idee e risoluto nell'eseguirle",l'A. ha importanza anche per essere stato il maestro di A. Magnasco. Il suo modo di dipingere "con una certa franchezza o, come dicono, sprezzatura, che, quantunque non finisca, pur piace" (Lanzi), derivato dalla tradizione dei grandi decoratori secenteschi lombardi, risente a volte di un certo superficiale eclettismo
Tra le opere principali ricordiamo: - del 1671: Annunciazione,per il Carmine di Milano (cfr. Fornari, Cronaca del Comune di Milano,Milano 1695, p. 336), perduta; - del 1674: Beato Tolomeo,in S. Vittore al Corpo, Milano; - Tre tele giovanili con Storie di Alessandro e Dario,Venezia, coll. privata; - Madonna con Bambino e i SS. Antonio da Padova e Pietro Martire,Scuole Grassi presso la Rosa, Milano; - SS. Martiri,in S. Carpoforo, Milano; - S. Giovanni Battista,in S. Giovanni alle Case Rotte, Milano; - del 1677: Aurora,in palazzo Borromeo, Milano (Arch. Borromeo, Cassa 1677-87, c. 6), perduta; - stesso anno: Ritratto di Filippo Pirogalli,Quadreria dell'Ospedale Maggiore, Milano; - stesso anno: Predica del Battista,santuario di Saronno; - Ritratto di Giambattista Silva,H. Kress Foundation, New York; - del 1680: due tele per la cappella di S. Sebastiano nella chiesa omonima, Milano; - cupola e presbiterio di S. Alessandro, Milano; - del 1683-85, ed epoca posteriore: tele della cappella di S. Elia in S. Maria del Carmine, Milano (Concilio di Efeso,. Apparizione della Vergine a S. Elia, Martirio dei Carmelitani);- due tele laterali nella cappella di S.Andrea Avellino, in S. Antonio, Milano; - S. Bernardo ai piedi del pontefice,cappella di S. Bernardo in S. Ambrogio, Milano; - del 1688: tre tele (Serpente di bronzo, Caduta della manna. David davanti all'arca)ora nelle due sagrestie del Santuario di Rho; - del 1700: tre tele (S. Pietro Martire fuga il demonio, S. Antonio costringe la giumenta a venerare il Sacramento, S. Ambrogio riceve il viatico da S. Onorato)per 1 arciconfraternita del SS. Sacramento, duomo di Milano.
Fonti e Bibl.: D. Supensi, La penna interprete del pennello ovvero la pittura dell'insigne tempio di S. Alessandro a Milano,Milano 1706, passim;C. G. Ratti, Vita di A. Magnasco (1769), in B. Geiger, A. Magnasco,Berlin 1914, p. X; P.A. Orlandi, Abecedario Pittorico,Firenze 1788, col. 360; Filalete-Lariense, Cenni storici sopra l'insigne tempio di S. Alessandro,Milano 1825, pp. 46-47; S.Ticozzi, Diz. degli architetti scultori pittori..., I, Milano 1830, pp. 18-19; L. Lanzi, Storia pittorica d'Italia,IV, Firenze 1832, pp. 202-203; G.Natali, Pavia e la sua Certosa,Pavia 1925, p. 81; G. Barlassina - A. Picconi, Le chiese di Novara,Novara 1933, pp. 25-71; G.Nicodemi, I quadri dell'arciconfraternita del SS. Sacramento nel duomo di Milano,Milano 1935, pp. 20, 32; A. Visconti-G. Nicodemi, La chiesa di S. Antonio Abate in Milano,Milano 1946, p. 45;C. Baroni, F. A. maestro del Magnasco,in Arch. stor. lombardo,s. 8, III (1951-52), pp. 209-222; Le "Memorie per servire alla storia de' pittori scultori e architetti milanesi" raccolte dall'abate Antonio Francesco Albuzzi,Appendice a L'Arte,n. s., LV (1956), pp. 77, 110, 113; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler,I, p. 13; U. Galetti-E. Camesasca, Encicl. della pittura ital.,I, p. 5; Encicl. Ital.,I, p. 32.