ACCIAIUOLI, Filippo
Figlio di Ottaviano e di Maria di Donato Acciaiuoli, nacque a Roma nel 1637. Studiò nel Seminario Romano, ove si distinse per la sua intelligenza e per il suo amore per le lettere. Cavaliere di Malta, per suo diletto e per il noviziato marittimo del suo Ordine, ben provvisto di denari, viaggiò a lungo in Italia ed all'estero (dal 1657 al 1667). Fu in Germania, in Ungheria, in Boemia e nei paesi dell'Europa settentrionale; soggiornò per qualche tempo in Olanda; quindi, noleggiata ed equipaggiata a proprie spese una nave, passò in Inghilterra, e di qui, dopo aver costeggiato la Francia e la Spagna, visitò i porti più importanti del Mediterraneo compresi quelli dell'Asia e dell'Africa; sembra che si spingesse anche in America. Infine, attraverso l'Inghilterra e la Francia, tornò in Italia.
Reduce da questi lunghi viaggi, si dedicò nuovamente allo studio, dimorando tra Roma, Firenze e Venezia. Si fece notare particolarmente per la sua conoscenza delle scienze matematiche, per l'interessamento posto nel raccogliere e classificare le monete antiche e per la sua passione verso tutto ciò che riguardava il teatro.
In questo campo fu conosciuto, e divenne famoso in tutta Italia specialmente per il teatro di burattini da lui creato, di cui un bellissimo esemplare donò al granduca di Toscana, Ferdinando II: esso era costituito da centoventiquattro figure foggiate con grande arte e da ventiquattro cambiamenti di scena, ottenuti con nuovi congegni meccanici. Per questi spettacoli di burattini, che egli stesso dirigeva, scrisse Il noce di Benevento o sia il consiglio delle streghe,rappresentato nel teatro domestico di Lorenzo Colonna, i Campi Elisi,allestiti per il teatro di Tor di Nona, di cui l'A. fu gran parte, e l'Inferno,dato nel teatro Capranica. Scrisse pure libretti di opere drammatiche, per alcune delle quali compose anche la musica. Tra esse si ricordano Il Girello,dramma burlesco rappresentato per la prima volta a Roma, nel palazzo Colonna in Borgo, il 1668; poi a Firenze nel 1670 con musica di Iacopo Melani, e, per il prologo, di Alessandro Stradella; e a Venezia, al teatro S. Moisè da una compagnia di marionette; L'Hempio punito (Roma, palazzo Colonna, 1669), uno dei primi travestimenti della leggenda di Don Giovanni; la Damira placata,pure eseguita a Venezia al teatro S. Moisè nel 1680, con musica di M. A. Ziani; l'Ulisse in Feacia,musicato da A. del Gaudio (Venezia 1681); Chi è causa del suo mal pianga se stesso (Roma, palazzo Colonna, 1682) con il motto, sotto il titolo, "Poesia di Ovidio e musica di Orfeo".
L'A. si dedicò anche alla pittura, con quadri di "capricciose invenzioni", come dice il Crescimbeni. Fondata l'Arcadia, vi fu riconosciuto pastore col nome di Irenio Amasiano. Per le sue attitudini di uomo di teatro e più, forse, per essere fratello del cardinale Niccolò, decano del Sacro Collegio, fu in amichevoli rapporti con personaggi del suo tempo: tra gli altri il granduca Ferdinando di Toscana e Cristina di Svezia. Morì a Roma il 7 o l'8 febbr. 1700.
Fonti e Bibl.: P. Litta, Fam. cel. ital., Acciaiuoli, di Firenze,tav. VII; G. M. Crescimbeni, Notizie... degli Arcadi morti,I, Roma 1720, pp. 357-361; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'italia,I, 1, Brescia 1753, p. 46; C. A. di Villarosa, Notizie di alcuni cavalieri dei Sacro Ordine Gerosolimitano,Napoli 1841, p. 14; A. Ademollo, I teatri di Roma nel sec. XVIII,Roma 1888, pp. 119-135; V. Malamani, Il teatro drammatico, le marionette e i burattini a Venezia nel sec. XVIII,in Nuova Antologia,s. 4,LXVII (1897), pp. 614 ss.; s. 4, LXVIII (1851), pp. 124 ss.; F. Fuà, L'opera di F. A.,Fossombrone 1921; Grove's Dict. of Music and Musicians,I, London 1954, p. 24; Encicl. dello Spettacolo,I, col. 49.