AGAZZARI, Filippo (dell'Agazzaia, della Gazzaia, F. da Siena)
Nacque a Siena attorno al 1339 da Leonardo di Cola: non sappiamo il nome della madre, mentre risulta con certezza che ebbe un fratello di nome Nicolò. Il 31 dic. 1353 si fece agostiniano nel convento di Lecceto, dov'era priore il senese Nicola Tini, al quale l'A. professò sempre filiale devozione, consacrandogli il commosso Assempro XLI. Verso i vent'anni ebbe un rilassamento spirituale, in conseguenza del quale fu colpito, tra il 1357 e il 1358, con una condanna a sei mesi di carcere inflittagli dal generale dell'Ordine Gregorio da Rimini, per aver giocato a dadi. La pena fu, in seguito, ridotta a due mesi.
Ripresosi, dopo questo incidente, visse santamente, sempre a Lecceto o nei dintorni, fin oltre gli ottant'anni, immerso nelle penitenze e nelle orazioni e indefesso nel copiar libri per uso dei confratelli.
Di quest'ultima particolare attività così parlava, a metà circa del '500, l'agostiniano Atanasio da Follonica: "Io, fra Atanasio, che al presente scrivo queste righe, candidamente confesso di aver visto, prima dell'assedio di Siena, tanti libri scritti di sua mano: ciò che mi ha riempito d'ammirazione. Ne erano pieni tutti i nostri conventi e le celle dei frati".
Nel 1398 fu eletto priore del monastero di Lecceto; nel 1408 passò al convento dei canonici regolari di San Martino di Siena, ma, per contrasti insorti tra i canonici, vi rimase pochi mesi, tornando il 20 novembre dello stesso anno a Lecceto; più tardi fu eletto anche vicario generale della Congregazione agostiniana d'osservanza, che vi faceva capo fin dal 1387 per volere del generale Bartolomeo da Venezia. Conservò tale carica fino alla morte, mentre nel 1422 poté ottenere di rinunciare alla carica di priore.
Come scrittore si ricordano gli Assempri (Esempi): Gli Assempri di Fra Filippo da Siena, leggende del sec. XIV. Testo di lingua inedito tratto da un codice autografo della Libreria Comunale di Siena, editi per la prima volta da D.F.C. Carpellini, nel 1864, a Siena. Altra edizione ne fu curata nel 1922 a Siena da Piero Misciattelli: Gli "Assempri di fra Filippo degli Agazzari". Nei Prosa tori minori del Trecento. I. Scrittori di religione, a cura di G. De Luca, Milano-Napoli 1954, pp. 333-340, sono stati editi quattro Assempri dell'Agazzari.
Gli Assempri sono sessantadue. In genere sono racconti fantastici, ma anche storici, dove compare spessissimo il diavolo, padrone del mondo e corruttore delle anime, scritti a scopo moraleggiante. L'autore dà un discreto rilievo anche alla protezione della Madonna. Spesso vi si parla di Siena, covo di vanità, di usura e di piaceri immoderati; ma non si risparmiano altri luoghi, in Toscana e fuori. Tutte le condizioni sociali, non esclusi i chiostri, sono toccate. Manca, negli Assempri, tuttavia, quello sforzo di penetrazione psicologica caratteristico, tra la produzione similare, degli scritti di Domenico Cavalca, per cui, come è stato osservato, "il racconto è arido, monotono e grigio; il proposito moraleggiante domina incontrastato; lo stile è fiacco, diluito e povero di rilievo" (N. Sapegno, p. 549).
Avvertiamo che qualche Assempro talora è stato edito a parte. Giovanni Papanti, nel 1873, pubblicò a Livorno, Tip. Vannini, l'Assempro XIV (Fr. F. da Siena - Novella inedita - sec. XIV), in soli 6 esemplari: per l'argomento molto scabroso il Carpellini l'aveva escluso dalla propria edizione. Così pure l'Assempro II uscì a parte, nel 1859, a Lucca, dalla Tip. B. Canovetti (Novella di una donna che fu lisciata dal diavolo, scritta da frate F. da Siena nel buon secolo della lingua). L'Assempro LVIII fu pubblicato a parte, nella Scelta di curiosità letterarie inedite o rare, sotto il titolo: Martirio d'una fanciulla faentina narrato per frate Filippo da Siena nel sec. XIV, Bologna 1861. L'Assempro XLI infine, che tratta della vita del beato Nicola Tini, priore di Lecceto, fu edito più volte a parte. Secondo il Perini, Filippo avrebbe anche scritto: Memoriale o sia storia molto esatta degli uomini illustri in santità, in lettere e dignità del convento di Lecceto, che sarebbe conservato, secondo quanto dice, sia pure dubitativamente, il Perini stesso, nel ms. XLVIII, plut. LXXXX, della Biblioteca Laurenziana di Firenze.
Morì il 30 ott. 1422. Venerato dal popolo come beato, il suo culto non è stato però ancora riconosciuto dalla Chiesa.
Fonti e Bibl.: Arch. generale agostiniano, Collegio internaz. S. Monica, Roma, Dd. I, ff. 360, 410; Dd. 3, f. 191v; Dd. 4, ff. 22v, 86v; A. Landucci, Sacra Leccetana Selva, Roma 1657, p. 109; T. de Herrera, Alphabetum Augustinianum, II, Madriti 1644, pp. 245 s.; L. Torelli, Secoli Agostiniani, VI, Bologna 1680, pp. 527-530; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 1, Brescia 1753, p. 180; J. F. Ossinger, Bibliotheca Augustiniana, Ingolstadii 1776, p. 16; L. De Angelis, Bibliografia degli scrittori sanesi, I, Siena 1824, p. 28; G. Lanteri, Postrema saecula sex..., I, Tolentini 1858, pp. 347 s.; N. Creusen-G. Lanteri, Pars III monastici Augustiniani, I, Vallisoleti 1890, p. 425; A. M. Marenduzzo, Gli "Assempri" di Fra Filippo da Siena, Siena 1899; W. Heywood, "The Ensamples" of Fra Filippo, Siena 1901; N. Mengozzi, recensione di W. Heywood, op. cit., in Bullett. senese di storia patria, IX (1902), pp. 113-129; P. Misciattelli, Mistici senesi, Siena 1913, pp. 67-94; A. Masseron, Gli Assempri, in Bullett. senese di storia patria, XXX(1923), pp. 163-175; Id., Les Exetnples d'un ermite siennois, Paris 1924; D. A. Perini, Bibliographia Augustiniana, I, Firenze 1929, pp. 12-14; N. Sapegno, Il Trecento, Milano 1942, pp. 548 s., 569; M. Sticco, Prosa agostiniana del Trecento, in Vita e Pensiero, XXXVIII (1955),pp.401-405; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., I col. 925; Encicl. Ital., I, p. 63; Encicl. Cattolica, I, pp. 441 s.