ANGELITTI, Filippo
Nato ad Ajelli (Abruzzo) il 1° maggio 1856, e laureatosi a Napoli nel 1878 in matematiche pure e successivamente in ingegneria, entrò all'osservatorio astronomico di Capodimonte, prima in qualità di calcolatore, e più tardi, per tredici anni, con funzioni di assistente. Il 1°apr. 1898 venne nominato direttore dell'osservatorio di Palermo, carica che tenne con altissimo onore per trentatré anni, dedicandosi anche all'insegnamento superiore dell'astronomia, della meccanica superiore e della geografia fisica presso l'università palermitana.
La sua produzione scientifica si compendia in ben 135 fra note e memone, delle quali 13 riguardano lavori di matematica e di astronomia teorica, 30 sono relative a questioni varie di astronomia pratica, 20 sono di meteorologia e magnetismo terrestre, 9 di soggetti vari e ben 52 di argomenti scientifico-letterari sull'astronomia e la cosmografia nella Divina Commedia.
Queste ultime hanno dato interessanti risultati e suscitato vivaci polemiche negli ambienti letterari. Nella memoria Sulla data del viaggio dantesco (in Atti d. Accad. Pontaniana, XXVII [1897], n. 7), l'A., sulla base degli accenni astronomici contenuti nelle opere di Dante, giungeva alla conclusione che la data più attendibile della visione dantesca è il 25 marzo 1301, in contrasto con la più diffusa opinione che la pone nel 1300, e al tempo stesso collocava nei giorni di Natale del 1296 la composizione della canzone "Io son venuto al punto della rota ...", contribuendo in modo decisivo alla cronologia delle Rime pietrose; più tardi, nella memoria Sull'anno della visione dantesca, nuove considerazioni (ibid., XXVIII [1898], n. 17), in polemica con D. Marzi difendeva la sua tesi sulla cronologia della visione anche sul piano delle ragioni storiche. Un altro problema affrontato dall'A. è quello dell'autenticità della Quaestio, de aqua et terra, risolto, anch'esso, sulla base di osservazioni scientifiche e tenendo presenti le precise conoscenze geografiche ed astronomiche di Dante, con la negazione della possibilità di attribuzione a G. B. Moncetti suo primo editore e con la propensione per l'autenticità (vedi La quaestio de aqua et terra..., Palermo 1915 e Palermo 1932), ultimamente respinta da B. Nardi (La caduta di Lucifero e l'autenticità della Quaestio..., Torino 1959).
Fra i più importanti lavori di astronomia pratica vanno segnalate principalmente due memorie, quella nella quale dà referenza di 112 determinazioni di latitudine eseguite dal 1888 al 1889, mediante passaggi di stelle al primo verticale, e con approfondita discussione sulla variazione della latitudine a Capodimonte, e quella sulle misure delle distanze zenitali di alcune stelle principali da lui eseguite nel biennio 1893-94 al Circolo meridiano di Repsold.
A Palermo, mentre si accingeva a svolgere un imponente lavoro sulle osservazioni meridiane delle stelle di confronto della zona fotografata all'osservatorio di Catania, venne colpito da una grave disgrazia: la perdita di un occhio e il quasi accecamento dell'altro; per parecchi anni non poté nemmeno scrivere. Nel 1925, in condizioni migliorate, volle "iniziarsi" all'arte dell'osservatore ed intraprese le osservazioni meridiane del Sole, che continuò fino agli ultimi giorni della sua vita.
Morì a Palermo il 25 genn. 1931. Appartenne all'Accademia Nazionale dei Lincei e alle Accademie delle Scienze di Napoli e di Palermo.
Bibl. Per recensioni sull'A. cfr. Indice degli anni 1883-1903 del Bullett. d. Soc. Dantesca Ital., Firenze 1912, pp. 5-6 e Indice degli anni 1904-1921..., ibid. 1951, p. 7, sub voce; D.Marzi, L'anno della visione dantesca, in Bullett. d. Soc. Dantesca Ital., V, 6-7 (1897), pp. 81-96; F. Neri, Io son venuto al punto della rota..., in Bulletin Italien, XIV (1914), pp. 93-109; necrologi di M. Barbi, in Studi Danteschi, XVI(1931), p. 124; di V. Cian, in Giorn. stor. d. letter. ital., XLIX(1931), p. 238; di L. Caldo, in Mem. d. Soc. astronomica ital., V (1931), pp. 315-328; di P. Emanuelli, in Arch. di storia della scienza, XIII(1931). pp. 69-73; U. Rivarola, Gli scritti di astronomia e cosmografia dantesche di F. A., in Atti d. Accad. di scienze, lettere ed arti di Palermo, s. 4, I(1941), pp. 120-141; G. C. Poggendorff, Biographisch-literar. Handwörterbuch für Math., V, p.25; VI, p.60.