ARCHINTO, Filippo
Nacque a Milano dal conte Carlo e da Caterina Arese il 14 marzo 1644 (non nel 1649 come afferma l'Argelati, il quale sbaglia anche la data di morte, ponendola al 1720 anziché al 1712). Studiò giurisprudenza a Pavia, ove conseguì la laurea il 7 dic. 1665. Morto quell'anno il padre, lo sostituì nel Consiglio dei Sessanta Decurioni della città di Milano, per ordine del governatore don Pietro Osorio (19 dic. 1665).
Le cariche e gli onori di cui fu misigruto ancor giovanissimo e i favori ricevuti per merito del potentissimo zio materno Bartolomeo Arese, presidente del Senato, rivelano con quanta gelosia l'aristocrazia lombarda del Seicento badasse a conservare le leve della politica e dell'amministrazione e come queste si andassero tramandando e restringendo sempre più nelle mani di una ristretta oligarchia, generalmente assai ben vista dalla Spagna. Prima ancora di conseguire la laurea, appena ventenne, l'A. era stato nominato da Filippo IV questore soprannumerario del Magistrato Straordinario (22 ag. 1665), su proposta di Bartolomeo Arese, che aveva ottenuto analogo privilegio per il figlio Giulio, scomparso a soli diciannove anni; al voto in seno al Magistrato venne ammesso, però, solo al compimento del ventícinquesimo anno di età, il 22 maggio 1669: il decreto di ammissione (Arch. di Stato di MIlano, Uffici e trib. regi, p.a., cart. 697) sottolineava "il suo talento" e "la particolare attenzione colla quale si è applicato all'intelligenza delle pratiche e stili giuridici del tribunale".
Nel 1668, avendo sposato Camilla Stampa, figlia unica del marchese Gerolamo e di Anna Visconti, imparentata con gli Arese, finirono nelle sue mani l'eredità e i beni degli Stampa, dei Cusani, dei Visconti d'Ivorio e degli Omodei, arricchendo il suo già cospicuo patrimonio di terre, fondi, case, censi e perfino oggetti e raccolte d'arte.
Nel 1677 Carlo II di Spagna lo inviò ambasciatore presso i principi elettori dell'Impero, in sostituzione del marchese di Las Balbases; l'anno seguente fu mandato a Bruxelles come membro della giunta politico-militare incaricata del governo dei Paesi Bassi spagnoli, dove ormai per lunga tradizione prestavano servizio molti ufficiali e funzionari italiani, Nel 1678, ancora per conto della Spagna, fu ambasciatore presso l'imperatore Leopoldo a Vienna, ove restò sino ai primi del 1680, quando dovette tornare nuovamente nelle Fiandre, in qualità di collaboratore del governatore Alessandro Farnese.
Nominato senatore il 24 sett. 1681 (questa sembra la data esatta di nomina secondo i documenti dell'Arch. di Stato di Milano, Uffici e trib. regi, p.a., cart. 697; l'interinazione del Senato seguì il 9 marzo 1682), l'A. lasciò Bruxelles e fece ritorno a Milano. Nel biennio 1692-93 fu governatore di Cremona. Nel 1702 fu tra i deputati ad accogliere Filippo V che veniva a prendere possesso del Milanese. Il 24 nov. 1710 fu nominato protettore dell'università di Pavia.
L'A. morì nell'anno 1712, lasciando erede universale di tutti i suoi beni il figlio Carlo.
Durante gli anni della guerra di successione spagnola, l'A. visse piuttosto ritirato, in corrispondenza con dotti e illustri personaggi del suo tempo, dedicandosi alla raccolta della ricca biblioteca di cui si servì poi largamente il figlio Carlo, il noto erudito amico del Muratori e dell'Argelati. Attese in questo periodo a completare un diario in sei volumi, iniziato durante la sua permanenza a Vienna e destinato a conservare i frutti della sua esperienza e della sua attività politica; diario andato purtroppo perduto, mentre ci resta un suo componimento allegorico stampato per il ricevimento del cardinale Luigi Omodei, suo parente, alle scuole dei gesuiti di Brera: Il soglio di Salomone eretto nel tempio della virtù, Milano, s.d.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Milano, Uffici e trib. regi, cart.697; Famiglie, cart.7; cfr. F. Arisi, Cremona literata, I, Parmae 1702, p. 340; F. Argelati, Bibliotheca scriptorum Mediolanensium, I, 2, Mediolani 1744, pp. 76 s.; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 2, Brescia1753, p. 956; P. Litta, Fam. celebri ital., Archinto, tav. IV; F. Forte, Archintea laus, Milano1932, pp. 139-150; F. Arese, Elenchi dei magistrati patrizi di Milano dal 1535 al 1796, in Arch. stor. lombardo, LXXXIV (1957), p. 170.