BALATRI, Filippo
Nacque ad Alfea, vicino Pisa, da nobile famiglia nel 1676. All'età di quindici anni fu inviato dal suo sovrano, Cosimo III de' Medici, allo zar Pietro il Grande, il quale, attraverso il suo ambasciatore Pietro Golicyn, chiedeva musici per la sua corte. Ebbe inizio in tal modo la carriera cortigiana del B., soprano evirato, il quale seppe distinguersi non solo per la sua valentia come cantante, ma anche per le sue indubbie qualità di comico, passando spesso al ruolo di buffone di corte: in questa veste fu assai amato e stimato dai sovrani.
La vita del B., narrata da lui stesso in una prolissa autobiografia in versi, (Frutti del mondo),ricca di particolari a volte assai felici, fu molto avventurosa.
Gli capitò infatti di cantare davanti al gran Khān dei Tatari, che invaghitosi della sua bella voce (dai Tatari fu considerato una specie di "meraviglia") lo richiese all'ambasciatore dello zar, in cambio di sei cavalli di gran razza. Per sua fortuna i Russi non accettarono simile scambio, e il Khān, in segno della grande considerazione in cui teneva il giovane cantore, gli regalò ottanta braccia di stoffa d'oro e un cavallo pregiato.
Nel 1701, dopo aver goduto di tutti i privilegi della corte zarista, il B. si uni a una ambasceria forse del fratello maggiore del principe Golicyn, Boris, diretta a Vienna, licenziandosi definlivamente dal suo benefattore.
Per ordine del granduca di Toscana il B. restò a Vienna, onde perfezionare l'arte del canto col celebre contralto Gaetano Orsini, col quale studiò due anni. Durante questo periodo, in cui si rivelò un ottimo soprano, si andò conquistando le simpatie della corte austriaca, ma, scaduti i due anni, il suo sovrano lo richiamò in patria. Entrato nelle grazie del granduca, fu ammesso al suo servizio, ma non a Firenze, bensì, per esplicita richiesta del B., alla villa granducale Ambrogiana, con uno stipendio di duecento scudi l'anno.
Dopo qualche anno, partì alla volta dell'Inghilterra. Fermatosi a Parigi, fu invitato a cantare a corte, dove si conquistò l'ammirazione di Luigi XIV e di tutta la nobiltà. Sollecitato da Londra riprese il suo viaggio, ma inutilmente, poiché il 14 ag. 1714 moriva la regina Anna, dalla quale era stato chiamato. Malgrado ciò, il B. cantò ugualmente nei salotti della più alta nobiltà inglese, riscuotendo grande successo.
Richiamato dal granduca di Toscana, il B. si rimise in viaggio attraversando diverse capitali europee: nel luglio del 1715, invitato a Düsseldorf dalla elettrice Maria Anna Luisa, figlia di Cosimo III de' Medici, finì col restarvi per tre mesi consecutivi, onorato e gratificato con grande larghezza. Venne poi raccomandato all'elettore di Baviera, Massimiliano II, grande appassionato ed esperto di musica, che, incantato dall'arte del B., lo richiese al granduca di Toscana e lo scritturò come musico della cappella con uno stipendio di mille fiorini l'anno (contratto stipulato il 1° ott. del 1715).
Ma il clima bavarese non si confaceva alla salute del B. e lo stesso principe finì col rimandarlo in patria. Tornato alla corte medicea, passò al servizio di Violante Beatrice, sorella dell'elettore di Baviera, che lo condusse alla villa granducale di Lappeggi. Dopo un breve soggiorno a Pisa, il B. fu richiamato dall'elettore di Baviera. Qui giunto, fu ripreso dai soliti mali, per cui il principe decise di fargli fare un viaggio per migliorare la sua salute; andò a Eichstätt, a Norimberga e a Würzburg, dove cantò alla presenza del principe Filippo Francesco Schönborn, vescovo della città: in questa occasione si esibì in una arietta composta da lui stesso, detta "del rosignolo", che lo aveva reso celebre in tutte le corti europee.
Nel 1722, tornato a Monaco, prese parte a un viaggio dell'elettore Massimiliano in Italia, che riaccompagnò a Monaco per le nozze del principe ereditario Carlo Alberto con Maria Amalia d'Austria (17 ott. 1722); nel 1724 partecipava a uno spettacolo del teatro di corte.
Ancora per motivi di salute tornò in Italia, ma durante il viaggio venne invitato alla corte di Vienna, per festeggiare, con una rappresentazione alla quale partecipò la grande Faustina Bordoni Hasse, l'imperatrice Elisabetta Cristina (28 ag. 1724); il suo soggiorno si prolungò per oltre dieci mesi e fu compensato con la notevole somma di quattromila fiorini.
Il B. si trasferì a Venezia e a Padova, di nuovo a Venezia e poi a Verona. Nel 1727 venne richiamato a Monaco ed entrò al servizio di Giovanni Teodoro, vescovo di Ratisbona e di Frisinga, come maestro di musica.
La sua carriera si concluse quando il 15 luglio 1739 prese i voti nell'Ordine cisterciense e fu consacrato sacerdote in un convento presso Ismaning. Morì il 10 sett. 1756 a Fürstenfeld.
Sulle qualità artistiche del B. poco o nulla sappiamo, poiché, non avendo egli mai cantato in un pubblico teatro, mancano del tutto notizie e critiche, e lo stesso dicasi per quanto riguarda il repertorio.
Si sa soltanto che aveva voce assai limpida e chiara, di grande agilità. Lasciò vari manoscritti, alcuni autobiografici come un'Istoria di vita e viaggi, un Testamento (conservato nella Bibl. Naz. di Monaco, Cod. it. 329), steso nella maniera più spigliata e faceta possibile, fra il 27 nov. 1737 e l'8 genn. 1738, e una Scoperta del Mondo, oltre a una Istruzione per un giovane musico, andata smarrita, come la precedente.
Attraverso gli scritti appaiono evidenti alcune caratteristiche del B., fra cui l'umorismo e l'ottimismo, molto apprezzate nelle corti presso le quali servì.
Fonti e Bibl.: Frutti del mondo. Autobiografia di F. B. da Pisa,a cura di K. VossIer, s. l. 1924; F. M. Rudhart, Geschichte der Oper am Hofe zu München. Erster Theil: Die italianische Oper von 1654-1787, Freising 1865, pp. 95, 185; A. Heriot, The castrati in Opera,London 1956, pp. 200-224.