BIGIOLI, Filippo
Nacque a San Severino Marche, il 4 giugno 1798, da Venanzio, da cui apprese i primi elementi del disegno.
Venanzio, nato a Frontale (San Severino Marche) nel 1771, operò come scultore in legno (raramente in pietra) quasi esclusivamente a San Severino Marche, dove lasciò numerose opere che testimoniano una tecnica esperta e che risentono nello stile dell'influsso barocco (secondo il Chiocci, era stato a studiare a Venezia con "emigrati francesi"). Morì a San Severino il 19 dic. 1854.
Sono tuttora reperibili, a San Severino Marche, le seguenti opere in legno: duomo nuovo (S. Agostino): altar maggiore, ornamenti dorati nella cappella Collio, angelo sorreggente simboli episcopali sopra la porta centrale all'interno; chiesa di S. Filippo: Cristo morto; santuario della Madonna dei Lumi: angeli che sostengono la mensa dell'altare e altri ornamenti; chiesa di S. Teresa (Castello): altar maggiore; chiesa di S. Chiara (Castello): intagli in legno dei tre altari; chiesa di S. Pacifico: decorazioni nella cappella del santo, quattro statue rappresentanti le Virtù e medaglioni con i sei Pontefici che deliberarono la canonizzazione di s. Pacifico; chiesa di S. Lorenzo: intagli e decorazioni degli altari laterali; chiesa di S. Giuseppe: statue di Cristo risorto e S. Giuseppe; chiesa di S. Rocco: statua del Santo; villa Collio: cippi, maschere, due leoni ai piedi della scalinata, tutto in pietra.
Il B., trasferitosi a Roma, s'iscrisse nel 1819 all'Accademia di S. Luca, partecipando ai suoi concorsi (vinse anche un primo premio per un disegno del Laocoonte), e frequentò lo studio di J.-B. Wicar, direttore dell'Accademia di Francia (della sua capacità di disegnatore troviamo esempi in alcune tavole dell'Ape ital.: I [1835], tavv. X, XII, XXX; III [1837], tav. XXVIII). Prese anche attiva parte alla vita artistica romana; nell'anno 1842 era divenuto soprintendente alla Galleria dell'Accademia dei Virtuosi. Nella chiesa di S. Rocco all'Augusteo dipinse a fresco nel braccio sinistro del transetto due Storie di s. Luigi Gonzaga e personaggi biblici, e la Crocifissione nella terza cappella della navata destra. Altre sue opere pittoriche, ricordate dalle fonti come esistenti a Roma, sono disperse (suoi affreschi erano nel demolito palazzo Torlonia a piazza Venezia; l'alcova è stata ricostruita in una sala del Museo di Roma in pal. Braschi: J. B. Hartmann,La vicenda di una dimora principesca..., Roma 1967,ad Indicem). Secondo molti, tra cui il Chiocci, che pare ben documentato, nel 1860 era stato scelto con altri per restaurare le logge di Raffaello in Vaticano (questa notizia, però, non è confermata dagli archivi del Laboratorio vaticano di restauro). A San Severino Marche si conservano numerosissime opere; nella Pinacoteca ricordiamo tra l'altro: Autoritratto, ritratto di Bartolomeo Eustachi, ritratto di monsignor G. C. Gentili, l'Incontro di Raffaello con la Fornarina,Paolo e Francesca, varie scene mitologiche; alcune tele di soggetto religioso, come Maddalena penitente,San Sebastiano, ecc.; altre tele con soggetti storici, come Pio IX che si separa dal re di Napoli a Gaeta (una replica si trova nel magazzino della Pinacoteca Vaticana: era stata commissionata al B. dal card. Antonelli); due Passeggiate al Pincio, ecc. Nel duomo nuovo (S. Agostino): altare a destra,Vergine del pianto; sulfrontone del cappellone,La vergine con i santi Agostino,Severino e Pacifico; cappella laterale, la Beata Luzi con s. Agostino e s. Monica. Nella chiesa di S. Domenico: S. Vincenzo Ferreri. Nella chiesa di S. Caterina (Castello): Deposizione dalla Croce. Nella chiesa dell'Oratorio femminile: pala dell'altare. Nel teatro Feronia: sipario con la sacerdotessa Camurena Celerina (per il teatro di Foligno fece il sipario con il Trionfo della musica e delle Belle Arti sul tempo). Sulla strada Settempedana, alle porte di San Severino Marche, in un'edicola: La Vergine con i santi Severino e Pacifico. Nella chiesa prepositurale di Aliforni è conservata una Annunciazione. IlMoroni e altri autori ricordano anche un Alessandro VII che deputa due prelati per istruire Cristina di Svezia nella fede romana.
Nel 1854 il cav. Romualdo Gentilucci, di Fabriano, editore in Roma, aveva affidato al B. il disegno di ventisette grandi tele (m 6 × 4) tipo arazzo (furono usati estratti vegetali per i colori) che dovevano rappresentare episodi salienti della Divina Commedia. Il B., con l'aiuto di alcuni dantisti, scelse gli episodi e ideò le composizioni: ne dipinse, però, solo quattro (Paolo e Francesca,Strazio di Filippo Argenti,Dante sogna l'Aquila d'oro,Matelda nel paradiso terrestre); dopo sette anni di lavoro le tele furono esposte a Roma e in altre città italiane e straniere, e infine, dopo varie peripezie, presentate a Firenze (Italian Ars Company), insieme con i bozzetti originali. Non è stato possibile stabilirne l'ubicazione attuale; unico documento rimastoci è una indicazione bibliografica: La Galleria dantesca,riproduzione di XXVII grandi quadri dipinti a finto arazzo…, Terni 1912. Per queste tele fu pubblicato anche un commento: La Divina Commedia compendiata nella parte narrativa e descrittiva ad illustrazione della Galleria dantesca, Roma 1860, e in appendice: Galleria dantesca ovvero episodi più interessanti della Divina Commedia espressi in XXVII grandi quadri del prof. cavalier F. Bigioli,dipinti dal medesimo e da altri professori e distinti artisti. Nel 1863 lo stesso editore Gentilucci pubblicava a Roma le Opinioni emesse da valenti artisti e letterati sulla Galleria dantesca (il Chiocci ricorda un altro quadretto di soggetto dantesco dipinto dal B. nel 1833 e ora irreperibile).
La collaborazione del B. con il Gentilucci aveva avuto inizio già negli anni precedenti: Il perfetto leggendario ovvero vite de' Santi per ciascun giorno dell'anno ornate ed arricchite di altrettante tavole all'acquarella, I, Roma 1841, dove le trecentosessantasei tavole disegnate dal B. e incise dal Wenzel erano divise in dodici volumi, dedicati ognuno a un cardinale; furono eseguite con la collaborazione di numerosi altri autori e furono usate anche per successive edizioni. Alcuni anni dopo il B. inventò e disegnò, e vari autori incisero, cinquantaquattro tavole per Il perfetto leggendario,ovvero Storie della vita di Maria Santissima, Roma 1848, e ancora nel 1851 il Gentilucci pubblicava La Via della Croce ovvero le XIV stazioni di Nostro Signore Gesù Cristo disegnate dal cav. F. B., Roma 1851, dedicata al card. Antonelli, con sonetti di vari autori (anche le incisioni sono di vari autori). Il B. illustrò anche Invenzioni di cento Sacre Famiglie, i cuidisegni originali sarebbero stati acquistati da Ferdinando II di Napoli (nella Bibl. Naz. di Firenze,Fondo Palatino, è conservato un esemplare, senza frontespizio: quindi è impossibile stabilire la data); sono cento tavole tutte disegnate dal B. e incise, oltre che da lui, da vari artisti.
Il B. morì a Roma il 17 genn. 1878, membro delle Accademie di Belle Arti di Milano, Bologna, Napoli, dell'Arcadia, ecc., e avendo ricevuto non poche onorificenze. Ma il successo raccolto non gli risparmia un severo giudizio di limitatezza d'invenzione e di stile. Come giustamente lo definisce il Chiocci, egli era "timido imitatore di grandi modelli" e, anche se nella Galleria dantesca cercò effetti spettacolari, fu anzitutto disegnatore, aderente a quel particolare aspetto del gusto del suo tempo che si manifestò nella corrente purista.
Fonti e Bibl.: Per Filippo: P. E. Visconti,La Vergine riceve il celeste messaggio, in Ape italiana, II (1836), pp. 54 s., tav. XXXV; G. C. Gentili,Giulietta e Romeo dipinto di F. B. presso il conte S. Servanzi Collio, in L'Album, VII (1840), p. 219; D. Zanelli,Il Perfetto leggendario... Roma 1841,ibid., VIII (1842), pp. 377 s.; La premiazione del primo grande concorso biennale gregoriano solennizzata... dalla... Congreg. dei Virtuosi al Pantheon, Roma 1842, p. 57; Ritr. dell'Em. sig. card. Lambruschini. in L'Album, XI (1843-45), 16 marzo 1844, p. 18; F. Torre,La Vergine ed i santi patroni della città di S. Severino,ibid., 4 genn. 1845, pp. 357 s.; S. Servanzi-Collio,Ragioni addotte... contro un articolo del Saggiatore in cui si accusa... di falso il soggetto di un dipinto, Sanseverino Marche 1847; Id.,Gesù deposto dalla Croce,commissione... al cav. F. B..., Macerata 1852; Abate Papalart,Celebri dipinti nella esposizione del 1855…, in Album, XXI (1854), pp. 415 s.; Id.,Un dipinto del B., ibid., XXII (1855), pp. 130 s.; S. Servanzi Collio,La deposizione... dipinto del cav. F. B., ibid., pp. 323 s.; C. Guicci,La cappella della Vergine nella chiesa di S. Rocco,ibid., XXV (1858), pp. 267 s.; G. Moroni,Dizionario di erud. stor. eccles., Venezia 1840-1861,ad Indicem; G. C. Gentili,Dei dipinti allogati a F. B. dal conte S. Servanzi Collio, Sanseverino 1864; (B. Valentini),Il forastiere in Sanseverino Marche..., Sanseverino Marche 1868, pp. 32, 52, 63, 70, 74 s., 91, 99, 109, 154-158 (con ult. bibl.); M. Chiocci,La "Galleria dantesca" di F. B., in A V. Cian..., Pisa 1909, pp. 183-201 (con ult. bibl.); C. A. Petrucci,Catal. generale delle stampe... Calcografia nazionale, Roma 1953, p. 137; L. Salerno-G. Spagnesi,La chiesa di S. Rocco all'Augusteo, Roma 1962, p 55; U. Thieme-F. Becker,Künstler-Lexikon, IV, p. 21.
Per Venanzio: G. Ranaldi,Memorie storiche di S. Maria del Glorioso presso la città di Sanseverino…, Macerata 1837, pp. XXXIX, 36, 60; (D. Valentini),Il forastiere in Sanseverino Marche..., Sanseverino Marche 1868, pp. 19, 32, 42, 43, 47, 50, 51, 64, 70, 72, 73, 85, 86, 88, 96, 119; G. Moroni,Dizion. di erudiz. storico eccles., Venezia 1840-1861,ad Indicem; U. Thieme-F. Becker,Künstler-Lexikon, IV, pp. 21 s.