BUSSERI (Brusserio), Filippo (Filippo di Savona)
Nacque a Savona verso la metà del sec. XIII, da famiglia di una certa rilevanza nell'ambito cittadino. Scarse sono le notizie sulla sua vita: la fonte principale è costituita da un brano di un'anonima cronaca, compilata intorno al 1350, riportata dal francescano conventuale G. B. Galenni nella sua cronaca del convento di Savona, che traccia di lui una breve biografia. Secondo tale fonte il B., frate minore, compì a Parigi i suoi studi di teologia e si legò di amicizia con Niccolò da Lira.
Nell'agosto 1301 è documentata la sua presenza ad Anagni, presso Bonifacio VIII, per riferirgli sui preparativi genovesi per una spedizione in Terrasanta che avrebbe dovuto essere guidata da Benedetto Zaccaria: preparativi sostenuti soprattutto da un gruppo di nobildonne, di cui alcune intendevano seguire personalmente i crociati, come sottolinea il pontefice in una serie di lettere spedite il 9 di quel mese con l'intento di incoraggiare e rinsaldare l'iniziativa. Il viaggio del B. doveva però avere anche un altro scopo, dal momento che, con bolle del 17 e 18 dello stesso mese di agosto, Bonifacio reintegrava l'arcivescovo di Genova Porchetto Spinola, dell'Ordine dei frati minori, nella sua carica che l'anno precedente era stato costretto a rifiutare (Bullarium franciscanum, IV, p. 502, a causa della sua posizione politica (era fortemente compromesso di ghibellinismo: per la situazione di Porchetto nel quadro delle vicende genovesi, si veda G. Caro, Genua und die Mächte am Mittelmeer [1257-1311], II, Halle 1899, pp. 268 ss.).
Nel luglio 1306, sempre nel quadro di progetti intesi a creare le premesse per lo svolgimento della crociata, Clemente V scriveva da Bordeaux anche al B., oltre che all'arcivescovo Porchetto Spinola, per invitarli ad agire presso la Repubblica di Genova in favore del ristabilimento della pace col re di Cipro Enrico II.
La cronaca anonima parla in maniera imprecisa di onorevoli incarichi che il B. ebbe da Clemente V e da Giovanni XXII e menziona fra l'altro una sua missione in Oriente ("postremo ad Soldanum Babiloniae transmissus fuit pro recuperanda terra sancta"): risultato di tale viaggio fu un'opera dedicata a Clemente V, lo Speculum Terrae Sanctae, corredata di illustrazioni: una sorta di guida per la progettata crociata.
Per tale Speculum,o Relatio amplissima rerum omnium expeditioni Hierosolymitanae necessariarum,necnon locorum per quae gradiendum esset descriptio, che non ci è pervenuta, diversi tentativi di identificazione sono stati operati, con vari scritti anonimi di argomento analogo. Così il Röhricht attribuì al B. la Descriptio Terrae Sanctae, edita da W. A. Neumann, in Österreichische Vierteljahresschrift für kathol. Theologie, XI (1872), pp. 1-78, 165-174, che figura in alcuni codici come Philippi descriptio...: ma il carattere dello scritto - che è concepito come guida per pellegrini - e la sua presenza in codici anche del sec. XIII rendono inaccettabile l'attribuzione. Altri tentativi di identificazione si sono avuti con il Libellus de descriptione Terrae Sanctae, edito da Marcellino da Civezza, in Missioni francescane, III (1893), pp. 326 ss., anch'esso impostato quale manuale per pellegrini e probabile rimaneggiamento della Descriptio;mentre al domenicano Burcardo di Barby appartiene il Liber Terrae Sanctae del manoscritto VIII D 10 della Biblioteca nazionale di Napoli, per cui il Belgrano, in Arch. stor. ital., s. 3, XXIV (1876), p. 476, aveva suggerito l'attribuzione al B. (per la discussione sulle varie attribuzioni, vedi Golubovich, III, p. 36).
L'anonima cronaca elenca inoltre altre opere del B.: "multas chronicas Ordinis breviter scripsit que suis temporibus contigerunt": e queste sono andate perdute; e ancora raccolte di privilegi concessi all'Ordine e di atti di ministri generali: un sommario di tali privilegi ("secundum quod frater Philippus de Saona in diversis partibus Ordinis vidit et collegit") ci è conservato nel Libro degli anniversari di S. Francesco di Castelletto in Genova (pp. 450 ss.).
Nel 1322 è documentata la sua presenza quale guardiano nel convento di S. Francesco di Castelletto (Libro degli anniversari, pp. 431 s.). Secondo l'anonima cronaca passò gli ultimi anni della sua vita nel convento di Savona (alla cui costruzione aveva per gran parte contribuito un suo progenitore, Ansaldo Busseri); v'istituì una biblioteca dotata di un buon numero di preziosi volumi, del valore complessivo di 500 ducati, e arricchì la sacrestia di arredi di notevole valore. La stessa cronaca dice che il B. morì "aetate provecta"; il Verzellino (p. 245) dà come data di morte l'ottobre 1340.
Fonti e Bibl.: Per le bolle pontificie che riguardano l'azione del B., vedi: Bullarium franciscanum, IV, a cura di G. G. Sbaralea, Romae 1768, pp. 526-532; V, a cura di C. Eubel, ibid. 1898, nn. 57-59; Les registres de Boniface VIII, III, a cura di G. Digard, Paris 1906, nn. 4376, 4380-4386. La cronaca di G. B. Galenni (scritta nella seconda metà del sec. XVII) con gli estratti dell'anonima cronaca del 1350 circa è riportata in appendice all'edizione di G. V. Verzellino, Delle memorie... degli uomini illustri della città di Savona, a cura di A. Astengo, I, Savona 1885, pp. 511, 534 (a p. 245, il profilo che del B. dà il Verzellino, morto nel 1638, utilizzando quindi la cronaca - e forse altre fonti - indipendentemente dal Galenni). Vedi ancora: Libro degli anniversari del convento di S. Francesco di Castelletto in Genova, a cura di V. Promis, in Atti della Soc. ligure di storia patria, X (1876), pp. 431 s., 450 ss.; G. Golubovich, Biblioteca bio-bibliografica della Terra Santa e dell'Oriente francescano, I, Quaracchi 1906, pp. 337, 423; II, ibid. 1913, p. 228; III, ibid. 1919, pp. 29-36; G. G. Sbaralea, Supplementum et castigatio ad scrittores trium Ordinum s. Francisci…, II, Romae 1921, pp. 376, 394; R. S. Lopez, Genova marinara nel Duecento. Benedetto Zaccaria ammiraglio e mercante, Messina-Milano 1933, pp. 217 ss.; R. Röhricht, Bibliotheca geographica Palaestinae, a cura di D. H. K. Amiran, Jerusalem 1963, pp. 60 s.