CAMPERIO, Filippo
Nato a Lodi il 28 settembre 1810, morto a La Santa presso Monza il 31 marzo 1882. Studiò all'università di Ginevra, dove fu discepolo di Pellegrino Rossi. Dal 1841 prese parte attiva alla vita politica della città di Ginevra accanto a James Fazy; dopo la vittoria della rivoluzione del 1846 acquistò la cittadinanza ginevrina e fu eletto 14 giorni più tardi membro del Gran Consiglio di cui fece parte fino al 1870 e dove conseguì ben presto grande autorità. Nel marzo del 1848 l'amor patrio lo fece accorrere a Milano in aiuto dei repubblicani: ebbe dapprima il comando di un battaglione di volontarî e fu poi incorporato, col grado di maggiore, nell'esercito regolare. Terminata la campagna, C., che con altri 39 era stato escluso dall'amnistia, ritornò a Ginevra, dove fu eletto giudice della Corte di cassazione; nello stesso anno succedette a Rossi nella cattedra di diritto penale e diritto costituzionale che tenne fino al 1865. Staccatosi dal Fazy, nel 1851 si accostò al "parti indépendant" di cui divenne capo. Ebbe importanti cariche, sia nella città di Ginevra (consiglio e giunta municipale, 1858-59), sia nei consigli della Confederazione elvetica; e svolse opera benemerita, con spirito umano e tollerante. Fu pertanto attaccato violentemente dal partito radicale, nelle lotte confessionali del 1869; e quando caldeggiò una nuova distribuzione dei circondarî elettorali per dare alle minoranze la possibilità di essere rappresentate, il suo partito soccombette nella votazione e nelle elezioni successive (novembre 1870) ed egli dovette rinunziare a ogni attività pubblica. Si ritirò nel 1872 presso sua madre a La Santa (Monza), dove condusse una vita ritirata, rifiutando la candidatura alla Camera italiana.
Bibl.: H. Fazy, Phil. Camperio, Ginevra 1883; F. Gardy, Cinquante ans de notre vie politique, Ginevra 1897; R. Manzoni, Gli esuli italiani nella Svizzera, Lugano 1922, p. 121 segg.; Dictionnaire historique et biographique de la Suisse, II (1924), p. 394.